RAI TV
1962: Hitler Überall
Anni d’Europa – Storia del Terzo Reich, pt.3 (Hitler Überall; ID Teca: C1471),
trasmesso venerdì 19 ottobre 1962 sul Secondo Canale alle 21.05.
Regia di Liliana Cavani, testi di Boris Ulianich (storico e in seguito senatore, nelle file della sinistra indipendente).
Questo è l’estratto che fin qui gli studiosi avevano erroneamente ritenuto la prima menzione televisiva delle leggi razziali. Nell’ambito della sua serie sulla storia del nazismo, la giovane regista Liliana Cavani inserisce un riferimento all’antisemitismo fascista, seppur breve (venti secondi appena, anche dato il contesto tematico), presentandolo come una mera imitazione del nazismo.
1963: Tv7. Piazza Giudia
Tv7. Piazza Giudia. Di Sergio Zavoli. In onda il 21 ottobre 1963, alle ore 21.05, sul Canale nazionale (ID Teca: F326433).
A vent’anni di distanza dal rastrellamento del 16 ottobre ’43, Sergio Zavoli porta le telecamere di ‘TV7’ nel quartiere ebraico di Roma, trovando diversi sopravvissuti pronti a rievocare l’accaduto. Ne esce un’inchiesta di circa 16 minuti (di cui qui abbiamo scelto un estratto), preziosa dal punto di vista storico e magistrale dal punto di vista televisivo (si notino le riprese del pallone dall’alto, gli eleganti movimenti di camera, il taglio di montaggio che passa da un braccio all’altro, le telecamere che seguono un abitante nel cortile interno e sui tetti retrostanti la casa, conducendo così lo spettatore non solo nella vita quotidiana del ‘ghetto’ ma anche nelle improvvisate vie di fuga e nell’intimità violata all’alba di quel sabato nero). Dal punto di vista storico, il servizio non sostiene una tesi predefinita, ma documenta in modo asciutto eppure ricco di umanità il ricordo vivido del dolore e dell’aiuto dato o ricevuto.
1965: La lotta per la libertà
‘La lotta per la libertà. Vent’anni di opposizione al fascismo’, pt.3. In onda l’8 maggio 1965, alle 22.30, sul Programma Nazionale (ID Teca: C5077). A cura di Manlio Del Bosco (militante radicale), con la collaborazione del noto giornalista Andrea Barbato, per la regia di Giuliano Tomei. Ottimi i riscontri di pubblico, sia come indice di gradimento (73) che di ascolto (3,5 milioni) (dati del Servizio Opinioni).
E’ la prima trattazione ampia delle leggi razziali (al di là dell’inchiesta di Zavoli sullo specifico rastrellamento di Roma). 8 minuti sui 48 totali della puntata. Le leggi razziali sono inquadrate nell’ambito della storia dell’antifascismo. Esse avrebbero costituito – come ben riassume la sinossi del programma sul Radiocorriere (n.18, 1965, pp.60-61)– «uno degli atti più impopolari commessi dal regime fascista [che] il popolo italiano, ed anche alcuni seguaci di Mussolini, non si sentono di accettare», in quanto «infamia contraria alle tradizioni del paese». La tesi sostenuta è quella di leggi calate dall’alto dal regime ma non accettate dalla popolazione, che anzi ad essa si sarebbe istintivamente ribellata. E’ la lettura – seducente perché facilmente auto-assolutoria – riassumibile nel luogo comune «italiani brava gente» e che poi verrà chiamata «mito del bravo italiano». Tale tesi del documentario è esposta chiaramente sia dallo storico Renzo De Felice intervistato nel suo studio, sia dal testo letto dalla voce fuori campo, preparato con la consulenza di due storici, Gaetano Arfé e Gabriele De Rosa, di area rispettivamente socialista e democristiana (il secondo, peraltro, autore egli stesso in gioventù, nel ’38, di un opuscolo antisemita, di cui poi si sarebbe pentito).
Storiografia e memorialistica
Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo
1961: Esce per Einaudi la prima monografia scientifica sul tema. Storia degli ebrei sotto il fascismo. A scriverla, su commissione dell’Unione Comunità Israelitiche, è un giovane storico (fin lì ancora mai occupatosi del fascismo): Renzo De Felice. Confuta l’idea che quella legislazione fosse dovuta a una diretta imposizione nazista (p. 192). La definisce però, in confronto ad altre, “tutt’altro che personalmente oppressiva” (p.256). E aggiunge: “I primi provvedimenti e l’idea stessa di essi erano stati respinti dalla stragrande maggioranza degli italiani con una unanimità una volta tanto veramente totalitaria”. (p. 345)
Autore:
Renzo De Felice
Cultura e politica
1961: Il Processo Eichmann, tenutosi a Gerusalemme a carico del gerarca nazista Adolf Eichmann porta il tema del genocidio ebraico (fin lì largamente rimosso) al centro dell’attenzione internazionale. Durante il processo, il Procuratore generale e la teste italiana sottolineano la grande solidarietà prestata dagli italiani agli ebrei. Lo stesso fa la filosofa Hannah Arendt nel suo celebre saggio ispiratole da quel processo, La banalità del male (1963).
1961: Un altro cinegiornale, riferendo del processo Eichmann, sottolinea “l’opera di alta umanità degli italiani in difesa degli ebrei braccati dalle SS e dalla Gestapo”. (‘Roma: un italiano salvatore di ebrei’, “Caleidoscopio ciac” n. 1311, 27-04-1961)
1961: Esce al cinema il film L’oro di Roma, di Carlo Lizzani, sul modo in cui gli ebrei riuscirono – anche con aiuti dei romani non ebrei – a raccogliere i 50kg d’oro estorti loro dai nazisti.
1962: Inizia l’era del “centro-sinistra”, con l’inclusione dei socialisti al governo. Ciò porta una maggiore enfasi sulla Resistenza antifascista come valore unificante e fondativo della Repubblica, epopea redentiva di ogni colpa passata.
1962: esce il romanzo di Giorgio Bassani Il giardino dei Finzi Contini, sulla persecuzione degli ebrei di Ferrara. Vince il Premio Viareggio.
1964: Esce il film Italiani brava gente (di Giuseppe De Santis). Contribuisce a diffondere l’espressione e il luogo comune del “bravo italiano”