Sperimentare nuove tecniche ecologiche per la concia. Di questo si occupa un progetto triennale di ricerca, al via in questi giorni, che coinvolge scienziati e imprese coordinato da Valentina Beghetto, ricercatrice universitaria e docente del Dipartimento di Scienze Molecolari e Nanosistemi. L’azienda che si occuperà di sperimentare le nuove tecniche e coordinare il progetto è Codyeco SRL di Santa Croce sull’Arno, Pisa.
Il progetto, BIOPOL, è finanziato da LIFE, programma dell’Unione Europea nato nel 1992 e volto a favorire progetti di ricerca riguardanti l’ambiente e il clima, divulgando le iniziative più interessanti e promuovendo le nuove tecnologie.
Attualmente, l’industria conciaria utilizza sostanze di origine petrolchimica pericolose ma chimicamente stabili e facili da reperire. La ricerca punta a sostituire quelle sostanze con nuovi formulati ecologici, da sperimentare all'interno di un impianto industriale prototipo adiacente all'impianto produttivo di Codyeco.
Obiettivo centrale della ricerca è ottenere molecole complesse (biopolimeri), che abbiano proprietà necessarie al processo di lavorazione della pelle ma che siano di origine naturale e provenienti da sottoprodotti industriali dei settori agro-alimentare e conciario trasformati chimicamente, sottoprodotti che altrimenti verrebbero smaltiti in discarica o inceneriti. L’impiego di materie secondarie, che sottolinea la centralità del tema del ri-uso e riciclo, risulta essere un’assoluta novità in questo campo e favorirà le economie circolari tra i diversi settori industriali.
I nuovi prodotti hanno qualità equivalenti o superiori rispetto a quelli attualmente in uso; sono di costo inferiore; hanno una produttività maggiore e determineranno un minor impatto ambientale. In particolare ci si aspetta la riduzione del 70-90% delle sostanze inquinanti normalmente presenti nei prodotti chimici usati durante il processo conciario e la riduzione di circa il 20% del consumo idrico.
Altro aspetto importante è quello della sicurezza: la maggior parte dei lavoratori del settore ha una scarsa conoscenza dei rischi relativi alla manipolazione dei prodotti chimici attualmente utilizzati nelle fasi di concia e riconcia. Le malattie nel settore conciario sono fortemente collegate alla presenza e alla manipolazione di agenti chimici cancerogeni e sensibilizzanti. L’Autorità Sanitaria ha perciò imposto maggior cautela nella gestione del rischio chimico e chiesto di sostenere la ricerca volta a sostituire alcuni agenti chimici pericolosi.
LIFE BIOPOL si inserisce pienamente in queste iniziative volte alla minimizzazione dei rischi per gli operatori conciari vista la totale assenza di sostanze tossiche nelle materie utilizzate.
Pur in presenza di rischi e difficoltà – come ad esempio riuscire a produrre biopolimeri su scala industriale – il progetto soddisfa numerosi aspetti considerati centrali dalla legislazione europea e del sottoprogramma LIFE, in particolare per quanto riguarda la gestione dell’acqua, la riduzione del consumo di sostanze pericolose e del carico inquinante.
Notevole il rilievo per l’economia italiana ed europea: nonostante la produzione di pelle in Europa nel decennio 2002-2011 sia diminuita notevolmente, l’Europa rimane il mercato più importante al mondo per la moda e le nuove tecnologie a basso impatto ambientale e la qualità del pellame europeo continua ad essere superiore rispetto al resto del mondo. L’Italia è il primo paese in Europa per produzione di pelle con il 65% del totale, seguito dalla Spagna con il 12%.
Il progetto LIFE BIOPOL potrà influenzare tutto il settore conciario europeo all'interno del quale verrà trasferita la nuova tecnologia tramite fiere, road show, presentazioni alle concerie e alle associazioni di categoria, operatori della moda.
Diverse le organizzazioni e le aziende coinvolte: POTECO (Polo Tecnologico Conciario), UNIC (Unione Nazionale Industria Conciaria) e COTANCE (European Confederation of the Leather Industry), ARS TINCTORIA, CROSSING, TERMOMECCANICA INDUSTRIAL PROCESS, GIGLIOCHEM, SPIN 360.