Ranking mondiali degli atenei: ecco come includere (davvero) la sostenibilità

Da un team di studiosi cafoscarini una proposta rivolta al mondo accademico e agli autori dei ranking. Obiettivo incentivare buone pratiche per lo sviluppo sostenibile

Valutare le università del mondo anche per il loro impegno per uno sviluppo sostenibile. E’ la proposta che viene indirizzata al mondo accademico ma soprattutto agli autori dei più importanti ranking degli atenei, come l’Academic Ranking of World Universities (ARWU), QS e THE Ranking da parte di un team interdisciplinare di studiosi dell’Università Ca’ Foscari Venezia.

I ricercatori non si limitano all’appello, ma mettono nero su bianco in un articolo una lista di criteri misurabili e facilmente adottabili, studiati per incentivare gli atenei a fare sempre meglio sul fronte della sostenibilità.

Oggi è il solo UI World GreenMetric University Ranking a tener conto del tema, ma con dei limiti, come spiegano i professori cafoscarini Antonella Basso, Marta Cardin, Achille Giacometti e Chiara Mio: “Sostenibilità non significa semplicemente ‘green’. Oltre all’ambiente, proponiamo di considerare la sfera sociale e il rapporto con la comunità locale. Inoltre, serve attenzione al contesto. Se viene premiato solo l’uso della bicicletta in sostituzione dell’auto e a Venezia la bici è vietata, per esempio, capiamo che l’indicatore non è adeguato. Se l’obiettivo è incentivare gli spostamenti ‘verdi’, perché non premiare anche chi va a piedi?”.

Non tutti i campus sono uguali di fronte al ranking, inoltre, quando si parla di edilizia sostenibile. Avere a che fare con vincoli a tutela del patrimonio architettonico come in molti atenei europei, infatti, non è comparabile con la situazione di giovani atenei sorti dove non vi sono edifici storici e che possono quindi intervenire liberamente sui loro campus.

Per queste ragioni, alcuni indicatori proposti tengono conto della presenza di eventuali vincoli, mentre altri indicatori (ad esempio quelli legati allo smaltimento dei rifiuti e al loro riciclo) vengono misurati in relazione alla media delle performance nazionali.

In un’epoca in cui la sostenibilità è un fattore chiave nel valutare le imprese, in cui la lotta al cambiamento climatico, l’inclusione, la valorizzazione delle differenze e la lotta alla povertà sono sfide chiave per uno sviluppo sostenibile, affermano gli studiosi, le università hanno una responsabilità sociale e un ruolo centrale nel far conoscere e adottare questi principi. Includerli nei ranking è un modo per diffonderli a tutti i livelli.

 

Enrico Costa