Giorgio Bassani, il Giardino dei Finzi-Contini e il legame con Venezia

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Giorgio Bassani nel 1961 a Venezia. Credits: Centro Studi Bassaniani

“Cara Teresa, senza il tuo aiuto Il giardino dei Finzi-Contini non sarebbe mai stato scritto. Desidero che questi quaderni restino per sempre con te”. Con questa dedica si apre il manoscritto de “Il Giardino dei Finzi Contini”, quattro quaderni appartenuti a Giorgio Bassani che mostrano tutto il percorso creativo dell’autore, tra correzioni, annotazioni e riscritture. 
La copia anastatica del manoscritto, in esposizione nell’androne della sede centrale di Ca’ Foscari, fu donata alla musa e amica Teresa Foscari Foscolo, nobildonna veneziana molto attiva in Italia Nostra, associazione di salvaguardia dei beni culturali fondata dallo stesso Bassani assieme ad altri intellettuali italiani. 

Per questo legame tra l’autore e Venezia, Ca’ Foscari ha scelto ‘Il Giardino dei Finzi Contini’ come tema centrale delle attività dedicate al Giorno della Memoria 2022.  Nell’anno del suo 60esimo anniversario, il celebre romanzo e i suoi personaggi diventano spunto di riflessione sugli eccidi della Seconda guerra mondiale, sulla commemorazione delle vittime della Shoah, ma anche sul nostro presente. 

Tra gli eventi in calendario vi è l’intervista a Ferigo Foscari, nipote di Teresa Foscolo e responsabile della donazione della copia anastatica, ospite di Radio Ca’ Foscari mercoledì 26 gennaio alle 17.30 per parlare del manoscritto di Giorgio Bassani e del suo legame con la nonna paterna, una “donna straordinaria, sempre in prima linea per la difesa dei diritti civili” che ha ispirato il personaggio di Micòl, una delle figure centrali del capolavoro bassaniano. 

Foscari racconta anche di come il manoscritto del romanzo è arrivato ad essere esposto  “Una decina di anni prima che mia nonna morisse mi lasciò questi quaderni, che lei custodiva in modo molto privato e mi disse che quando sarebbe morta avrei potuto sceglierne il destino. Nel 2016 cadeva il centenario della nascita di mia nonna e di Bassani e a Ferrara, città nella quale tutto il romanzo è ambientato, si stava aprendo il museo dell’ebraismo e della Shoah. Ho deciso che la cosa giusta da fare fosse condividere questo documento [...] non poteva essere solo una gioia personale, ma collettiva”

La donazione dei quaderni di Bassani è avvenuta alla presenza dell'allora sindaco di Ferrara, Tiziano Tagliani "Lo ricordo ancora con grandissimo affetto, anche per l’entusiasmo con cui ha accolto questo dono. C'era anche il ministro Franceschini, che è proprio di Ferrara, per cui chiaramente anche lui è stato  che la sua città potesse ricevere un documento così importante. Oggi la copia riposa nella Biblioteca Ariostea, dove è consultabile".

Ascolta l'intervista completa a Ferigo Foscari nella playlist "I mercoledì della memoria"

Sempre al Giardino dei Finzi-Contini è dedicato il Convegno di Studi in programma per il 27 gennaio a Ca’ Dolfin, con la partecipazione di Sara De Vido (Delegata per il Giorno della Memoria e del Ricordo), Angelo Andreotti (Direttore della Biblioteca Ariostea del Comune di Ferrara), Paola Bassani (Fondazione Giorgio Bassani), Portia Prebys (Centro Studi Bassaniani), Anna Dolfi (Professoressa Università degli Studi di Firenze), Flavia Erbosi (Dottoranda Università di Roma La Sapienza), Ferigo Foscari Widmann Rezzonico (avvocato) e Simon Levis Sullam (Professore Università Ca’ Foscari Venezia).

L’AUTORE E L’OPERA

Giorgio Bassani (Bologna, 1916 – Roma, 2000) nasce in una benestante famiglia ebraica originaria di Ferrara. Si forma dapprima al Liceo Ariosto di Ferrara, quindi all’Università di Bologna, dove diventerà allievo del critico d’arte Roberto Longhi. Nel 1940 sotto falso nome a causa delle leggi razziali, pubblica la prima raccolta di racconti, Una città di pianura. Arrestato nel 1943 per l’attività antifascista clandestina, si trasferisce prima a Firenze e poi a Roma, dove nel dopoguerra si dedica al giornalismo e alla saggistica. Si distingue come redattore delle riviste «Botteghe Oscure» e «Paragone» e come consulente editoriale (dal 1956 presso Feltrinelli). Si impegna inoltre nella lotta ambientalista con l’associazione Italia Nostra.
Nel frattempo, Bassani si afferma come scrittore in prosa e versi (raggiunge il grande pubblico con la vittoria dello Strega 1956 per le Cinque storie ferraresi e, soprattutto, con Il giardino dei Finzi-Contini del 1962). La maggior parte della sua produzione è raccolta in tre libri: la narrativa ne Il romanzo di Ferrara, la poesia in In rima e senza, la saggistica in Di là dal cuore.

Con Il giardino dei Finzi-Contini (Einaudi, 1962), Giorgio Bassani raggiunge l'apice del successo, riconosciuto da critici e lettori. Il romanzo narra le vicende dei Finzi-Contini, una famiglia dell’alta borghesia ebraica ferrarese, che, negli anni cruciali a cavallo della promulgazione delle leggi razziali, verrà travolta dalla crudeltà della Storia. Tranne il giovane Alberto, deceduto prematuramente, tutti i componenti della famiglia verranno infatti internati nei campi di concentramento.
Il Giardino sfugge a facili classificazioni: è insieme un romanzo di formazione (del giovane protagonista, alter ego dell’autore) e d’amore (una passione non consumata e impossibile, quella con la vitale Micòl), ma anche una narrazione storica, dove il racconto dell’Italia fascista della fine degli anni Trenta si confronta con i grandi temi universali come la storia, la morte e l’amore.
Il romanzo è una grande prova di uno stile sempre sostenuto e mai banale, con una prosa fatta di cadenze elegiache e insieme ironiche, animata da una lucida tragicità che non scade mai in sentimentalismo, priva di affettazione e ricca di richiami letterari. Il giardino dei Finzi-Contini merita di essere annoverato tra i grandi classici della letteratura del Novecento, continuando ad affascinare e sorprendere in tutto il mondo, a ogni nuova o ripetuta lettura. 


Consulta il programma completo delle iniziative per il Giorno della Memoria 2022 www.unive.it/memoriaericordo

Francesca Favaro