Turchia, previsioni turistiche in picchiata secondo l'UNWTO

Il colpo di grazia al turismo in Turchia arriva con, in rapida successione, l’attentato all’aeroporto Ataturk di Istanbul e, pochi giorni fa, il tentativo di golpe contro il premier Erdogan.

A triste conferma delle previsioni della congiunturale realizzata da Ciset Ca’ Foscari sullo spostamento del baricentro balneare sulle coste europee del Mediterraneo (Italia, Spagna e in parte Grecia), arrivano i dati, recentissimi eppure destinati ad essere pesantemente ritoccati al ribasso dell'UNWTO, l'organizzazione mondiale del turismo.

Gli arrivi internazionali monitorati dall'UNWTO a maggio 2016, infatti, segnalano un impietoso -9,9% sulla prima parte dell'anno.

Un cambiamento di scenario drastico se comparato ai numeri di crescita vivace che avevano caratterizzato gli ultimi anni. nel terzo quadrimestre 2014, ad esempio, il paese poteva contare su un notevole + 8,6% in cui proprio il settore balneare trainava una crescita comunque sostenuta dell'intero paese durante l'anno.

Nel 2015, invece, l'inizio del declino con la Turchia "prodotto" non più vendibile, soprattutto per il balneare, ma utilizzata solo come luogo di transito o meta di viaggi di lavoro secondo i principali operatori italiani.

Ciset da tempo ha sviluppato una metodologia di monitoraggio del turismo costiero nel Mediterraneo e la Turchia che era il player in maggior crescita viste anche le sue politiche aggressive proprio sul prodotto turistico da fine 2014 ha visto iniziare una parabola discendente.

Nel grafico, quote di mercato (arrivi internazionali) delle aree costiere del Mediterraneo (primi tre Paesi) 

 

 

CISET su dati UNWTO, EIU, Plan Bleu , EL_ESTAT, Enquete EVE DGCIS, IET Frontur, Rep. of Cyprus - Statistical Service, CNTB, INE Portugal, Turkish Ministry Of Culture and Tourism  e altri dati a livello nazionale e locale