Dipartimento di
Economia

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Lisa Crosato

Lisa Crosato

Statistica economica

Ci parli di lei: da dove proviene, cosa insegna a Ca’ Foscari, quali sono i suoi interessi e i suoi ambiti di Ricerca.
Mi chiamo Lisa Crosato e vengo da Treviso. Insegno Statistica al corso di laurea triennale in Commercio Estero e Turismo e Data Analytics al corso di laurea triennale in Digital Management. Fin dalla mia tesi di dottorato mi sono occupata di studiare le imprese italiane, di cui al momento sto analizzando il rischio di fallimento con dati (e modelli) tradizionali e innovativi. I miei ambiti di ricerca includono i modelli robusti per le serie storiche, la stima di indicatori disuguaglianza e la distribuzione dei salari.

Qual è stato il suo percorso accademico?
Dopo la laurea in matematica all’Università di Ferrara, ho conseguito il dottorato in Modelli quantitativi per la politica economica all’Università Cattolica del Sacro Cuore a Piacenza, durante il quale ho avuto l’opportunità di passare un periodo di studio presso il dipartimento di Statistica di LSE, a Londra. Nel 2007 ho vinto il concorso da ricercatore in Statistica Economica all’Università di Milano-Bicocca e dal Novembre del 2019 mi sono trasferita a Ca’ Foscari.

Qual è l'aspetto che più l'appassiona del suo ambito di ricerca?
Ciò che mi appassiona della Statistica Economica è innanzitutto l’approccio: partire da un “problema” economico a cui trovare risposta attraverso l’analisi dei dati. Mi appassiona il processo per cui una massa di dati diventa informazione, mi dà ancora stupore che i modelli statistici riproducano la realtà e mi entusiasma più di tutto la fase in cui una nuova ricerca ha inizio.

Cosa significa, per lei, insegnare e fare ricerca?
Insegnare per me significa mettere gli studenti in grado di capire metodi (anche) complessi avendo sempre in mente le loro possibili applicazioni, lasciandoli alla fine del corso con una serie di strumenti a cui potranno ricorrere, con cognizione di causa, nel proseguo degli studi o nella loro futura occupazione. Mi piace cercare di fargli apprezzare la bellezza e la potenza della statistica e di affiancarli lungo un tratto del loro percorso formativo. 
Fare ricerca si compone di tre cose: curiosità, intuito e perseveranza. Significa raccogliere, o porsi, domande di ricerca e rispondere su base scientifica, scoprire e rivelare, aggiungere il proprio contributo alla conoscenza già disponibile.

Cosa dice ai giovani che si avvicinano alla ricerca oggi?
I giovani che coltivano la passione per la ricerca devono assolutamente cercare di trasformarla nel loro lavoro. Potranno esserci momenti di solitudine e scoramento, perché i risultati non arrivano e la competizione è serrata, ma ci sarà anche l’emozione di vedere prendere forma le proprie idee e di condividerle e metterle in discussione con altri ricercatori. Lavorate sodo, formatevi anche all’estero e costruitevi un buon network: sarete pagati per pensare.