Il Museo Omero al Master per parlare di turismo accessibile

Si chiama Omero ed è il primo (e al momento unico) museo tattile statale italiano. Ha sede alla Mole Vanvitelliana di Ancona, dove -in uno spazio di circa 3.000 metri quadri su quattro piani- offre ai visitatori oltre 200 opere, laboratori didattici, una sala conferenze, il centro documentazione e altri spazi espositivi per mostre ed eventi. La collezione è composta da copie da calchi al vero, in gesso e resina, di capolavori dell’arte classica, dall’antica Grecia al Neoclassicismo, in dialogo con i modellini architettonici: il Discobolo, la Nike di Samotracia, il Poseidone, la Venere di Milo si affiancano al modello in scala del Partenone; la Lupa capitolina e la ritrattistica romana si accompagnano al modello volumetrico e in sezione del Pantheon. Si prosegue con il nucleo del Medioevo, fra romanico e gotico, fino al Rinascimento con i modelli del Duomo di Firenze e della Cattedrale di San Pietro. Al piano superiore, invece, sono allestite le sculture originali di arte contemporanea con artisti italiani e internazionali dell’area figurativa e informale.

Nato nel 1985 dall’idea di Aldo Grassini e sua moglie Daniela Bottegoni, è diventato negli anni un punto di riferimento unico in Europa per l’innovazione nella fruizione dell’arte. Come spiega Grassini, ora presidente del Museo Omero, «prima alcune fasce di popolazione erano escluse dalla possibilità di godere dell’arte attraverso le mani. Con il nostro museo la tattilità diventa un accesso nuovo e diverso all’arte, un’esperienza unica aperta a tutti per toccare con mano le opere. Mi infastidisce quando si dice che si tratta di un museo per ciechi perché in realtà si tratta di un modo nuovo di concepire la bellezza e l’arte».

Proprio Grassini, assieme alla coordinatrice del museo Annalisa Trasatti, sono stati i protagonisti dell’incontro con gli studenti del Master in Economia e Gestione del Turismo dell’Università Ca’ Foscari, Dipartimento di Management, e Ciset. Si è parlato di turismo accessibile e delle opportunità ancora inesplorate, delle esperienze maturate dal settore e la sua evoluzione. «Cerchiamo di essere il più possibile normali – prosegue il presidente- quindi facciamo quello che fanno i musei normali: ci rivolgiamo a tutti e usiamo i mezzi di comunicazione che raggiungono un pubblico vasto, ma abbiamo anche mezzi di comunicazione più specifici. Non vogliamo fare riferimento solo alle limitazioni visive, ma pensiamo all’abbattimento di tutte le barriere, per questo ci interessiamo anche i sordi e ci stiamo aprendo a delle competenze che originariamente erano diverse».

Tra le opportunità offerte ai visitatori di Ancona è stato inserito anche il Museo dove è possibile ripercorrere la storia della città attraverso i modellini delle sue costruzioni. Inoltre, per facilitare la fruizione turistica di chi viene da fuori regione, è offerta gratis una notte in albergo alla persona che accompagna un ipovedente. 

«Negli anni, come Museo abbiamo organizzato tanti viaggi aperti a tutti, dove i ragazzi con limitazioni visive sono potuti uscire per la prima volta in autonomia e, per esempio, il Louvre di Parigi ci ha fatto toccare opere che, abitualmente, sono vietate al grade pubblico» spiega Trasatti. «I ciechi cominciano adesso a praticare il turismo ed è anche una sorta di educazione culturale che cerchiamo di promuovere attraverso il nostro Museo».