A Ca’ Foscari tre nuove ricercatrici “Marie Curie”
Si consolida il successo di Ca’ Foscari nell’ambito dei finanziamenti “Marie Skłodowska-Curie”. Ai 23 grant annunciati lo scorso febbraio, si aggiungono tre nuovi progetti per i quali la Commissione europea ha trovato le risorse necessarie scorrendo il ranking dei progetti con valutazioni eccellenti. Le ricercatrici Caterina Borelli, Tania Saeed e Camilla Bertolini portano quindi l’ateneo veneziano a quota 26, confermato come unica università italiana tra le migliori europee.
Frontiere e accoglienza
L’antropologa Caterina Borelli ha conquistato una Global Fellowship, tipologia di finanziamento che prevede un biennio in un'istituzione extra-europea e poi il rientro a Ca’ Foscari. Trascorrerà i primi due anni presso la New School of Social Research di New York, ed il terzo anno presso di Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali dell'Università Ca' Foscari, sotto la supervisione del professor Fabio Perocco. Per lei si tratta di un ritorno nell’ambito accademico dopo un’esperienza da ricercatrice indipendente.
Il suo progetto triennale BeCamp è concepito come un approccio antropologico al sistema di seconda accoglienza dei richiedenti asilo in due paesi europei di primo arrivo. Lo studio si interroga su come i molteplici dispositivi di controllo e gestione dei richiedenti asilo e dei migranti illegalizzati da un lato, e le strategie quotidiane di adattamento a questi sistemi da parte dei soggetti che vivono al loro interno o ai loro margini, dall'altro, mutino d'accordo a diversi fattori, come la contingenza politica.
L'ipotesi di partenza è che la frontiera, lungi dall'essere una mera linea di demarcazione, sia in realtà un'entità molto più complessa e più ampia, che inizia ben prima e finisce molto dopo il confine in senso stretto, e che segue il migrante nel tempo sotto forma di apparati assistenziali, burocrazia etc.
Le reti dei populismi
Tania Saeed arriverà a Ca’ Foscari dal Pakistan, dove è attualmente professoressa associata alla School of Humanities & Social Sciences della Lahore University of Management Sciences. E’ un’esperta in formazione, terrorismo ed islamofobia con un dottorato ad Oxford. Ha all’attivo due monografie, numerose pubblicazioni, riconoscimenti.
Con la supervisione del professor Matteo Legrenzi, al Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali condurrà un progetto biennale sul nesso tra il populismo della destra nel sud dell’Asia e i network globali che hanno contribuito al suo successo, così come alle implicazioni nel populismo del Nord globale.
Il progetto, Inter-Nationalist, si occuperà di mappare la rete internazionale del partito di governo indiano Bharatiya Janata Party (BJP). Analizzerà le prospettive dei giovani membri dei gruppi legati al partito, ma anche delle associazioni studentesche in India e Pakistan, considerando molti aspetti come genere, religione, casta, classe, etnia. Il risultato sarà uno studio sulle reti populiste tra Nord e Sud e sulla fortuna di queste ideologie tra le comunità minoritarie del Nord.
Acquacoltura sostenibile
Camilla Bertolini, biologa formatasi a Plymouth e Belfast, ha conseguito un post-doc al Royal Netherlands Insititute for Sea Research dove ha condotto ricerche sulle mitilicolture e su come rendere le pratiche di coltura sul fondale più resistenti, investigando le relazioni tra densità, predatori, correnti, tipo di fondale.
A Ca’ Foscari lavorerà per un biennio con la supervisione del professor Roberto Pastres (Dipartimento di Scienze Ambientali, Informatica e Statistica) al progetto MAREA. Si occuperà di acquacultura, la cui espansione è necessaria per rispondere all’aumento di fabbisogno alimentare senza aggiungere ulteriori pressioni sulla pesca.
L’acquacoltura di molluschi bivalvi è considerata una delle pratiche più sostenibili, anche se alcuni impatti negativi dovuti a incremento di depositi organici nel sedimento possono verificarsi. Per limitare questi impatti è possibile integrare alla classica molluschicoltura un approccio di ripristino ambientale. Questo può apportare addizionali effetti positivi, come il ritorno di biodiversità ma anche ritorni economici e culturali.
Il progetto mira ad ottimizzare questi effetti integrando ripristino e acquacultura tramite la re-introduzione di banchi di ostrica nativa (Ostrea edulis) utilizzando l’area di fondale presente sotto alle mitilicolture in sospensione, utilizzando il seme di ostrica reclutato per iniziare una filiera di coltivazione di ostrica nativa (ritorno economico) mantenendo il banco ripristinato intatto (ritorno ecologico). Questo verrà fatto combinando modellistica con approccio sperimentale in un sito pilota nell’Adriatico settentrionale. In ultimo, scenari di cambiamento climatico verranno applicati per identificare la potenzialità di questo approccio su un lungo termine.