Ca' Foscari studia come gestire il traffico in modo intelligente (ed ecologico)

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Come gestire il traffico in modo ecologico? La risposta a questa domanda è proprio l'obiettivo del progetto Ecomobility, coordinato dal Dipartimento di Scienze ambientali, Informatica e Statistica, e che vede come partner Regione Veneto, l'Istituto dell'Atmosfera e del Clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Isac-Cnr), ed in Croazia l'Università ed il Comune di Fiume. Il coordinatore cafoscarino è Andrea Gambaro, docente di chimica analitica.

Ecomobility (ECOlogical supporting for traffic Management in cOastal areas By using an InteLlIgenT sYstem) è stato finanziato dal programma Interreg Italia-Croazia con 830mila euro, durerà 18 mesi ed è la prosecuzione ed estensione di un precedente progetto europeo (Poseidon).

“Il particolato nelle zone urbane - spiegano i ricercatori - è diventato ormai uno dei maggiori inquinanti atmosferici e provoca più morti degli incidenti stradali. L'industria dell'auto sta lavorando da anni per rendere più "green" il traffico urbano, ma ci sono molti comportamenti che si possono adottare già da subito per ridurre questo problema”.

Ecomobility punta a costruire un sistema di supporto per la gestione del traffico che tenga conto dei livelli di inquinanti in diversi punti della città, allo scopo di ridurre i picchi di inquinamento che superano i livelli di legge e che sono pericolosi per gli abitanti.

“Il sistema che creeremo - spiega Salvatore Orlando, docente di Informatica - rielaborerà i dati di inquinamento real-time in forma di mappe, in modo che siano immediatamente accessibili e consultabili dai gestori del traffico. Per coinvolgere i cittadini verrà anche progettata un'applicazione per dispositivi mobili che permetterà di scegliere il percorso più "green" per raggiungere una destinazione”.

Il sistema e l'applicazione verranno testati nella terraferma di Venezia e a Fiume, in Croazia, per valutare la loro efficacia in ambiente reale.

Il progetto prevede anche uno studio scientifico avanzato per la valutazione dell'effetto del traffico navale sul particolato fine e sulle nanoparticelle. Da studi precedenti condotti in città portuali, pare infatti che l'inquinamento dovuto ai porti influenzi soprattutto la presenza delle particelle più piccole, che sono proprio quelle che possono penetrare più in profondità nel nostro sistema respiratorio. “Si tratta per questo di un punto cruciale da chiarire”, conclude Gambaro.