Pesca e turismo, un binomio dalle grandi potenzialità

La pesca e il turismo sono stati al centro della discussione il 10 settembre scorso a Fano, quando i FLAG italiani (Fisheries Local Action Group, previsti dalla Comunità Europea) si sono ritrovati per dibattere le strategie locali del settore pesca-ittiturismo.

Ha così ha preso il via il Laboratorio Adriatico e Ionio: culla del Mediterraneo per la pesca nell’ambito del quale si discuteranno e svilupperanno esperienze e proposte che riguardano, la sostenibilità delle attività di pesca, lo sviluppo di modelli economici quali il turismo e la valorizzazione delle produzioni locali connesse, nonché il miglioramento della gestione e delle potenzialità del patrimonio ambientale nelle zone di pesca.

L’incontro ha dunque voluto porre le basi di un progetto in materia di pesca-ittiturismo, partendo dal fatto che le coste italiane e il settore della pesca possono integrare le più consolidate offerte turistiche balneari e delle città d’arte costiere. Attualmente, infatti, la comunicazione turistica della costa veicola singole località (balneari, città d’arte), aree costiere (Gargano, Salento, Carso, ecc.), ambiti naturalistici (lagune, delta/foci, riserve, ecc.) e beni culturali (aree archeologiche, fortificazioni, castelli, fari, torri costiere, chiese), ma fatica a promuovere l’ittiturismo.

Tra i temi, si è discusso dell’identità dei mari Adriatico, Ionio e Tirreno e della possibilità che diventino una o più «destinazioni» e come potrebbero lavorare insieme; delle potenzialità della pesca-ittiturismo e del ruolo che possono ricoprire i FLAG in merito.

Tra i relatori era presente anche la direttrice del Ciset Mara Manente che ha illustrato la dimensione turistica nel bacino Adriatico-Ionio.