Le candidature al concorso sono terminate. Tutti i risultati verranno pubblicati, secondo calendario, alla pagina dedicata alle Selezioni.
Per ulteriori informazioni contattare l’Ufficio Dottorato di Ricerca (phd.application@unive.it).
Istituito in convenzione con le Università di Udine e di Trieste, il dottorato, è stato concepito secondo una formula che si riallaccia a una secolare tradizione di studi, ma che guarda contemporaneamente al futuro attraverso l’impiego di metodologie e tecnologie fortemente innovative.
La denominazione “Scienze dell'Antichità” coerente con un modello di visione unitaria del mondo antico che affonda le radici nel concetto di Alterthumswissenschaft del XIX secolo, rispecchia le molteplici tematiche e discipline inerenti ai problemi storici e interpretativi posti da monumenti e testi, secondo proprie specifiche metodologie e tecniche, indicandone al contempo la fondamentale complementarietà e la comunanza di obiettivi. Il dottorato si articola in tre indirizzi:
Nell’ambito dei tre indirizzi, ciascuno dotato di una consolidata metodologia scientifica secondo parametri riconosciuti a livello internazionale, il dottorato si propone di formare studiosi con una preparazione altamente qualificata, indirizzata non solo verso il mondo della ricerca, ma anche verso quello del lavoro, sia nel settore pubblico, sia in quello privato. Attraverso una serie regolare di seminari di ricerca specialistici e interdisciplinari, organizzati da ciascuna delle tre sedi in pieno coordinamento con le altre due, e attraverso momenti formali di presentazione e condivisione delle ricerche (più o meno legate al lavoro di tesi) alla presenza dei docenti, i dottorandi acquisiscono sia una documentata competenza nell'indirizzo di loro specifica pertinenza sia una piena consapevolezza delle possibilità di dialogo e di confronto tra le diverse branche delle Scienze dell'antichità.
L'originalità del Corso, anche a livello nazionale, sta proprio nell'interazione costante tra le diverse anime degli studi sul mondo antico, troppo spesso altrove smembrate tra organismi diversi e variamente asfittici: fecondi e continui gli scambi, qui, tra orientalisti e classicisti, tra storici del mondo greco e archeologi del mondo orientale, tra specialisti di storia dell'epigrafia latina e studiosi di collezioni di manoscritti. Di particolare valore, poi, l'apporto delle tecniche innovative applicate alla ricerca archeologica (gli ultimi sviluppi delle tecnologie GIS per il telerilevamento; l'apporto di studi di carattere ambientale alla ricostruzione delle città e delle società antiche e medievali; le nuove banche dati per il tracciamento e il recupero dei beni culturali esportati illegalmente etc.), storica (anzitutto lo studio delle epigrafi greche e latine, la loro integrazione e lo smascheramento dei falsi), e filologica (interi progetti vertono su nuove edizioni digitali o sullo sviluppo di applicativi informatici capaci di rivelare le peculiarità formulari o espressive dei testi).
L'apertura a laureati di altre università nazionali e - recentemente - anche internazionali si rivela un elemento cardine nell'intercettare alcuni tra i giovani ricercatori più capaci e motivati. Al bando partecipano regolarmente candidati stranieri (occasionalmente vincendo anche), e un'intensa politica di scambi e co-tutele ha consentito a diversi dottorandi di trascorrere lunghi periodi di studio in varie università d’Europa e d'America, per non parlare del rinnovo di accordi specifici con istituzioni del ramo, come la Scuola Archeologica Italiana di Atene, dove diversi dottorandi hanno soggiornato per mesi.
insegnamento nella scuola secondaria: le competenze specifiche fornite dal Corso di dottorato riguardano gli sviluppi più recenti della ricerca nell'ambito della Letteratura greca e latina e della Storia antica e medievale, con particolare attenzione al legame con le realtà del territorio e allo sviluppo di metodologie didattiche innovative
inserimento in ambito accademico: la proiezione internazionale del dottorato porta i dottorandi a contatto con le realtà accademiche più prestigiose a livello europeo, e fornisce spesso la base per collaborazioni e percorsi di studio e professionali che si sviluppano in contesti non solo italiani. D'altra parte, l'acquisizione di competenze specifiche nell'ambito della pubblicazione di lavori scientifici e della ricerca di base consente a questi giovani ricercatori di maturare i requisiti per concorrere ad assegni di ricerca e borse post-doc, nonché di saper mettere in piedi progetti di ricerca in risposta a bandi competitivi di natura nazionale e internazionale
inserimento nella pubblica amministrazione: il Dottorato di ricerca costituisce titolo in concorsi per funzionari archeologi, archivisti e bibliotecari del Ministero della Cultura, e da questo punto di vista le collaborazioni in essere con gli enti locali, le gite di istruzione promosse dal Dottorato, oltre che il respiro nazionale legato alle diverse provenienze dei dottorandi (spesso riflesso, per es., nelle loro diverse esperienze a livello archeologico, o nei diversi orientamenti delle loro ricerche storico-filologiche), garantiscono un saldo legame con il territorio e la conoscenza diretta e approfondita delle principali istituzioni di conservazione e valorizzazione dei Beni culturali del nostro Paese
libera professione: dal 2009 l'iscrizione al dottorato (o alla scuola di specializzazione) è necessaria per poter partecipare ai concorsi per funzionario di soprintendenza archeologica organi periferici del Ministero della Cultura. Il titolo di dottore di ricerca è necessario per poter svolgere l'attività di consulenza e progettazione per il Ministero della Cultura, come libero professionista. Proprio a favorire l'acquisizione di specifiche competenze per esercitare la libera professione di archeologo è ormai consolidata consuetudine la partecipazione dei dottorandi dell'area archeologica, con ruoli di responsabilità, ai progetti di scavo diretti da membri del collegio del dottorato in Italia e all'estero e a tutti i progetti di catalogazione e di altro genere avviati di concerto con le Soprintendenze per i beni archeologici
a tutto questo si aggiungono naturalmente i possibili sbocchi nell'àmbito dell'editoria e del lavoro culturale "di alto livello”