Il Bacino di San Marco senza moto ondoso (contributo fotografico di Marco Contessa per la ricerca cafoscarina)

Il virus ‘ferma’ la Laguna, ma residenti attivi per studiare l’ecosistema

Il blocco della mobilità e l'assenza di visitatori stanno cambiando Venezia. Per gli ecologi un'occasione di ricerca non voluta ma preziosa. Coinvolti i residenti nella raccolta dati

La pandemia di COVID-19 che ha svuotato Venezia e quasi azzerato il traffico in laguna offre un’indesiderata ma preziosa occasione per studiare il rapporto tra l’uomo e l’ambiente. L’assenza di moto ondoso e la qualità dell’acqua nei canali hanno già ispirato molti residenti che hanno immortalato e condiviso le immagini di una Venezia non ordinaria. Il gruppo di ricerca in Ecologia dell’Università Ca’ Foscari Venezia ha pensato quindi di cogliere l’attimo raccogliendo più immagini e informazioni possibili sulla laguna ai tempi del coronavirus chiedendo ai residenti di collaborare, per quanto possibile.

I cittadini-scienziati che riusciranno a documentare la presenza di fauna o lo stato di rii e canali dalle loro finestre o durante i pochi spostamenti necessari e consentiti potranno trasmettere foto, video o testimonianze via Facebook, compilando un modulo online o scrivendo alle ricercatrici Silvia Rova e Alice Stocco.

La ricerca servirà a delineare nuovi sistemi di sostenibilità per la laguna. Sotto osservazione saranno i cosiddetti servizi ecosistemici, che vanno dai processi ecologici e idrodinamici che regolarmente depurano le acque, alle barene e alla vegetazione acquatica che catturano anidride carbonica, passando per la pesca, lo svago e le gite nell’ambiente lagunare.

“Da una prospettiva di ricerca, la situazione anomala che stiamo vivendo si offre come un esperimento, non voluto, i cui effetti possono essere osservati e quantificati - spiega Fabio Pranovi, professore di Ecologia al Dipartimento di Scienze Ambientali, Informatica e Statistica e coordinatore del gruppo di lavoro - Ci aspettiamo che questa sostanziale riduzione di pressioni antropiche sull’ecosistema lagunare determini effetti sui processi ecologici e di conseguenza anche su alcuni “servizi” che l’ecosistema fornisce al benessere della società umana”.

Già da qualche anno, gli scienziati hanno focalizzato la loro ricerca su quantificazione e modellazione delle relazioni attraverso cui l’uomo e il suo benessere dipendono dall’ecosistema e dai suoi processi, in particolare nel contesto della laguna di Venezia e del bacino alto Adriatico. Ora, si tratta di applicare l’approccio analitico alle condizioni attuali.

L’ipotesi è che il blocco della mobilità e l’assenza di visitatori incidano sia in positivo che in negativo sui servizi ecosistemici: da un lato, ad esempio, migliora la qualità dell’acqua, dall’altro vengono limitate le attività di pesca e ricreative.

Lo studio richiede dati di vario genere. I ricercatori sfrutteranno quelli dei satelliti per monitorare, ad esempio, la torbidità delle acque e confrontarla con periodi precedenti. Inoltre, si serviranno di dati socio-economici, come quelli sul comparto turistico.

Gli scienziati, come tutti, sono invitati a limitare gli spostamenti e non potranno, quindi, battere palmo a palmo la laguna per verificarne lo stato con campionamenti e sopralluoghi. Per questo, hanno pensato di chiedere una mano ai cittadini, testimoni di “una Venezia poco affollata, dell’assenza di moto ondoso, dell’insolita limpidezza delle acque e della presenza di avifauna in luoghi in cui solitamente non veniva osservata a causa dell’elevato disturbo antropico”.

“Ci interessa anche capire come le persone vivano questi cambiamenti - aggiunge Silvia Rova - cioè come percepiscono il rapporto con l’ambiente che li circonda e i servizi che gli ecosistemi possono fornire anche in un momento così particolare”.

Una volta terminata l’emergenza, la ricerca continuerà per documentare la transizione alla nuova normalità del post-coronavirus.

Per contribuire: postate su Facebook foto, video o testimonianze con l'hashtag #venezia, specificando luogo, data e ora dello scatto. Chi avesse materiali ma non volesse condividerli pubblicamente sul social media, potrà inviarle attraverso questo modulo online oppure (sempre specificando data, ora e luogo) agli indirizzi email silvia.rova@unive.it, alice.stocco@unive.it