Graffiti per una buona navigazione: l'antica 'street art' dei marinai greci

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La buona navigazione, in greco euploia - εὔπλοια, era l’augurio più frequente che si ritrova nelle epigrafi in una baia dell’isola di Proti, nel sud del Peloponneso, studiate da Andrea Nanetti, esperto riconosciuto a livello internazionale di Umanistica Digitale, e dal suo team internazionale di ricerca.

Cosa pensavano i marinai dell’antichità mentre viaggiavano? Dove si fermavano? Grazie all’analisi di sessanta frasi graffite sulla roccia abbiamo quasi un’istantanea della vita e della mentalità di marinai che navigavano nel Mediterraneo nei primi secoli d.C.

‘Le iscrizioni dei marinai’ è un progetto scientifico internazionale che intende raccogliere le epigrafi incise da marinai sulle pareti rocciose delle coste del Mar Mediterraneo. Il progetto coniuga la tradizione filologica con avanzate tecnologie informatiche. 

Il coordinatore del progetto, Andrea Nanetti, è professore associato presso la Nanyang Technological University di Singapore, docente a contratto di Digital History presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Ateneo, e già Visiting Scholar a Ca’ Foscari nel 2019 quando ebbe inizio il progetto.

Giovedì 20 giugno 2024 presso l’Ateneo Veneto verrà presentato un importante risultato scientifico del progetto: l’edizione digitale delle iscrizioni dell’Isola di Proti in Grecia. Lo studio delle iscrizioni greche e romane antiche è stato condotto da Damiana BaldassarraFrancesca Crema e Edoardo Cavalli, dottoresse e dottore di ricerca in Storia antica a Ca’ Foscari, membri del Laboratorio di Epigrafia greca del Dipartimento di Studi Umanistici coordinato dalla professoressa Claudia Antonetti.

Abbiamo chiesto al professor Nanetti di raccontarci più nel dettaglio i risultati delle sue ricerche e lo sviluppo del sistema informatico a supporto dello studio filologico.

Quando ha iniziato ad interessarsi a queste iscrizioni?

Ho iniziato i miei studi sulle iscrizioni della baia di Proti nel 2001, quando ho mappato in settori e censito tutte le iscrizioni presenti in diversi punti della baia durante una campagna fotografica pionieristica voluta dall’Università di Bologna in collaborazione con la Soprintendenza greca.

Come mai i marinai lasciavano queste iscrizioni in queste baie isolate?

Nell’isola di Proti, come sulle coste albanesi, sull’isola di Siros nell’Egeo e in altre località costiere, lontano da centri abitati, si conservano queste testimonianze, uniche. Questi luoghi erano sulle rotte di navigazione, ma non sappiamo molto sul come e perché furono originariamente scelti, prima del settimo secolo a.C., e continuarono poi ad essere usati fino almeno all'undicesimo secolo d.C. Erano baie protette dai venti, con facile ancoraggio.

Cosa ci raccontano?

Sono delle frasi graffiate sulla roccia, anche in un greco non perfetto, preziose per conoscere la vita e la mentalità dei marinai dell’antichità. Sono per lo più degli auspici di buona navigazione, ma non mancano le dediche, le invocazioni alle divinità, e semplici liste di nomi.

Sono emerse delle curiosità portando avanti l’analisi?

È molto interessante ad esempio vedere la transizione dal paganesimo al cristianesimo. Ci sono iscrizioni che invocano Afrodite, Atene, i Dioscuri, poi iniziano a comparire elementi cristiani negli stessi spazi. Con il sistema digitale che proponiamo ora le epigrafi possono essere finalmente studiate tutte insieme nel loro contesto. Ci daranno certo delle nuove storie sulla navigazione mediterranea.

Come ha integrato lo studio epigrafico con strumenti informatici?

Utilizzando circa 400 immagini digitali, il gruppo di ricerca ha individuato sessanta iscrizioni di varia lunghezza sulle pareti rocciose dell’isola a picco sul mare. Tutte le iscrizioni sono incise in greco utilizzando la tecnica del graffito per un arco cronologico che va dal VI secolo a.C. all'XI secolo d.C., con una concentrazione nei primi secoli d.C.

Le epigrafi sono disponibili su un applicativo online, grazie alla qualità e all’alta definizione delle immagini sembra quasi di essere lì nella baia. Il supporto informatico è dato dalla pluripremiata iniziativa internazionale Engineering Historical Memory (EHM) che coordino e che unisce oltre 130 studiosi e studiose, ingegnere e ingegneri informatici e oltre 160 studenti e studentesse in formazione. Recentemente EHM ha ricevuto il premio GLAMi 2021 nella categoria “Risorse per studiosi e ricercatori”, è stata selezionata dalla Commissione Nazionale Italiana UNESCO per il premio “Jikji Memory of the World” nel 2022, l’Associazione Europea per le Digital Humanities ha presentato EHM nel 2023. Nel febbraio del 2024 EHM ha ricevuto il premio per Digital Humanities e Studi Multimediali della Medieval Academy of America.

Come funziona questo applicativo?

Gli applicativi di EHM si concentrano sull'uso delle tecnologie digitali per migliorare la comprensione e l'interpretazione dei dati storici senza pregiudicarne l’accuratezza filologica. L’iniziativa integra metodi delle discipline umanistiche tradizionali, la filologia e la storia, con quelli delle scienze computazionali e delle arti visive per creare modi innovativi di esplorare e presentare l’informazione storica dinamicamente, collegando cioè la conoscenza fissata in libri dalle discipline tradizionali con aggiornamenti online in tempo reale. L’esperienza lato utente, chi studia o semplicemente indaga per passione, risulta così reinventata collegando spazi storici come biblioteche, archivi, musei e siti archeologici con gli studi di settore tramite varie applicazioni che consentono di esplorare i dati storici attraverso mappe, sequenze temporali, tag cloud, grafici interattivi, e ricerche in grandi banche dati di pubblicazioni, immagini, e video.

Quali sono gli sviluppi futuri del progetto?

Ci sono molte epigrafi simili nel Mediterraneo. Molte le abbiamo già mappate, fotografate e schedate. Abbiamo in progetto di inserirle nel sistema informatico a cominciare da quelle in Albania e nell’isola di Siros in Grecia. Il grosso del lavoro è già stato fatto impostando la struttura tecnologica. Ora gli epigrafisti possono usarne i frutti. 

Sara Moscatelli