RAI TV
2001: Senza confini. Il commissario Palatucci
Del tema comincia ad occuparsi anche un altro genere televisivo: lo sceneggiato, o fiction. Anche qui, l'enfasi inizialmente è tutta sulla solidarietà prestata agli ebrei dal resto della popolazione italiana. Così è in Storie d'amore e d'amicizia (6 puntate in onda sulla Rete1 nel 1982), sull'amicizia in tempo di guerra tra due giovani romani, un ebreo e un "ariano". Ad inizio millennio, poi, varie fiction RAI mettono in scena figure di eroici italiani salvatori di ebrei (o ritenuti tali, all'epoca, giacché le effettive benemerenze di alcuni di loro sono poi state messe in discussione).
E' il caso di 'Senza confini', dedicata al questore di Fiume Giovanni Palatucci (regia di Fabrizio Costa; ID teca: F332461). Trasmessa in prima serata su RaiUno il 23 e 24 settembre 2001 (con 4,7 milioni di ascolto e share del 18%), viene replicata poi su RaiDue in occasione del Giorno della Memoria del 2004.
(A Palatucci sarà poi dedicata nel 2006 anche una puntata della serie “La storia siamo noi”: Giovanni Palatucci, il questore giusto, di Daniele Cini).
La notizia delle leggi razziali
In questa scena, tratta dalla prima puntata della fiction, è evidente la rappresentazione del bravo italiano, contrario alla svolta antisemita del regime e istintivamente solidale con gli ebrei. Tale tradizionale convinzione, mentre comincia a vacillare nella storiografia e nei documentari e programmi di approfondimento, trova espressione invece nelle fiction, il genere di racconto più popolare.
L'ultima arringa dell'avvocato ebreo
Tuttavia, anche in questo genere televisivo vi sono, a ben vedere, sequenze di segno diverso e, col passare degli anni, segnali d'una progressiva evoluzione. In questa scena (tratta sempre dalla prima puntata) l'avvocato ebreo Poras denuncia l'ingiustizia della discriminazione, tra la riprovazione generale della corte, dei colleghi avvocati e degli astanti, italiani comuni presenti in Tribunale.
2002: Perlasca. Un eroe italiano
Perlasca. Un eroe italiano.
Di Alberto Negrin, in onda in prima serata su RaiUno il 28 e 29 gennaio 2002.
Interpretata dal popolare attore Luca Zingaretti, la fiction racconta come Giorgio Perlasca, un commerciante italiano (con trascorsi fascisti) abbia salvato a Budapest circa 5000 ebrei fingendosi console spagnolo. Ottiene nelle due serate un ascolto altissimo, rispettivamente di 11,4 milioni e quasi 13 milioni (share del 38,9 e 43,8%). Il sottotitolo è emblematico dell'impostazione sottesa.
Dello stesso tenore, in quegli anni, anche altre due fiction in prima serata su RaiUno: La fuga degli innocenti (2004) sulla storia vera di un gruppo di ragazzi ebrei in fuga dall’est-Europa che tra il ’41 e il ’43 venne accolto in un paese dell’Appennino emiliano e grazie all’aiuto della popolazione locale riuscì a riparare in Svizzera; e Gino Bartali - L'intramontabile (2006), relativamente alla parte della fiction sul contributo prestato dal campione del ciclismo al salvataggio di circa 800 ebrei in Toscana.
2007: Correva l’anno
Correva l’anno. Speciale fascismo. La difesa della razza. Il fascismo e gli ebrei. Di Francesco Linguiti. In onda il 23 maggio 2007 su RaiTre alle ore 23.35 (ID Teca: F471469/1).
Il documentario alterna i filmati d’archivio con interviste agli storici Michele Sarfatti ed Emilio Gentile. Il primo sottolinea la forte campagna propagandistica attuata dal regime per “diffondere a man bassa l’antisemitismo nella popolazione”; il secondo, nell’estratto qui scelto, illustra la reazione degli Italiani alle leggi razziali, caratterizzata da indifferenza quando non addirittura da soddisfazione o da tentativi di approfittare delle persecuzioni varate contro i loro concittadini. La svolta storiografica comincia dunque a palesarsi anche in televisione, seppur contraddetta, a fine documentario, dalle conclusioni di Paolo Mieli, il quale sottolinea che alle mancate proteste del ’38 fecero seguito i “numerosi aiuti” prestati dopo l’8 settembre, sicché – conclude – “l’Italia (…) come popolo ne uscì abbastanza indenne”.
2008: La grande Storia
Dalle leggi razziali alla Shoah. Di Daniela Padoan. In onda il 12 ottobre 2008 su RaiTre, alle ore 13.30 (ID teca: F394280).
Segre: Un filo nero
Viene qui presentato in maniera esplicita il legame che dalle leggi razziali porta alla Shoah. Questo legame è la tesi centrale del documentario, sin dal titolo e da questa dichiarazione di Liliana Segre posta come prologo.
Segre, D'Angeli, Finzi: l'esclusione
Questa puntata è costruita sulle testimonianze dei sopravvissuti italiani. La recente enfasi (anche internazionale) sulla raccolta dei ricordi dei testimoni, da intervistare "prima che sia troppo tardi", risulta ben giustificata ascoltando queste parole di Liliana Segre, Ferruccio D'Angeli e Cesare Finzi, che restituiscono vividamente, concretamente quanto accaduto.
Bauer: il tradimento e l'arresto
Goti Bauer rievoca il suo arresto (come già in 'Memoria': vedi sopra), qui mettendo in luce il meccanismo criminale adottato dai profittatori per la consegna alle autorità (da cui spesso intascavano un'ulteriore taglia, oltre ai compensi già estorti coll'inganno ai fuggiaschi). Una testimonianza che certo non depone a favore di bilanci "edificanti" sul comportamento degli italiani di allora.
Segre: Le responsabilità italiane
Anche il finale della puntata è affidato a Liliana Segre, che sintetizza qui come le responsabilità per l'accaduto riguardino non solo il regime fascista ma tutto il Paese, per l'indifferenza mostrata di fronte alla mostruosità di quanto stava avvenendo ai propri vicini.
Storiografia e memorialistica
Gli ebrei nell'Italia fascista
2000: Comincia una nuova stagione, particolarmente ricca di studi sul tema. Si segnalano quelli di Michele Sarfatti, Gli ebrei nell’Italia fascista (2000), Le leggi antiebraiche spiegate agli italiani di oggi (2002), La Shoah in Italia (2005), quello di Schwarz, Ritrovare se stessi. Gli ebrei nell’Italia postfascista (2004). Tali studi ribaltano la precedente interpretazione minimizzante e auto-assolutoria delle responsabilità italiane.
Autore:
Michele Sarfatti
Delatori
2001: Primo studio sull'universo di delatori e spie del regime, include due densi capitoli sulle delazioni antisemite. Nel primo si legge: "L'enfatizzazione dell'Italia benevola e altruista ha affievolito la percezione dell'Italia traditrice. (...) La cattura di centinaia e centinaia di persone fu possibile grazie a un fenomeno di segnalazioni assai più diffuso di quanto non si creda. E ancora prima della (...) RSI, [vi fu] l'attivo contributo di svariate centinaia di delatori" (p. 136) Il capitolo seguente, titolato "5000 lire per un ebreo" ricostruisce la collaborazione allo sterminio ebraico da parte "di tanti, di troppi italiani" (p. 196)
Autore:
Mimmo Franzinelli
Caino a Roma. I complici romani della Shoah
2005: Presentate le evidenze su quanto accaduto a Roma in quei tragici frangenti, lo storico scrive nelle Conclusioni: “Non si può dare la responsabilità di tutto ciò al solo Mussolini, oppure all’alleato occupante nazista; troppo furono i complici che parteciparono senza che nessuno li costringesse, troppi furono gli ‘uomini comuni’ che si distinsero per l’accanimento e la ferocia con la quale si scagliarono volontariamente contro gli ebrei”. (p. 151)
Autore:
Amedeo Osti Guerrazzi
Il fascismo e gli ebrei
2006: Lo storico Enzo Collotti pubblica Il fascismo e gli ebrei. Le leggi razziali in Italia.
Vi si legge: “L’indignazione che colpì molti semplici cittadini (…) spesso non generò gesti concreti di solidarietà ma un prudente ritiro nel proprio particulare“ (p.84)
Autore:
Enzo Collotti
L’Italia fascista e la persecuzione degli ebrei
2008: Anche la storiografia internazionale recepisce la nuova prospettiva.
Dalle Conclusioni: “In Italia come in Francia gli uomini e le donne che salvarono degli ebrei mettendo in pericolo la loro vita furono una minoranza” (p.373); “l’antisemitismo derivò da un’esigenza di politica interna”; “l’adesione popolare all’ideologia razziale fu ridott[a], ma (…) la quasi assenza di proteste e l’esecuzione diligente delle disposizioni antisemite possono essere considerate come una vittoria del regime. (…) molti italiani ‘obbedirono’ anche se forse non ‘credevano’ e li trattarono [gli ebrei] come nemici della nazione” (p. 376-377).
Autore:
Marie-Anne Matard-Bonucci
Il libro della Shoah italiana
2009: Marcello Pezzetti, storico del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, cura questa vivida e preziosa antologia di testimonianze di ben 105 ebrei italiani sopravvissuti alla deportazione. Le interviste alla base del volume, raccolte e filmate tra il 1995 e il 2008, sono confluite in parte anche nel succitato documentario "Memoria. I sopravvissuti raccontano". Il quadro che emerge indirettamente dall'ascolto di questo coro di ricordi è quello di una persecuzione sconvolgente e pervasiva, a cui la stessa popolazione fu tutt'altro che estranea.
Autore:
Marcello Pezzetti
Cultura e politica
2000: Istituito in Italia il ‘Giorno della Memoria’ (27 gennaio), per ricordare la Shoah e le leggi razziali. Il voto del Parlamento è unanime, ma per ottenere tale ampio consenso, il testo della legge paradossalmente evita di menzionare il perpetratore delle persecuzioni ricordate, ossia il nazifascismo.
2002: Parte il primo ‘treno della memoria’, iniziativa (ideata da Ugo Caffaz: vedi sopra) che negli anni porta a visitare Auschwitz decine di migliaia di ragazzi italiani
2005: Il Giorno della memoria è istituito anche a livello mondiale, con voto della ONU.
Da pochi mesi erano state proclamate le leggi razziali, e stavo diventando un isolato anch’io”
Primo Levi
(da Il sistema periodico, p. 397)