Spesso la passione per lo sport nasce quasi per caso, ma per trasformarsi in carriera, richiede impegno, sacrificio e forza di volontà, qualità che descrivono perfettamente il percorso di Giovanna Epis, alumna cafoscarina e maratoneta professionista.
Nata e cresciuta a Venezia, Giovanna ha scoperto la sua passione per la corsa da bambina e l’ha trasformata presto in lavoro, e ad oggi vanta un palmarès con numerose partecipazioni a competizioni nazionali e mondiali, incluse due Olimpiadi, tra cui i recenti Giochi di Parigi 2024.
Nella strada verso il successo, Epis non si è limitata solo alla pista di atletica, ma ha incluso anche i banchi universitari, dimostrando che una carriera nello sport e l'impegno accademico possono convivere.
Come è iniziata la tua passione per la corsa e come hai deciso di diventare una maratoneta professionista?
Ho iniziato giovanissima, a 11 anni, sulla spinta di mio padre, maratoneta amatoriale.
Mi ha portato all’unico campo d’atletica di Venezia, che si trova a Murano. Ero l’unica ragazzina a correre e mi sono innamorata subito dello sport, perché già dopo due mesi ho cominciato a competere. Sono sempre stata molto competitiva, quindi l’idea di gareggiare mi è piaciuta fin da subito.
Pian piano, quasi per gioco, è diventato il mio lavoro. Ho partecipato ad un concorso per entrare nel gruppo sportivo della Forestale, oggi Carabinieri, e mi sono arruolata subito dopo la fine delle Scuole Superiori, a 18 anni.
Per me è stata una grande fortuna, ho potuto mantenere la passione che mi accompagna fin da bambina e trasformarla in professione.
A Ca’ Foscari hai conseguito sia una laurea triennale che una magistrale nell’ambito delle lingue. Ci racconti com’è stata la tua esperienza universitaria?
Abitando nella zona di Santa Marta, era semplice per me seguire tutte le lezioni in presenza. La fortuna di aver già un lavoro a quell’età mi ha lasciato la possibilità di scegliere un corso di laurea secondo i miei interessi, ed ho scelto quindi di frequentare Lingue. I miei ricordi di Ca’ Foscari sono tutti molto belli. L’università mi ha sempre permesso di evadere dall’atletica: quando ero in aula, ero una studentessa come tutte.
Appena iniziata la magistrale, ricordo di avere passato un anno di difficoltà con gli allenamenti, e lo studio mi ha aiutata moltissimo, mi permetteva di non pensare alle cose che andavano nella mia attività sportiva. Grazie a Ca’ Foscari ho imparato ad organizzarmi e a gestire più impegni contemporaneamente.
Ad agosto hai preso parte alla prova di maratona femminile dei Giochi Olimpici 2024. Puoi raccontarci la tua esperienza a Parigi? Hai notato delle differenze con Tokyo?
Questa olimpiade per me è stata molto diversa. Mi sono qualificata ancora nel 2022 e quindi ho avuto praticamente 2 anni per lavorare sull’approccio mentale a questa competizione.
Purtroppo spesso le cose non vanno come ci si aspetta, e lo scorso aprile ho riportato una microfrattura al bacino, un grave infortunio che mi ha impedito non solo di allenarmi, ma anche di camminare per diverse settimane.
Grazie a tanto lavoro di squadra e ai professionisti che mi hanno seguita, sono riuscita a preparare una maratona in un mese.
Ho vissuto serenamente queste Olimpiadi, ero felice di essere lì e di non avere più dolore. Anche se il mio risultato non rispecchia l’atleta che sono, sono comunque fiera dei progressi che ho fatto da aprile ad agosto e penso sia stata l’esperienza più utile della mia carriera.
A Tokyo ero sicuramente più preparata, ma a Parigi ho sentito veramente lo spirito di condivisione con gli altri atleti e il calore della gente che tifava per noi durante la competizione.
Cosa diresti a chi si trova ad affrontare ostacoli o momenti di difficoltà come quelli che hai vissuto di recente?
Accogliete i momenti no, non fate finta che non ci siano. Affidatevi alle persone che vi vogliono bene e cercate di notare anche i piccoli miglioramenti giorno dopo giorno. C’è sempre qualcosa di positivo, anche se non è semplice da trovare.
Quando ero un po’ più giovane, anche solo l’idea di poter partecipare ad un'Olimpiade sembrava quasi impossibile. Quindi, credeteci sempre, anche nei sogni più grandi!
Quali sono le abitudini o le strategie che segui per mantenerti motivata e concentrata sugli obiettivi?
Da prima di Tokyo, sono seguita da una psicologa sportiva, che mi aiuta molto. Tenere alto il livello di motivazione per un atleta non è sempre facile, ci sono tante pressioni che si creano, sia interne che esterne.
Cerco poi di non perdere mai il senso di divertimento che mi dà la corsa, ogni volta che affronto una gara provo ad essere spensierata come quando ero bambina. Mi dico: non pensare troppo, corri!