Addio Andrea Camilleri, genio e linguista contemporaneo

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foto di Stefano Corso www.stefanocorso.com
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A 93 anni è morto Andrea Camilleri. Non è in lutto solo il mondo della cultura, ma lo sono tutti i suoi lettori, tutti coloro che hanno amato la penna di questo genio siciliano, che tra le altre cose ha avuto il talento - comune solo a rarissimi ‘Maestri’ - di creare una lingua, dal suono inconfondibile, che fonde italiano e siciliano. Il suo successo più importante è probabilmente il fenomeno letterario e televisivo Montalbano, ma lo ricordiamo anche per la sua personalità, la schiettezza, la voce graffiante e lo stile curato.

Nato nel 1925 a Porto Empedocle, Agrigento, Andrea Camilleri fu regista teatrale e sceneggiatore, raggiunse il successo letterario a quasi 70 anni. Pubblicò il suo primo romanzo, il giallo Il corso delle cose, con una casa editrice a pagamento nel 1978. Da allora è stato autore di quasi un centinaio di opere e ha venduto decine di milioni di copie tradotte in 30 lingue. Il suo ultimo libro, Il cuoco dell’Alcyon, è uscito quest’anno e vede protagonista il commissario di Vigàta alle prese con agenti segreti, FBI e malavita locale.

Francesca Santulli, autrice del libro Camilleri Linguista. La riflessione metalinguistica nelle storie del commissario (Arcipelago Edizioni, 2010), è docente di Linguistica a Ca’ Foscari e rileva che “Nei romanzi di Montalbano l'indagine poliziesca è spesso un'indagine linguistica. La lingua usata da Camilleri contribuisce in modo decisivo a delineare la voce dell'autore e a caratterizzare i personaggi; in questo senso è anche una metalingua, una lingua che parla di se stessa e del suo modo di funzionare.”

La prof.ssa Santulli ha analizzato anche i parallelismi della lingua con il cibo, presenti nelle opere dell’autore siciliano. Riportiamo un brevissimo estratto dal suo articolo Camilleri tra gastronomia e linguistica contenuto nel volume Parole per Mangiare. Discorsi e culture sul cibo A cura di Irina Bajini - Maria Vittoria Calvi - Giuliana Garzone - Giuseppe Sergio (pubblicato da LCM - Lingue Culture Mediazioni - Languages Cultures Mediation dell’Università degli studi di Milano):

“Il ‘mangiare’, come il linguaggio, è segno distintivo dell’uomo [ndr mangiare, non nutrirsi]. I rapporti umani possono essere condizionati dal cibo che però per Montalbano non è sinonimo di covivialità: tutt’altro. Andare a pranzo in casa d’altri è per principio un fatto negativo, perche impone la conversazione a tavola e costringe ad uscire dal godimento personale e silenzioso; le eccezioni (peraltro numerose) sono ben accette quando si prospetta una pietanza speciale di cuoca sopraffina […].”
E ancora:
“La prima analogia tra cibo e lingua risiede nella loro appartenenza alla sfera più intima e caratteristica della persona: i rimandi e le similitudini tra i due ambiti sono frequenti e particolarmente evidenti nel caso di alcuni personaggi. Augello, ad esempio, di cui si è vista la modesta competenza linguistica […] è sicuramente uno dei principali antagonisti di Montalbano sul fronte del cibo, poco affidabile, distratto a tavola, persino sacrilego (quando tenta di mettere il parmigiano sulla pasta con le vongole)”.

Per il momento, noi sappiamo che insieme allo scrittore di Porto Empedocle morirà anche il commissario di Vigata. A quanto pare ci sarà solo un ultimo libro in pubblicazione. In un’intervista a “La Repubblica” lo scrittore aveva svelato: «Ho scritto la fine dieci anni fa… ho trovato la soluzione che mi piaceva e l’ho scritta di getto, non si sa mai se poi arriva l’Alzheimer. Ecco, temendo l’Alzheimer ho preferito scrivere subito il finale. La cosa che mi fa più sorridere è quando sento che il manoscritto è custodito nella cassaforte dell’editore… È semplicemente conservato in un cassetto!».  

Ci uniamo quindi al saluto - riportato qui sotto - che la Sellerio, storica casa editrice di Camilleri, dedica all’autore dal suo sito web

Federica SCOTELLARO