La EUTOPIA Week raccontata dalle voci 'young' dell'Alleanza

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Dal 21 al 25 novembre, l’Università di Lubiana ha ospitato l’EUTOPIA Week, il consueto ritrovo delle università che aderiscono alla rete EUTOPIA, un network che include 10 università europee con una visione comune, impegnate nel costruire l’università del futuro.

La recente nomina della rettrice Tiziana Lippiello a presidente dell’Alleanza conferma ancora una volta quanto l’Ateneo punti sul tema dell’internazionalizzazione e le responsabilità che Ca’ Foscari è pronta ad assumersi con un ruolo sempre più attivo all’interno di EUTOPIA.

Per capire più nel dettaglio come EUTOPIA può incidere nella vita della comunità studentesca e in quella di ricercatori e ricercatrici, abbiamo intervistato i membri che hanno rappresentato il nostro Ateneo in alcuni degli eventi organizzati durante la scorsa EUTOPIA Week di Lubiana.

Giulia Quadraccia è immatricolata al secondo anno magistrale di ‘Language and Management to China’ ed è anche Event Coordinator per l’EUTOPIA Student Think Tank.

Come sei venuta a conoscenza di EUTOPIA?

Ho conosciuto EUTOPIA tramite i social, grazie alle pagine Instagram di Ca’ Foscari, di EUTOPIA e dell’EUTOPIA Student Think Tank (EUSTT). Penso che per comunicare con le nuove generazioni e per far conoscere EUTOPIA a un pubblico studentesco più ampio, i social siano senza ombra di dubbio il metodo più efficace. E’ infatti grazie ai social che sono entrata a far parte dell’EUTOPIA Community, prima come organizzatrice della BeEUTOPIAn Conference, poi come Event Coordinator per l’EUSTT e rappresentante degli studenti Ca’ Foscari all’EUTOPIA Week di Ljubljana.

Che cos'è l’EUTOPIA Student Think Tank?

L’EUTOPIA Student Think Tank o EUSTT è un’organizzazione studentesca che si occupa principalmente della pubblicazione di ricerche degli studenti universitari. Il suo scopo è dare voce a studenti e studentesse, creare uno spazio di shared knowledge, promuovere il ruolo della comunità studentesca nei processi decisionali e sostenere il loro profilo all’interno della EUTOPIA Community.

Come unica organizzazione studentesca dell'Alleanza EUTOPIA, l’EUSTT si occupa inoltre dell’organizzazione di eventi studenteschi, come la BeEUTOPIAn Conference. La prima BeEUTOPIAn Conference si è tenuta proprio lo scorso Aprile a Bruxelles ed è stato un momento di ritrovo degli studenti universitari dell’alleanza EUTOPIA dove poter discutere del ruolo degli studenti nelle associazioni, delle possibilità offerte da EUTOPIA e delle problematiche relative alla pandemia all’interno delle università.

A che evento hai preso parte a Lubiana?

All’EUTOPIA Week di Lubiana, l’EUSTT ha avuto modo di organizzare un evento sulla sostenibilità intitolato ‘Student Voices for a Greener Europe’. Ho preso parte a questo evento come presentatrice, ma ho anche avuto la possibilità di interagire con il pubblico. Infatti, l’evento è stato organizzato da studenti per gli studenti ed è stato pensato per essere il più interattivo possibile e per creare un ambiente collaborativo, diversificato e inclusivo.

L’EUTOPIA Week di Lubiana è stato anche il momento di incontro dell’EUTOPIA Student Council, dove ho partecipato come rappresentante degli studenti di Ca’ Foscari. Lo Student Council, composto dai rappresentanti dell’università dell’alleanza, è il consiglio studentesco che affianca gli altri organi dell’alleanza. In questa EUTOPIA Week, lo Student Council ha eletto il nuovo presidente e preso importanti decisioni riguardo temi operativi.

Infine, non potevo perdermi lo Science Slam, dove ho supportato i due cafoscarini Marco S. Nobile e Ivan Lo Giudice. È stato interessante vedere come i giovani ricercatori siano riusciti a raccontare i loro complessi lavori di ricerca con metodi così innovativi da risultare comprensibili ed intriganti per tutto il pubblico.


Marco S. Nobile è dottore di ricerca in Informatica e attualmente fa ricerca presso il Dipartimento di Scienze Ambientali, Informatica e Statistica del nostro Ateneo.

Ci puoi raccontare in cosa consiste lo Science Slam?

Lo Science Slam è un evento di comunicazione scientifica in cui giovani ricercatori raccontano i propri progetti di ricerca in brevi talk di pochi minuti. La spiegazione avviene senza l'ausilio di schermi, proiettori o lavagne, sebbene sia concesso un oggetto di scena (nel mio caso, una imperturbabile scatoletta nera). Il format di Science Slam richiede un grande sforzo, a livello di modulazione del linguaggio e comunicazione non verbale, per riuscire a esporre i contenuti scientifici a un pubblico di non esperti. Non è facile trasmettere concetti estremamente complessi in poco tempo, assicurandosi di risultare chiari e accattivanti, ma tutti gli slammers hanno fatto un lavoro egregio da questo punto di vista.

Come descriveresti la tua esperienza?

Senza dubbio positiva. Tutti gli slammers erano molto preparati, motivati e hanno curato nei minimi dettagli la loro presentazione. Al netto di qualche (inevitabile) problema tecnico, è stato un evento piacevole e ben organizzato. Ho anche avuto modo di imparare cose nuove da discipline molto distanti dalla mia, che hanno anche condotto a nuove potenziali collaborazioni.

Credi che sia utile comunicare la ricerca a un pubblico generico?

Non c'è dubbio. Specialmente in questi anni in cui si è sviluppata una certa "diffidenza" verso la scienza e la tecnologia, catalizzata dalle bolle createsi nei social networks. Trovo sia importante trasmettere a più persone possibile quello che facciamo, la rilevanza delle nostre ricerche per la società e l'impatto che hanno nella vita di tutti i giorni. Il pubblico presente allo Science Slam ha reagito in maniera molto vivace e ha mostrato interesse verso tutte le tematiche proposte.


Ivan Lo Giudice è un dottorando dell’Universitat Pompeu Fabra di Barcellona in co-tutela in entrata presso il Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali Comparati del nostro Ateneo

Da dove nasce l’idea di un dottorato in co-tutela?

I miei interessi di studio mi hanno portato in Catalogna, precisamente a Barcellona, una città che già conoscevo per averci trascorso un semestre come studente Erasmus proprio all’Universitat Pompeu Fabra. Tuttavia, essendo veneziano ed essendomi formato anche a Ca’ Foscari, mi sarebbe dispiaciuto molto interrompere i rapporti con l’Ateneo della mia città e con i docenti che vi insegnano. Da qui l’idea di attivare un accordo di co-tutela che significa, in breve, immatricolarsi presso due università e poter realizzare l’attività di ricerca in entrambi gli Atenei.

Quando hai sentito parlare di EUTOPIA per la prima volta?

Durante il mio primo anno di dottorato. Infatti, l’Alleanza è nata proprio nel 2019 anche se trattandosi di un progetto totalmente nuovo non sapevo, inizialmente, se e quali opportunità avrebbe offerto ai giovani ricercatori come me. Poi, un paio d’anni dopo, ho letto la notizia che Ca’ Foscari sarebbe entrata a far parte della stessa rete europea e ho accolto la notizia con grande gioia: il mio dottorato diventava così un dottorato tra istituzioni EUTOPIA.

È la prima volta che partecipi a un’iniziativa EUTOPIA?

In realtà no. Qualche mese fa sono stato all’Università di Goteborg grazie a una borsa di mobilità EUTOPIA (Doctoral Mobility Program). Grazie a questo finanziamento ho avuto la possibilità di trascorrere cinque settimane in Svezia e di continuare il mio lavoro all’interno di un gruppo di ricerca sugli studi europei (Centre for European Research at the University of Gothenburg - CERGU). È stato un periodo molto intenso e produttivo, che mi ha dato modo di uscire dalla mia zona di comfort e immergermi in un ambiente completamente nuovo e perciò molto stimolante. Nel corso di quelle settimane ho conosciuto ricercatrici e ricercatori che lavorano a Goteborg e ci siamo confrontati su vari temi, oltre ovviamente a presentare il mio progetto di ricerca all’interno di CERGU e ottenere preziosi feedback e spunti per il futuro.