Mobilità, i giovani sempre meno interessati a possedere un'auto

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Foto di Mitchell Johnson su Unsplash

Il 61,7% dei giovani al di sotto dei 30 anni rinuncerebbe a possedere un’auto se fossero disponibili mezzi pubblici efficienti. Il dato emerge da un’indagine svolta dal Center for Automotive e Mobility Innovation (CAMI), del Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari Venezia.

I ricercatori hanno sottoposto a poco più di un migliaio di intervistati una serie di domande riguardanti l’atteggiamento verso l’automobile. Tra gli altri, spicca il dato sulla scelta relativa all’acquisto di una nuova auto.

L’indagine chiedeva agli intervistati di esprimersi sul tipo di automobile che avrebbero acquistato potendo scegliere “l’auto dei propri sogni”: è emerso che meno del 18% acquisterebbe un’auto tradizionale, a motore endotermico, cioè con alimentazione a diesel o benzina. Oltre il 60% ha affermato che acquisterebbe un’auto elettrica o ibrida. Il 5% la comprerebbe ad idrogeno. Un giovane su 5 (il 20%) non è interessato a possedere un’auto.

“Ci aspettavamo alcuni dati in controtendenza, ma siamo comunque rimasti sorpresi dai risultati di questa esplorazione nel mondo delle giovani generazioni” sostiene il professor Francesco Zirpoli, direttore del Center for Automotive and Mobility Innovation e del Master in Innovation and Mobility Management di Ca’ Foscari Challenge School. Il professore osserva anche come “il parere dei giovani sia fondamentale poiché, al di là dei numeri, annuncia un cambiamento paradigmatico nella domanda di servizi di mobilità”.

Secondo il professor Andrea Stocchetti, che ha coordinato lo studio, “non ci sorprende che un giovane su cinque dica che non intende possedere un’auto. Questo dato è in linea con altre indagini fatte sui “millennials” e la “Z generation”, che non vivono l’auto come i loro genitori e, in generale, hanno valori molto diversi dalle precedenti generazioni. Non pensavamo, tuttavia, che oltre il 60% farebbe a meno dell’auto se potesse disporre di trasporti pubblici efficienti.”

La direzione, quindi, è non solo verso lo sviluppo di auto elettriche o auto più connesse, ma anche verso il potenziamento dei trasporti pubblici. L’indagine suggerisce, infatti, che i giovani chiedono più servizi, non necessariamente più automobili. Il 62% degli intervistati sostiene che bisognerebbe ridurre il numero di auto in circolazione e solo il 22% è contrario alle limitazioni del traffico.

Si tratta quindi di produrre più autobus e meno automobili? Il quadro è più complesso. Le indicazioni in termini di sostenibilità urbana sono chiare e in linea con quanto già ampiamente riconosciuto da quanti si occupano di urban planning e mobility management. Ma sul fronte dell’industria dell’auto non sembra esservi la medesima consapevolezza: ad un passo così lento nella direzione dell’innovazione è molto probabile che sulla filiera dell’automobile si abbatterà una ‘tempesta perfetta’.

Questa indagine del CAMI è un ulteriore tassello della ricerca più ampia che il centro di Ca’ Foscari svolge da anni su questo fronte e conferma come nel settore della mobilità, fulcro della transizione green, ci sia ancora tanto da innovare. Ma, aggiunge il professor Zirpoli, “questa è anche una grande opportunità proprio per i giovani oggetto della nostra indagine. La transizione verso la mobilità sostenibile necessita di idee e professionalità nuove. Anche per questo a Ca’ Foscari abbiamo investito, primi in Italia, in un Master che forma questi nuovi profili.”

Il Master in Mobility Innovation and Management, giunto alla sua terza edizione, offre gli strumenti per affrontare le sfide del nuovo ecosistema della mobilità da un punto di vista manageriale e punta a creare un network di professionisti, con i corsisti e i partner aziendali, protagonisti di una community in continua evoluzione e motore dell’innovazione nel campo della mobilità.

Enrico Costa