Lagoonscapes: Venezia polo di ricerca per le Environmental Humanities

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Ph. Alessandra Marchesi - Unsplash

Mentre il nostro pianeta continua a surriscaldarsi, le soluzioni politiche tardano ad arrivare e gli accordi internazionali non raggiungono soluzioni decisive.
In uno scenario poco rassicurante per gli esseri viventi e per l’ambiente, una buona notizia c’è: le discipline umanistiche scendono ‘in campo’, e collaborano tra loro per stimolare riflessioni critiche e risposte creative immediate, in grado di cambiare il paradigma culturale.

Le Scienze Umane Ambientali (o ‘Environmental Humanities’) sono un ambito di studi piuttosto recente che si basa sull'incontro tra le scienze umane, sociali e naturali. Si tratta di un filone di ricerca attuale e in forte espansione, che non a caso ha trovato terreno fertile all’Università Ca’ Foscari.

Venezia, storico crocevia delle civiltà e città fragile, soggetta agli effetti del turismo globale e dei cambiamenti climatici, risulta essere un osservatorio privilegiato dove percepire e interrogare gli effetti delle attività umane e del riscaldamento globale sulle dinamiche biologiche, culturali e sociali degli ecosistemi locali. Oltre alla dimensione ambientale, inoltre, le Environmental Humanities hanno anche una forte valenza politica ed etica, e si distinguono per un marcato impegno sociale: promuovono la cultura dell'inclusività, della democrazia e della sostenibilità e sostengono i diritti di gruppi sociali emarginati, di fauna ed ecosistemi in via di estinzione.

Lagoonscapes. The Venice Journal of Environmental Humanities è la nuova pubblicazione di Edizioni Ca’ Foscari e la prima rivista in Italia dedicata alle Scienze Umane Ambientali. Si tratta della più recente produzione di Ca’ Foscari su questi temi, che conferma l’Ateneo lagunare come polo di ricerca attivo nell’analisi delle prospettive ambientali in chiave interculturale, valorizzando visioni e approcci delle diverse civiltà. Ca’ Foscari, infatti, è già sede del New Institute Center for Environmental Humanities (NICHE, diretto da Francesca Tarocco, ex Center for the Humanities and Social Change) - l’ente promotore della nuova rivista - e offre l’unica laurea magistrale in Italia in Environmental Humanities, coordinata da Shaul Bassi, che anche per quest’anno ha confermato una crescita delle iscrizioni.

Lagoonscapes, della quale sono online i primi due numeri,è una rivista digitale, open access, internazionale e transdisciplinare,che aspira a diventare una piattaforma globale per studiosi, artisti e attivisti impegnati nel campo delle Environmental Humanities.

Diretta da Serenella Iovino (University of North Carolina Chapel Hill) e Stefano Beggiora (Ca' Foscari, DSAAM), Lagoonscapes accoglie contributi da tutte le discipline fondamentali degli studi umanistici e ambientali, con lo scopo di promuovere un dialogo interdisciplinare su questioni ambientali contemporanee e storiche, indagando le relazioni tra gli esseri viventi e il mondo naturale da prospettive decoloniali, femministe e attiviste.

Il primo numero di Lagoonscapes punta sulla relazione tra conoscenza “locale” e visione “globale”, sempre in ottica ambientale. Dalla laguna di Venezia, considerata come osservatorio e laboratorio simbolico delle Environmental Humanities, gli studiosi contribuiscono a erigere un ponte simbolico fatto di elementi, voci e visioni in grado di connettere teorie globali e azioni individuali. In questa uscita inaugurale, oltre a dare spazio ai giovani studiosi del Programma Post-doc in Environmental Humanities, le cui voci si intrecciano a quelle di studiosi già affermati, Lagoonscapes è salutato da due figure importanti per Venezia e per la cultura ambientale: Salvatore Settis ed Enrico Vicenti, segretario generale dell’UNESCO per l’Italia.

Al numero inaugurale segue un numero doppio che, in veste monografica, approfondisce le molteplici sfaccettature del dibattito sulle Environmental Humanitiese. Curati da Stefano Beggiora e Lia Zola (e per la seconda parte in uscita a giugno 2022 da Deborah Nadal e Eleanor Peers), i due numeri raccolgono gli atti del convegno Humanities, Ecocriticism and Multispecies Relations che si è tenuto a Ca' Foscari dal 28 al 29 settembre 2020: una sorta di viaggio intorno al mondo attraverso le culture, in particolare dei popoli indigeni originari di Asia, Oceania, Nord Europa e Americhe. I contributi si concentrano sull’interfaccia tra sostenibilità, ecologia e ambiente, e in particolare sulle modalità in cui le popolazioni indigene affrontano le crisi ecologiche e le sfide ambientali sorte tra il XX secolo e il nuovo millennio. Un ampio spazio è dedicato ai temi di antropologia ambientale, un campo ancora poco esplorato ma sempre più attuale,che indaga le relazioni tra esseri umani e ambiente in chiave reciproca e non antropocentrica.

Venezia, quindi, si afferma essere un punto di sviluppo e incontro per esperti e studiosi di Scienze Umane. A Ca’ Foscari si forma la prossima generazione di operatori culturali, intellettuali, formatori e leader capaci di immaginare, raccontare ed educare a un futuro sostenibile per l'ecosistema terrestre.

Federica Scotellaro