Biomolecole dal lievito per farmaci innovativi: lo spinoff Arzanya

condividi
condividi
Il team di Arzanya. Da sinistra: Alessandro Angelini, Zhanna Romanyuk, Sara Linciano, Ylenia Mazzocato, Mariavittoria Cacace

La recente emergenza sanitaria ha evidenziato l’importanza di sviluppare tecnologie all’avanguardia in grado di scoprire in modo veloce farmaci di nuova generazione, sicuri, dai prezzi contenuti e con ridotto impatto ambientale.

Lo spinoff cafoscarino Arzanya nasce proprio per rispondere alle nuove esigenze del sistema sanitario e dell’industria farmaceutica, fornendo una soluzione innovativa per l’identificazione di biomolecole, capace di tradurre la ricerca biotecnologica in soluzioni concrete per il benessere umano.

L’idea alla base di Arzanya - oggi una realtà quasi interamente al femminile - nasce nel laboratorio del prof. Alessandro Angelini, docente di Biochimica del Dipartimento di Scienze Molecolari e Nanosistemi e CSO della spinoff. “Al ritorno dagli Stati Uniti, il professor Angelini ha continuato il suo percorso nell’ambito biotech e farmaceutico in Italia, portando avanti la ricerca alla base di Arzanya con la collaborazione di Sara Linciano - spiega Zhanna Romanyuk, dottoranda in Science and Technology of Bio and Nanomaterials e socia fondatrice della startup - Nel frattempo si sono aggiunte altre persone al team di ricerca, tra cui io e Ylenia Mazzocato, che stiamo terminando il percorso di dottorato nel laboratorio del professore. Fin dall’inizio, i dati sperimentali sostenevano la qualità del nostro lavoro ed abbiamo quindi pensato di traslare la ricerca dall’accademia all’industria.”

Grazie all’esperienza di PInK, l’Ufficio di Trasferimento Tecnologico dell’Ateneo che ha seguito l’intero processo di accreditamento, il team ha colto l’opportunità di creare uno spinoff universitario, costituendosi come startup innovativa. Ma cos’è la piattaforma biotecnologica alla base di Arzanya? “Per piattaforma intendiamo un insieme di tecnologie che eseguiamo sperimentalmente in laboratorio. Il processo è stato ottimizzato nel corso degli ultimi 6 anni e ci permette di sviluppare e caratterizzare delle biomolecole innovative che possono essere utilizzate per scopi terapeutici.”

A differenza delle molecole di sintesi chimica, come ad esempio i chemioterapici, che presentano importanti effetti collaterali, le biomolecole di Arzanya hanno una ridotta tossicità. A queste caratteristiche si unisce un’alta stabilità e minori costi di produzione, che le rendono più convenienti rispetto ai farmaci biologici attualmente in uso, non accessibili a tutti. “Generiamo queste molecole biocompatibili attraverso una serie di passaggi successivi in un processo biotecnologico, cioè utilizzando un organismo ‘vivo’: si tratta del comune lievito di pane, ottimizzato in laboratorio per generare fino a un miliardo di biomolecole diverse.  Attuando delle tecniche combinatoriali innovative, andiamo ad identificare e caratterizzare le biomolecole con le qualità che più ci interessano o più adatte allo scopo finale.”

Alla base dello spinoff, nato dalla valorizzazione dei risultati di questa ricerca d’Ateneo, è stato depositato recentemente da Ca’ Foscari un brevetto nazionale. Attualmente l’Ateneo sta negoziando la cessione dello stesso ad Arzanya, che avrà il compito di perfezionare ulteriormente il processo e portarlo sul mercato.

Molti i possibili sviluppi futuri della piattaforma, tra cui l’implementazione dell’intelligenza artificiale. “Seppur non ancora integrato, un grande vantaggio della nostra tecnologia è la possibilità di raccogliere tutte le informazioni generate durante ciascun passaggio ed utilizzarle in un modello di machine learning. Con il nostro sistema generiamo moltissimi dati per ogni tipologia di biomolecole, che potrebbero essere utilizzati da un algoritmo per trovare la soluzione migliore rispetto alla richiesta di partenza.”

Nel mondo delle STEM, la presenza femminile è notevolmente aumentata nel corso degli anni, ma le realtà come Arzanya quasi esclusivamente composte da donne sono ancora poche “È un campo in cui c’è un ampio margine di sviluppo, sia in ambito accademico che industriale. Nonostante in laboratorio fossimo prevalentemente ragazze, l’iter per arrivare a ruoli comparabili a quelli che esercitano gli uomini è molto più lungo e con molti ostacoli.
Fondando uno spinoff abbiamo visto che dal punto di vista imprenditoriale esistono una serie di agevolazioni, perché la società è ben a conoscenza delle difficoltà che le giovani scienziate che operano nel settore devono affrontare.  Speriamo quindi nel nostro piccolo di essere d’esempio, mostrando che è possibile farcela nel mondo delle STEM e dell’imprenditoria anche se si è giovani e donne.”

Arzanya ha recentemente ricevuto il Premio speciale Luciano Miotto per Startup Femminile, istituito per valorizzare l’eccellenza imprenditoriale al femminile e conferito alle giovani imprese il cui nucleo è composto almeno al 60% da donne.

Lo spinoff affronta anche un’altra sfida importante, quella dell’occupazione locale. “Operando nelle biotecnologie – un settore di nicchia, ancora poco sviluppato in Italia - per molti colleghi e colleghe la soluzione per proseguire una carriera in questo campo è stata trasferirsi all’estero. Con la nostra startup vogliamo creare occupazione equa, inclusiva e legata al territorio, nella speranza di contrastare il fenomeno della ‘fuga di cervelli’ che spesso caratterizza il nostro Paese.”

L’attenzione a questo tema è valsa ad Arzanya la vittoria al BCC Innovation Festival 2023, che premia l’innovazione e il perseguimento di alcuni Obiettivi dell’Agenda ONU 2030 alla base dell’iniziativa di Banca Iccrea. Grazie al premio, il team dello spinoff cafoscarino ha potuto prendere parte ad un percorso di sviluppo e accelerazione della durata di 3 mesi, con l’opportunità di presentare l’idea imprenditoriale a potenziali investitori e di incontrare realtà internazionali per creare una rete di relazioni a sostegno della crescita.

Sempre in tema di networking, lo scorso 29 maggio il team di Arzanya è stato tra i 13 gruppi che hanno preso parte al Ca’ Foscari Demo Day, una giornata organizzata dall’Ufficio PInK per presentare a incubatori, acceleratori e investitori del territorio i progetti imprenditoriali nati all'interno dell’Ateneo. L’iniziativa, che si inserisce nella programmazione 2024 di MOSAICO Ca' Foscari Innovation Network, ha portato sul palco il lavoro di docenti, ricercatori e ricercatrici, spin off, studenti e studentesse provenienti da quasi tutti i Dipartimenti.

Francesca Favaro