Con 14 'Marie Curie' Ca' Foscari si conferma tra gli atenei più attrattivi

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Da Dante al razzismo in Europa, dal cambiamento climatico alla guerra ibrida, dalla dieta dei Maya all’industria dei fertilizzanti a Porto Marghera. L’Università Ca’ Foscari Venezia conferma la propria attrattività per i giovani talenti della ricerca vincendo finanziamenti europei per 14 progetti “Marie Skłodowska-Curie” per un totale di 3,3 milioni di euro.

Le ricerche saranno sviluppate da studiosi e studiose di 6 nazionalità, quasi tutti provenienti da istituzioni di ricerca estere (ben 4 dal Regno Unito, 4 dalla Francia). Condurranno i loro progetti di ricerca biennali o triennali tra Ca’ Foscari e altre università o centri di ricerca distribuiti in Stati Uniti, Canada, Corea, Ecuador e Svizzera.

Intitolato alla prima donna premio Nobel, il programma della Commissione europea “Marie Skłodowska-Curie” seleziona e finanzia annualmente i talenti più promettenti della ricerca offrendo loro l’opportunità di condurre un proprio progetto scientifico spostandosi tra istituzioni e paesi. Questa edizione del prestigioso grant europeo ha assegnato 1.235 finanziamenti, selezionando tra 7.044 progetti presentati, per un totale di 257 milioni di euro.

Queste borse di ricerca si distinguono tra tipologia Global (due anni di ricerca all’estero e rientro a Ca’ Foscari per un anno) e le European Fellowship (due anni di ricerca a Ca’ Foscari). Grazie all’attenzione dell’ateneo per questi finanziamenti competitivi internazionali, la comunità di “Marie Skłodowska-Curie” fellow cafoscarini è cresciuta e conta oggi 158 ricercatrici e ricercatori.

Ca’ Foscari è stata apripista in Italia per quanto riguarda le opportunità di carriera dei vincitori e delle vincitrici di Marie Curie. Grazie al PNRR e al programma ministeriale Giovani Ricercatori, ad esempio, i candidati alle “Marie Curie” valutati come eccellenti ma non finanziati dalla Commissione europea possono essere reclutati dall’ateneo come ricercatori a tempo determinato.

Le vincitrici e i vincitori di Global Fellowship

L’italiana Ilaria Sicari, per la sua Global Fellowship passerà due anni a Stanford, per poi concludere la sua ricerca a Venezia. Il suo argomento di indagine sarà concentrato su l'intenso traffico culturale attraverso la Cortina di Ferro durante la Guerra Fredda.

Maryam Aslany, iraniana, arriva dall’Università di Oxford e spenderà due anni alla Yale University. Studierà i modelli sociali ed economici di adattamento al cambiamento climatico e per farlo prenderà in considerazione, in primo luogo, le aree rurali dell’India.

Mattia Brancato, farà ricerca sull’insegnamento della scienza in epoca coloniale. Il focus sarà sull’utilizzo strumentale della cultura da parte europea, attraverso il mezzo delle Missioni Gesuite. Passerà due anni alla prestigiosa Harvard University per completare la sua fellowship.

Giovanna Corazza, in partnership con l’Università di Notre Dame, Stati Uniti, indagherà sul ruolo della geografia e della cartografia nella Commedia di Dante.

Lorenzo Feltrin si occuperà della diffusione e concentrazione di fosfati nell’ambiente lagunare. Partirà e si concentrerà specialmente su uno degli impianti industriali più importanti d’Europa, il complesso industriale di Porto Marghera. La fellowship è in collaborazione con il Geneva Graduate Institute.

Maurizio Geri studierà, con un’esperienza al Centro Studi e Sperimentazioni Marittime della NATO alle spalle, possibili strategie comuni della NATO e UE per combattere la guerra ibrida russa, nel nesso di sicurezza "energia-risorse-clima", tenendo conto del ruolo delle Tecnologie Emergenti e Perturbanti (ETDs).

Samuele Mazzolini, italo-ecuadoriano proveniente dall’Università della Calabria, si occuperà di populismo ed istituzioni in America Latina, comparando i casi di Ecuador ed Argentina e lavorando all’Università dell’Ecuador.

Enrico Emanuele Prodi viene da UCL. Spenderà il tempo della sua Global Fellowship tra Harvard e Ca’ Foscari. Produrrà un’edizione critica dell'opera sui dialetti greci di Gregorio di Corinto, grammatico bizantino del XII secolo.

Lorena Natalia Zorilla, spagnola e argentina, dopo aver fatto ricerca al Consiglio Nazionale per la Ricerca Scientifica e Tecnica in Argentina studierà l’origine delle finzioni letterarie sulla parità di genere nella cultura filosofica del diciottesimo secolo.

 

Le vincitrici e i vincitori di European Fellowship

 

Chloè Berut, dalla Francia, ha ottenuto una European Fellowship per condurre un’approfondita ricerca sull’interconnessione dei sistemi sanitari in Europa. Si concentrerà sulle interoperabilità dei sistemi informatici e digitali.

Clarissa Cagnato, in arrivo dal Cnrs francese e dall’Università Paris 1, utilizzerà innovative tecniche molecolari per ricostruire le diete degli antichi Maya che abitavano la regione meno elevata e pianeggiante.

Armelle Le Herou si dedicherà alla filologia greca pre-umanistica. Lo scopo della sua ricerca sarà dimostrare l’esistenza di una vasta conoscenza e circolazione dei testi greci nell’Occidente medioevale, ben prima dell’Umanesimo, sfatando così un comune mito.

Goran Petrovic, di nazionalità belga e serba, affronterà le dinamiche identitarie di razzismo culturale in Europa. Per farlo utilizzerà una lente psicoanalitica applicata ad uno studio comparato di stampo politico. Precedentemente era all’Università di Warwick.

Vilane Gonçalves Sales, brasiliana, dall’Università di Berna verrà a Ca’ Foscari per studiare, attraverso l’utilizzo di intelligenza artificiale, l’impatto dell’innalzamento dei mari sul settore alberghiero.

 

 

 

Enrico Costa