Dipartimento di
Economia

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Vania Brino

Vania Brino

Diritto del lavoro

Ci parli di lei: da dove proviene, cosa insegna a Ca’ Foscari, quali sono i suoi interessi e i suoi ambiti di Ricerca. 
Sono Vania Brino e a Ca’ Foscari tengo corsi di Diritto del lavoro, Diritto del Welfare, International Labour Law. Sono coordinatrice del Master in Diritto del lavoro e della previdenza sociale e responsabile scientifica del Master in Global economics and social affairs.
Il diritto del lavoro nella sua evoluzione a livello globale rientra tra i miei ambiti preferiti di studio poste le implicazioni che la globalizzazione e la digitalizzazione hanno, a tutte le latitudini, sulle condizioni d’impiego e sulle tutele del lavoro. Mi piace ragionare sui processi in fieri di costruzione di un diritto globale del lavoro che sia funzionale a garantire un lavoro dignitoso e il rispetto dei diritti sociali fondamentali di ogni lavoratore e lavoratrice nel mondo.

Qual è stato il suo percorso accademico?
Mi sono laureata a Ca’ Foscari in Economia e Commercio e dopo una breve esperienza in un istituto bancario ho deciso di tornare sui libri, la mia vera passione, per svolgere il Dottorato in Diritto comunitario e comparato del Lavoro presso l'Università degli studi di Ferrara. Concluso il Dottorato sono stata prima assegnista di ricerca, poi Ricercatrice e ora Professoressa associata a Ca’ Foscari. 
Qual è l’aspetto che più l’appassiona del suo ambito di ricerca?
Come dico sempre ai miei studenti all’inizio di ogni corso il Diritto del lavoro è una trama regolativa complicata e stratificata, certamente non agevole da indagare, ma al contempo estremamente affascinante e sfidante. Si tratta di una materia dotata di una radicata e composita matrice valoriale di riferimento: il lavoro può assumersi come una leva fondamentale per garantire lo sviluppo sociale ed economico di qualsiasi società. Il diritto del lavoro ha, in questo senso, un’anima plurale in quanto parla il linguaggio delle donne e degli uomini che nel lavoro trovano uno strumento di sostentamento ma altresì di realizzazione ed affermazione personale. 

Ha sempre pensato che questa fosse la sua strada?
Lo studio ha sempre fatto parte integrante della mia vita, e con esso il desiderio di scoprire e andare alla radice delle questioni, ma non sono mai stata capace di pianificare il mio destino. La vita è ricca di sorprese e certamente le sono grata per il percorso professionale che ho svolto qui a Ca’ Foscari. Ricordo come fosse ieri il primo Consiglio di Dipartimento da Ricercatrice e quel mix di paura, curiosità e soddisfazione per il traguardo raggiunto. 
Poter insegnare nelle aule in cui mi sono formata e potermi sedere al fianco di colleghi autorevoli, che sono stati i miei professori durante gli studi universitari e mi hanno trasmesso la sete di conoscere ed approfondire, mi riempie di orgoglio.

Cosa significa, per lei, insegnare e fare ricerca?
Credo che poter insegnare e fare ricerca sia un grande privilegio. 
La ricerca ti porta ad esplorare terreni nuovi, ti spinge oltre nel costante bisogno di trovare risposte, di indagare la dimensione di senso delle norme giuridiche, la loro propensione alla risoluzione dei problemi pur nella complessità del tempo presente, il loro essere sintesi di razionalità composite che talvolta entrano in collisione tra loro e in questo senso creano nuove sfide interpretative e regolative per lo studioso.
E poi c’è l’insegnamento. Un’opportunità preziosa per tante ragioni ma su tutte per la possibilità di essere parte del percorso formativo degli studenti, di esserci nel momento in cui stanno gettando le basi per il loro futuro. Credo che il docente debba entrare in aula con l’obiettivo di trasferire, oltre alle conoscenze relative al suo specifico settore disciplinare, la propensione al pensiero critico, ragionato, curioso e consapevole. E poi, citando Seneca, “c'è un vantaggio reciproco perché gli uomini mentre insegnano, imparano”.