Dipartimento di
Economia

Primi piani

Annalisa Colombino

Annalisa Colombino

Geografia economico-politica

Ci parli di lei: da dove proviene, cosa insegna a Ca’ Foscari, quali sono i suoi interessi e i suoi ambiti di Ricerca. 
Mi chiamo Annalisa Colombino e sono nata a Torino. A Ca’ Foscari insegno geografia economica, geografia del turismo e geografia economico-politica. All’inizio della mia carriera mi sono occupata di marketing del territorio e di rigenerazione urbana. Successivamente ho sviluppato un interesse che incrocia la geografia del cibo e quella animale (animal geography) e mi sono occupata di branding, biocapitalismo, bioeconomie e commodification e consumo della natura. Nelle le mie ricerche empiriche adotto metodi qualitativi, principalmente etnografici, incluse le interviste e metodi visuali, e strategie analitiche come l’analisi del discorso.

Qual è stato il suo percorso accademico?
Mi sono laureata in Lingue e Letterature Orientali (Giapponese) a Ca’ Foscari e poi ho conseguito un Ph.D. in geografia umana alla Open University, a Milton Keynes, nel Regno Unito. Sono stata International Fellow in Urban Studies alla Johns Hopkins University, a Baltimora, negli USA, dove ho approfondito i temi della rigenerazione urbana e del marketing del territorio ‘dal basso’. Prima di arrivare Ca’ Foscari, ho lavorato per oltre otto anni al Dipartimento di Geografia all’Università di Graz, in Austria. Nel 2018 ho conseguito l’abilitazione come professore associato in geografia.

Le soddisfazioni professionali più grandi?
Oltre ad un paio di articoli pubblicati su riviste prestigiose, essere riuscita a rientrare in Italia dopo molti anni trascorsi all’estero.

L’ ambito di cui si è sempre voluto/a occupare ma che non ha ancora avuto occasione di esplorare?
Forse non da sempre ma, prima o poi, mi piacerebbe lavorare anche sulle geografie legate all’industria dell’intrattenimento e del tempo libero come le imprese circensi e quelle legate realtà virtuale, inclusi i loro consumatori. Vorrei anche continuare ad occuparmi delle ‘diverse economies’ e delle economie ‘marginali’, che ho iniziato ad affrontare occupandomi di transumanza. Queste sono, per esempio, le economie informali e/o quelle attività che la geografia economica mainstream ha considerato poco, come per esempio il volontariato e il prendersi cura degli altri (degli umani, degli animali e dell’ambiente), il procurarsi il cibo attraverso caccia, pesca e coltivazione degli orti, e così via. 

Cosa dice ai giovani che si avvicinano alla ricerca oggi?
Alle persone che vogliono fare i ricercatori posso consigliare di imparare molto bene almeno l’inglese, trovare una borsa di studio per fare il dottorato in un centro possibilmente prestigioso e con dei supervisor che li seguano dedicando loro del tempo. Fare esperienza all’estero credo sia fondamentale per ampliare le proprie conoscenze e competenze, e anche i propri network professionali. Infine, pensare che, con un dottorato in mano, si può anche lavorare al di fuori dell’accademia.