I podcast sono diventati uno strumento essenziale per avvicinare la cittadinanza alle istituzioni, e anche il Parlamento europeo ha abbracciato questo formato innovativo per comunicare in modo più diretto e coinvolgente le sue attività legislative, le politiche e le decisioni che influenzano milioni di cittadini europei.
Vera Buffolo, alumna cafoscarina, fa parte del team di produzione di Europarl Radio, la web radio ufficiale del Parlamento, che ogni giorno crea e diffonde contenuti audio originali nelle 24 lingue dell’Unione Europea.
Il percorso accademico di Vera inizia a Ca’ Foscari, con una laurea triennale in Lingue, Civiltà e Scienze del Linguaggio - dove si specializza in tedesco e spagnolo - e prosegue con una magistrale all’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, sempre in ambito linguistico.
Nel 2019, la sua carriera internazionale parte proprio al Parlamento europeo, dove viene selezionata per un tirocinio Schuman in quella che all’epoca era una nuova unità, l’Audio Capacity Service, collocata all’interno della Direzione generale della Traduzione del Parlamento, in Lussemburgo. Dopo 5 anni di esperienza come produttrice di podcast, abbiamo chiesto all’ex cafoscarina di raccontarci le soddisfazioni e le sfide del suo lavoro.
Che tipo di programmi radio produce il Parlamento europeo?
Europarl Radio produce tutti i giorni podcast tradotti e registrati nelle 24 lingue ufficiali dell’UE e in ucraino. Il nostro prodotto di punta sono le Notizie Flash, un notiziario quotidiano della durata di pochi minuti, che vi tiene informati sull’attualità del Parlamento e dell’Unione. Offriamo poi serie di approfondimento sui temi e sulle iniziative del PE. Tra queste, “Alzare la posta: legiferare meglio” esamina leggi e decreti discussi durante le plenarie o argomenti ‘caldi’ come l’AI regulation o il Media Freedom Act spiegandoli in modo semplice e completo. La mia serie preferita è “L’Europa ed io”, che offre aggiornamenti sulle iniziative a sostegno della democrazia e dei diritti umani. Nell’ultima puntata raccontiamo María Corina Machado e Edmundo González Urrutia, vincitori del premio Sacharov per la libertà di pensiero di quest’anno. Abbiamo inoltre diverse serie a tema storico, in cui trattiamo le figure chiave e gli eventi cruciali che hanno segnato la storia dell’Unione. Nella serie ‘La mia storia’, per esempio, esploriamo il passato dell’Europa attraverso le testimonianze di privati cittadini che condividono come la loro vita si sia intrecciata con eventi storici di grande impatto, come la Seconda Guerra Mondiale o la rivoluzione in Romania. Potete trovare questo e molto altro sul sito web, sull’APP Europarl Radio, sui canali Spotify e Apple Podcasts.
Ci racconti com’è la tua giornata tipo da Audiovisual Producer?
Lavorare al Parlamento europeo è intrigante e variegato, mi permette di entrare in contatto con persone da tutta Europa, dall’Estonia al Portogallo. La mia giornata tipo potrebbe iniziare ascoltando e editando un podcast in ungherese per finire con la stesura del prossimo podcast in inglese, che andrà poi tradotto e registrato in tutte le altre lingue. Potrebbero esserci meeting su come migliorare la piattaforma Europarl Radio per offrire all’utente un’esperienza ancora più interessante. Insieme ai colleghi traduttori ci confrontiamo spesso su come scrivere un testo chiaro e comunicare con il pubblico. Quindi il mio lavoro comprende diversi ambiti, non si tratta solo di comunicazione o traduzione, è qualcosa di ibrido.
Ciò che mi piace di più del mio lavoro è la possibilità di creare sempre qualcosa di nuovo. C’è ancora molto bisogno di stabilire un collegamento diretto con i cittadini, e di sviluppare nuovi strumenti per far si che questo accada: avere la possibilità di progettare questi collegamenti, dall’organizzazione di trasmissioni radio in diretta, alla collaborazione con un network di radio nazionali, tra cui Radio Ca’ Foscari, alla creazione di contenuti per i social, è molto interessante.
Quali sono le sfide più grandi nella produzione di podcast per un'istituzione come il Parlamento europeo?
La grande domanda a cui cerchiamo di rispondere e su cui tentiamo di migliorarci di volta in volta è come rendere gli argomenti che trattiamo e i nostri podcast accattivanti e interessanti anche per il pubblico, soprattutto per quello più giovane. In primo luogo, penso che l’argomento debba essere interessante per chi ne parla, è fondamentale comprendere a fondo ciò di cui si discute. Detto questo, è importante trovare la formula giusta per mettere tutto nero su bianco in modo interessante e coinvolgente.
Quando scrivo un podcast mi piace pensare di accompagnare l’ascoltatore in un film di avventura, come il Signore degli Anelli, il mio preferito. Si parte introducendo il contesto e i personaggi, si svela la missione, si affrontano poi sfide e ostacoli. Man mano che la storia avanza, emergono imprevisti e conquiste, fino ad arrivare al finale, che talvolta rimane aperto. Questo punto di vista si presta non solo a raccontare la ricerca di un anello ma anche la vita di figure come Louise Weiss, pioniera dell’UE, o il traguardo rappresentato dalla legge europea per la libertà dei media. Ci sono dei personaggi, c’è un problema da risolvere, ci sono delle sfide, a volte sembra impossibile, eppure.. Raccontare storie andrà sempre di moda: a prescindere dal periodo storico, la gente ha il desiderio di ascoltare, a patto che si sappia raccontare.
Come vedi il futuro dei vostri podcast con la diffusione dell’intelligenza artificiale per la produzione di contenuti?
Ogni mattina su Europarl Radio trovate le Notizie Flash, il notiziario audio del Parlamento Europeo disponibile nelle 24 lingue ufficiali dell'Unione Europea e in ucraino. Immaginate se fosse l’Intelligenza Artificiale a scrivere, tradurre ed editare i contenuti. Che risparmio di tempo! Europarl Radio esiste con l’obiettivo di comunicare il Parlamento Europeo, offrendo informazioni sempre corrette, attendibili, verificate e costantemente aggiornate. Inoltre, il nostro team di traduttori, incaricato di tradurre e registrare questi contenuti, è tra i migliori nel settore. Questo assicura una qualità che l’IA, per quanto avanzata, non è ancora in grado di eguagliare. Tuttavia, siamo sempre attenti ai nuovi sviluppi tecnologici e stiamo esplorando soluzioni innovative, rimanendo sempre consapevoli della specificità e dell'importanza del servizio che offriamo.
Che ricordi hai dei tuoi anni a Ca’ Foscari?
Ca’ Foscari mi ha lasciato un’ottima preparazione dal punto di vista accademico e linguistico, e mi rimarrà sempre nel cuore: qui in Lussemburgo uso ancora la borsa con il logo di Ca’ Foscari. Ricordo con gratitudine molti docenti e quanto mi hanno dato e ispirato. Ho anche tanti bei ricordi delle giornate passate a Venezia e dei calzini bagnati dall’acqua alta! Una delle esperienze più belle che ho fatto grazie a Ca’ Foscari è stata prendere parte al programma Erasmus+: l’Ateneo ha talmente tanti collegamenti dal punto di vista internazionale che è stato molto facile partire per un periodo di studio a Francoforte. Quella esperienza mi ha dato il via per poi arrivare dove sono ora: è stato il primo momento in cui ho realizzato che mi sarebbe piaciuto fare una carriera internazionale.
Quali sono i tre valori che ti guidano?
Onestà: verso sé stessi e verso le persone con cui lavori, è il primo passo per parlare con sincerità anche al pubblico, e traspare nel modo in cui scrivi e in ciò che crei.
Flessibilità: in un ambiente così variegato, anche dal punto di vista culturale, è necessario essere flessibili. L’inglese è la nostra lingua franca, ma la sostanza delle nostre interazioni è influenzata moltissimo dalle varie culture di provenienza.
Rigore: prendere con serietà ciò che si fa e cercare sempre di prestare attenzione e migliorare dove possibile.