Adriano SFRISO
- Qualifica
- Senior Researcher
- Telefono
- 041 234 8580 / 041 234 8529
-
sfrisoad@unive.it
- SSD
- Ecologia [BIOS-05/A]
- Sito web
-
www.unive.it/persone/sfrisoad (scheda personale)
- Struttura
-
Dipartimento di Scienze Ambientali, Informatica e Statistica
Sito web struttura: https://www.unive.it/dais
Sede: Campus scientifico via Torino
- Sicurezza
-
Preposto di Laboratorio
Responsabile dell’Attività di Didattica e Ricerca in Laboratorio (RDRL)
« home docente: Adriano SFRISO
Inizio modulo
Curriculum esteso
H-INDEX SU “ISI WEB OF SCIENCES”, SCOPUS E SCHOLAR
Valori al 31/Luglio/2014:
ISI Web of Science: H Index = 27
Scopus: H Index = 27
Scholar: H Index = 35
Nel 2013 Sfriso è entrato nella comunità dei Top Italian Scientists http://www.topitalianscientists.org/top_italian_scientists_VIA-academy.aspx?Cerca= ed attualmente ha un Impact Factor di 35 (Scholar Via-Academy).
http://scholar.google.it/citations?hl=it&user=HuuNosQAAAAJ&view_op=list_works&cstart=20
CALCOLO MEDIANE SU ISI WEB OF SCIENCES E SCOPUS (Gennaio 2013).
ISI Web of Sciences
Ecologia 05/C1
Valori delle mediane di riferimento
numero lavori: 24,
Numero citazioni: 18.23,
H index indicizzato:8
Valori di Sfriso Adriano
numero lavori: 29 = +121%
Numero citazioni: 73,24 = +402%,
H index indicizzato:13 = +163%
In media i valori superano quelli delle mediane del 228%.
SCOPUS
Ecologia 05/C1
valori delle mediane di riferimento
numero lavori: 24,
Numero citazioni: 18.23,
H index indicizzato:8
Valori di Sfriso Adriano
numero lavori: 29 = +121%
Numero citazioni: 66.72 = +366%,
H index indicizzato:14 = +175%
In media i valori superano quelli delle mediane del 221%.
Numero Totale Pubblicazioni
2 libri monografici;
85 su riviste Internazionali ad Impact Factor;
2 su riviste Internazionali;
17 su libri Internazionali con sistema di Editing;
39 su riviste Italiane;
35 su libri Nazionali con sistema di Editing;
3 su siti internet “Indice MaQI”;
1 editor di libri con 3 lavori come autore;
55 su Atti Estesi di Congressi Internazionali e Nazionali;
2 lezioni Su Internet + Power Point + Testo cartaceo;
141 abstrat su congressi Internazionali e Nazionali;
1 atti Consulente Tecnico della Parte Civile costituita dal Comune di Venezia;
25 rapporti finali di programmi di ricerca in cui Sfriso è stato responsabile scientifico.
Sfriso è Associated Editor della rivista:
The Scientific World Journal. IF. 1.730,
e membro dell’Editorial Board delle seguenti riviste:
The Open Oceanography Journal. On line Journal;
American Journal of Environmental Sciences. IF in acquisizione;
Bollettino del Museo Civico di Storia Naturale di Venezia.
IL 18-19 Ottobre 2013 Sfriso ha organizzato a Venezia il Congresso Annuale del gruppo di Algologia della Società Botanica Italiana (ca. 100 partecipanti.
Dal 19 al 23 Maggio 2014 Sfriso ha organizzato a Venezia il 45° Congresso Nazionale della Società di Biologia Marina (oltre 180 partecipanti).
CURRICULUM VITAE
* 27 Marzo 1954: Nasce a Venezia;
* 25 Luglio 1974: Consegue il Diploma di Maturità Scientifica presso il Liceo P. Orseolo II al Lido di Venezia;
*1 Novembre 1980: Viene assunto con il profilo di "Agente Tecnico", IV qualifica, presso la Facoltà di Chimica Industriale dell'Università di Venezia ed afferisce alla sezione di Chimica Ambientale del Dipartimento di Scienze Ambientali diretta dal Prof. A.A.Orio
*23 Febbraio1982:Si laurea in Scienze Biologiche presso la Facoltà di Scienze MM FF NN dell'Università di Padova discutendo una tesi dal titolo: "Flora e Vegetazione Algale Bentonica del Lido di Venezia (ciclo annuale)"
* 5 Giugno 1984: Si abilita all'esercizio della professione di Biologo;
* 9 Ottobre 1986; Consegue il Diploma di Erborista, con dichiarazione di lode, presso la Facoltà di Farmacia dell'Università di Urbino;
* 15 Marzo 1989; E' inquadrato nel profilo di "Funzionario Tecnico", qualifica VIII, area funzionale Tecnico-Scientifica e Socio-Sanitaria in base all'art. 1 legge n. 63/89, dopo superamento di prove idoneative scritte ed orali;
*1 Marzo 1993; Vince un posto di ricercatore universitario presso il gruppo di discipline n. E03 (Ecologia, Antropologia e Genetica), presso la Facoltà di Scienze MM FF NN dell'Università di Venezia;
*1 Marzo 1997; Termina il triennio di prova ed ottiene la conferma di ricercatore universitario presso il gruppo di discipline n. E03 (Ecologia, Antropologia e Genetica) afferendo al Dipartimento di Scienze Ambientali, sottogruppo disciplinare n. E03A (Ecologia), presso la Facoltà di Scienze MM FF NN dell'Università di Venezia;
*6 Giugno 1998: Vince un posto di professore associato presso il gruppo di discipline n. E03 (Ecologia, Antropologia e Genetica);
*1 Novembre 1998: Viene chiamato dalla Facoltà di Scienze MM FF NN dell’Università di Venezia ed afferisce al Dipartimento di Scienze Ambientali;
* 1 Novembre 2001: Ottiene la conferma nel ruolo di professore associato.
* Novembre 2008: Viene nominato responsabile per la Regione Veneto delle Aree SIC (Siti di Interesse Comunitario) degli ambienti marino-costieri;
* Aprile 2010: Mette a punto l’indice Macrophyte Quality Index (MaQI) (Sfriso, 2010) che viene adottato dal MiATTM come indice nazionale per l’elemento biologico “Macrofite” per il monitoraggio degli ambienti di transizione italiani in ottemperanza alla WFD (2000/60/EC) e diviene persona di riferimento nazionale ed europea (MED-GIG) per l’applicazione dello stesso.
* Ottobre 2011: L’indice viene intercalibrato dalla Comunità Europea assieme ad un indice greco ed uno francese (Orfanidis et al., 2012). Questi tre indici sono i primi accettati dalla Comunità Europea relativamente ai 5 elementi biologici e alle 6 ecoregioni biogeografiche. http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2013:266:0001:0047:EN:PDF
http://new.eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/HTML/?uri=OJ:L:2013:266:FULL&from=IT
Sfriso ha svolto attività di consulenza:
1) dal 1998 al 2004: Per la Provincia di Venezia per la messa a punto ed applicazione del “ Piano per la gestione delle risorse alieutiche delle lagune della Provincia di Venezia” con particolare riguardo dell’impatto della pesca alle vongole filippine sulle praterie di fanerogame marine della Laguna Veneta;
2) da Aprile 2007: Per l’ARPA Friuli Venezia Giulia per la stesura di una check-list della macrofite della laguna di Grado-Marano e l’applicazione di indici macrofitobentonici di qualità ambientale, tra cui il Macrophyte Quality Index (MaQI) di cui è autore;
3) da Maggio 2008: Per l’ISMAR-CNR ed ARPAV per la stesura di una check-list della macrofite delle lagune del delta del Po (Caleri, Barbamarco, Canarin, Scardovari) e l’applicazione di indici macrofitobentonici di qualità ambientale, tra cui il Macrophyte Quality Index (MaQI) di cui è autore;
4) da Aprile 2009: Per l’ARPA dell’Emilia-Romagna per la stesura di una check- list della macrofite delle lagune regionali (Sacca di Goro, Pialassa-Baiona, Comacchio, Valle Nuova, Lago delle Nazioni, Valle Cantoni) e l’applicazione di indici macrofitobentonici di qualità ambientale, tra cui il Macrophyte Quality Index (MaQI) di cui è autore,
ed è autore della parte relativa al macrofitobenthos (macroalghe e fanerogame marine) nei “Protocolli per il campionamento e la determinazione degli elementi di qualità biologica e fisico-chimica nell’ambito dei programmi di monitoraggio ex 2000/60/CE delle acque di transizione” predisposti da ISPRA per il campionamento delle acque di transizione italiane.
Sfriso è coeditore di un libro che riassume le conoscenze sulle macrofite che popolano gli ambienti di transizione italiani “Flora and Vegetation of the Italian Transitional Water Systems” in cui è anche coautore di tre capitoli sul macrofitobentos della laguna Veneta, della laguna di Lesina e delle lagune del Po.
Inoltre ha pubblicato 2 Atlanti Tassonomici sulle macroalghe e fanerogame marine degli ambienti di transizione italiani:
“Chlorophyta multicellulari e fanerogame acquatiche. Ambienti di transizione italiani e litorali adiacenti”,
“Ochrophyta (Phaeophyceae e Xanthophyceae). Ambienti di transizione italiani e litorali adiacenti”,
dove vengono presentate in schede fotografiche (320 pagine, 94 tavole fotografiche,1349 foto il primo volume e 234 pagine, 51 tavole fotografiche, 855 foto, il secondo volume) le specie algali e le fanerogame marine presenti nei nostri litorali. I testi sono corredati da chiavi tassonomiche, ottenute integrando la letteratura disponibile e l’esperienza personale, che riguardano: classi, ordini, famiglie, generi, specie e taxa intraspecifici. Attualmente sono in preparazione altri due atlanti sulle Rhodophyta per un totale di altre 180 schede fotografiche.
Nonostante l’estesa letteratura sulla flora e vegetazione della Laguna Veneta, Sfriso, ha segnalato oltre 45 specie macroalgali nuove per la Laguna Veneta, di cui una decina sono nuove anche per il Mediterraneo (Sfriso & Curiel, 2007); alcune di queste sono descritte in lavori specifici (Sfriso, 1987, 2006, 2007, Sfriso et al., 2010, 2011, 2012a,b, 2014; Wolf et al., 2011, 2014).
Sfriso è coautore del cambio di nomenclatura di due subspecie macroalgali:
Ulva flexuosa Wulfen subsp. biflagellata (Bliding) Sfriso et Curiel,
Ulva prolifera O. F. Müller subsp. gullmariensis (Bliding) Sfriso et Curiel.
e ha segnalato una specie completamente nuova:
Gracilaria viridis Sfriso et al. spec nov. in un lavoro pubblicato sulla rivista: Phycologia, 52 (1), DOI: 10.2216/12-007.1
ATTIVITA' SCIENTIFICA
Tra il 1978 e il 1980, come laureando in “Scienze Biologiche” presso l'Università di Padova, Adriano Sfriso si è occupato della tipologia, distribuzione ed accrescimento delle macroalghe nella laguna di Venezia, nell'ambito di un programma coordinato dal Centro Studi e Applicazioni delle Risorse Energetiche (CSARE) diretto dal Prof. Ugo Croatto.
Assunto presso la Facoltà di Chimica Industriale dell’Università di Venezia, Sfriso ha approfondito ed acquisito nuove metodologie e tecniche chimico-analitiche di supporto alle procedure biologiche per lo studio di problematiche ambientali.
Dopo il conseguimento della laurea con una tesi sui cambiamenti delle associazioni di macrofite presenti in laguna di Venezia, Sfriso ha collaborato ai programmi di ricerca integrando le conoscenze sulla flora e fauna lagunare con il lavoro di ricerca ambientale svolto dal gruppo di afferimento, ai fini di caratterizzare le complesse interazioni tra le componenti biotiche ed abiotiche dell'ecosistema lagunare.
Inizialmente, col ruolo di “Agente Tecnico” e poi di “Funzionario Tecnico“, per un decennio Sfriso ha lavorato col gruppo di ricerca di Chimica Ambientale pubblicando numerosi lavori su tematiche ecologico-ambientali e partecipando a numerosi congressi nazionali ed internazionali.
Successivamente, nel ruolo di “Ricercatore” e poi di “Professore Associato” nel sottogruppo disciplinare E03A “Ecologia” Sfriso ha afferito al Dip. di Scienze Ambientali dell’Università di Venezia e poi al Dip. di Scienze Ambientali, Informatica e statistica. Nell'ambito di numerosi programmi di ricerca nazionali (Murst e MIPAF) e della Comunità Europea (BeST: Benthic Studies; EUMAC: Marine EUtrophication and Benthic MACrophytes) Sfriso ha svolto gran parte della propria attività nello sviluppo multidisciplinare di varie tematiche ambientali riguardanti gli ambienti costieri e le lagune, occupandosi in particolar modo delle relazioni tra produttori primari, stato trofico e livello di inquinamento della laguna di Venezia.
La sua attività di ricerca può essere schematizzata in 5 tematiche :
1) STUDIO DELLE ASSOCIAZIONI VEGETALI (MACROALGHE, FANEROGAME AQUATICHE, FITOPLANCTON, MICROFITONBENTOS) E LORO TASSONOMIA, DELLA PRODUZIONE PRIMARIA, DELLE COMUNITÀ BENTONICHE E DEI LORO RAPPORTI CON I PRODUTTORI PRIMARI:
Nell’ambito di questa tematica Sfriso ha approfondito le sue conoscenze nella determinazione tassonomica della flora algale e della macrofauna veneziana individuando le principali associazioni della laguna di Venezia in funzione dei differenti livelli trofici e di inquinamento. A questo scopo il Sfriso si è dedicato in modo particolare alla messa a punto ed applicazione di nuove tecniche per la misura delle biomasse algali, della produzione primaria (sia netta che lorda) di macroalghe e fanerogame marine e della pressione da pascolo degli invertebrati erbivori in ambienti fortemente eutrofizzati, avvalendosi sia della caratterizzazione fisico-chimica delle specie dominanti che della loro interazione con i cicli dei nutrienti e dei microinquinanti in acque, sedimenti e nel materiale particellato. In particolar modo è stato approfondito lo studio dell’accrescimento, della distribuzione e produzione di Ulva rigida C. Ag. e di Ulva laetevirens Areschoug in laguna di Venezia costruendo mappe delle distribuzioni di biomassa e facendo misure di produzione netta e lorda. L’evoluzione temporale della distribuzione di macrofite e della produzione primaria in laguna di Venezia è stata seguita nei periodi di crescita esplosiva (1970-90), di declino (1990-94) e di scomparsa (1994-2005) quasi completa identificando i processi legati ai profondi cambiamenti che hanno interessato la laguna veneziana in questi ultimi 30 anni. Contemporaneamente sono stati effettuati studi sulla distribuzione, biomassa e produzione primaria delle tre fanerogame marine presenti in laguna: Cymodocea nodosa, Zostera marina e Zostera noltii, fornendo dati di produzione globale delle macroalghe e fanerogame marine per tutta la laguna veneta e facendo confronti con i cambiamenti avvenuti dal 1980 ad oggi.
Contemporaneamente Sfriso si è occupato della relazioni tra produttori primari e secondari studiando le loro reciproche influenze, il ruolo della pressione da pascolo di vari taxa di invertebrati erbivori sulla produzione algale lagunare e l’influenza delle macrofite dominanti sulla composizione delle comunità della macrofauna macrobentonica.
Più recentemente Sfriso si è occupato della tassonomia e distribuzione delle macroalghe della laguna veneta e degli ambienti di transizione italiani segnalando numerose specie nuove anche per il Mediterraneo. Inoltre, Sfriso, ha fatto una revisione della flora e della nomenclatura delle macroalghe rinvenute nella laguna veneta dalla fine del 1700 esaminando più di 150 libri, monografie e pubblicazioni nazionali ed internazionali. Sfriso ha prodotto come coeditore (ed autore di alcuni articoli) un libro pubblicato dal CORILA in cui sono stati esaminati tutti gli ambienti di transizione italiani riportando le informazioni disponibili riguardanti le macrofite (macroalghe e fanerogame marine) di questi ambienti. Nel 2010 e nel 2011 Sfriso ha pubblicato 2 atlanti fotografici monografici sulle macrofite degli ambienti di transizione Italiani, uno sulle Chlorophyta e fanerome acquatiche (320 pagine, 94 tavole fotografiche,1349 foto) ed uno sulle Ochrophyta (234 pagine, 51 tavole fotografiche, 855 foto) con descrizione e chiavi di determinazione aggiornate delle specie presenti in Mediterraneo. Attualmente e in fase di preparazioneun terzo atlante sulle Rhodophyta comprendente ca. 160 tavole fotografiche.
Infine, Sfriso si è occupato anche della composizione e distribuzione del fitoplancton e del microfitobenthos della laguna di Venezia mettendo in luce gli effetti della pesca alle vongole filippine anche sulle comunità microalgali. Su questa tematica è coautore di due indici fitoplantonici pubblicati su riviste internazionali.
In Dicembre 2013 Sfriso ha ottenuto dalla Comunità europea il finanziamento del Progetto Life12 Nat/IT/000331 "SeResto" (1.563.898 euro)di cui è coordinatore dal titolo: Habitat 1150* (Coastal lagoon) recovery by SEagrasses RESTOration. A new strategic approach to meet both HD and WFD objectives. Acronimo: SeResto, un progetto di 52 mesi in cui è proposto il recupero ambientale della laguna settentrionale di Venezia attraverso trapianti e disseminazione di fanerogame acquatiche in 35 stazioni. Il contributo netto al DAIS è di 694.710 euro.
Attualmente Sfriso è coinvolto in un Progetto di ARPAV-CORILA per la valutazione dello stato ecologico della laguna Veneta attraverso lo studio delle macrofite e l'applicazione dell'indice MaQI.
2) MESSA A PUNTO DI INDICI FITOBENTONICI PER LA DETERMINAZIONE DELLO STATO ECOLOGICO DEGLI AMBIENTI DI TRANSIZIONE DELL’ECO-REGIONE MEDITERRANEA IN ACCORDO CON LA DIRETTIVA EUROPEA SULLE ACQUE (2000/60/EC).
In questi ultimi anni Sfriso si sta occupando della messa a punto di indici fitobentonici per valutare lo stato ecologico e della qualità delle acque degli ambienti di transizione. L’uso di rapporti tassonomici e di specie indicatrici permette infatti di inquadrare gli ecosistemi lagunari in determinati livelli di qualità ambientale e, in associazione con alcune variabili ambientali (nutrienti, ossigeno disciolto, trasparenza, clorofille, etc.) di definire i livelli trofici delle differenti aree di studio. Inizialmente, è stato messo a punto l’indice R/C basato sul rapporto numerico tra Rhodophyceae e Chlorophyceae. É stato osservato che questo rapporto aumenta con l’aumentare della qualità dell’ambiente. Successivamente è stato messo a punto l’indice “MaQI” (Macrophyte Quality Index) costituito da un indice esperto (E-MaQI) e da un indice rapido (R-MaQI) da utilizzare nei normali campionamenti di routine. Quest’ultimo basato sugli indici R/C ed E-MaQI è di facile applicazione, immediato e poco costoso e spesso con una semplice occhiata fornisce una valutazione dell’area di studio inquadrandola in una delle 5 classi di stato ecologico.
L’indice è stato messo a punto e validato in 20 stazioni della Laguna Veneta campionate mensilmente per un anno. Successivamente è stato calibrato nelle lagune di Orbetello, Lesina, Goro e Marano e validato nella laguna veneta considerando vari parametri ambientali, i nutrienti e gli inquinanti organici ed inorganici presenti nella colonna d’acqua e nei sedimenti superficiali.
L’indice MaQI nel 2009 è stato accettato da ISPRA e dal MATTM come indice nazionale per determinare lo stato ecologico degli ambienti di transizione italiani ed è correntemente applicato per legge dalle ARPA per le valutazione dello stato ecologico degli ambienti di transizione italiani.
Sfriso rappresenta l’Italia nel gruppo Europeo (Med-GIG) che si occupa dell’applicazione della Direttiva (2000/60/EC) agli ambienti di transizione dell’ecoregione Mediterranea e ha partecipato all’intercalibrazione europea con un indice greco (EEI) ed uno francese (Exclame) che risultano gli unici indici biologici finora validati in tutta Europa (Orfanidis et al., 2012) ai sensi della direttiva europea sulle acque (WFD: 2000/60/EC).
Sfriso è autore anche di un adeguamento dell’indice CARLIT messo a punto da ricercatori spagnoli per ambienti marini rocciosi adattandolo agli ambienti sabbiosi e alle scogliere artificiali del Nord Adriatico e coautore di un indice (MPI = Multimetric Phytoplankton Index) per la valutazione dello stato ecologico degli ambienti di transizione basato sul fitoplancton.
3) STUDIO DELLE SPECIE EUTROFIZZANTI NELLA COLONNA D’ACQUA, NEI SEDIMENTI, NEL PARTICELLATO E NEI TESSUTI VEGETALI:
Lo studio, la determinazione e la quantificazione delle specie eutrofizzanti (composti dell’azoto, del fosforo, del carbonio, del silicio), condotto in contemporanea alla valutazione della produzione primaria, ha permesso di determinare le variazioni del livello trofico, nonché di fare bilanci di massa per il fosforo, l'azoto e il carbonio, nella laguna di Venezia integrando conoscenze biologiche e chimiche.
Il bilancio di massa del fosforo nelle macrofite dominanti, nei sedimenti superficiali e nel particellato raccolto con le trappole bentoniche, in periodi definiti in aree della laguna di Venezia caratterizzate da determinate caratteristiche idrauliche e biologiche, ha permesso di stimare la produzione lorda e i flussi di nutrienti all' interfaccia acqua-sedimento-biomassa della laguna centrale. Queste stime, associate ai carichi di nutrienti in laguna disponibili da varie fonti di letteratura, hanno permesso di effettuare i primi bilanci di massa dell'azoto, carbonio e fosforo in laguna centrale e successivamente di estenderli anche alla laguna sud. Il rapporto tra le concentrazioni del fosforo (elemento considerato conservativo perché non ha perdite atmosferiche, se non per quantità trascurabili di Fosfine in ambienti anossici) e le concentrazioni di azoto e carbonio nelle varie matrici ambientali (colonna d'acqua, sedimenti superficiali, materiale particellato e biomassa delle macrofite dominanti) ha fornito inoltre una stima indiretta dei flussi di denitrificazione e delle perdite di carbonio in atmosfera e di stimare le quantità di nutrienti scambiate alle bocche di porto.
È stata studiata anche l’evoluzione delle concentrazioni di nutrienti nei sedimenti della laguna centrale mettendo a confronto i dati ottenuti durante quattro scenari : (a) abnorme crescita delle macroalghe, (b) riduzione degli areali di macroalgale, (c) intensa pesca alle vongole filippine, d) assegnazione di aree concessionarie per l’allevamento alle vongole.
I risultati ottenuti nell'ambito di queste 3 prime tematiche sono stati alla base di alcuni modelli per simulare l'accrescimento di Ulva rigida, di Zostera marina e Cymodocea nodosa e le variazioni di nutrienti nell'ambiente veneziano.
Recentemente sono state effettuate anche mappature dei nutrienti presenti in tutta la Laguna Veneta sia nella colonna d’acqua che nei sedimenti superficiali mettendo in evidenza il forte decremento di sostanze eutrofizzanti osservato dagli inizi degli anni ’90.
4) STUDIO DEI MICROINQUINANTI ORGANICI (DDT, PCB, DETERGENTI, FURANI, DIOSSINE) ED INORGANICI (METALLI PESANTI):
Questa tematica ha permesso di valutare anche il grado di inquinamento delle varie matrici ambientali (sedimenti, particellato, macrofite ed organismi della macrofauna bentonica) e le sue relazioni con gli elevati livelli di produzione primaria. A tale scopo sono stati approfonditi sia i livelli di contaminazione da composti inorganici (metalli pesanti) che organici (DDTs, PCBs, diossine, pesticidi, detergenti, e loro prodotti di degradazione) mettendo a punto ed applicando metodologie analitiche specifiche. Si è studiata la relazione tra presenza di biomassa, produzione primaria e carico di sostanze tossiche valutando il ruolo primario delle macrofite nel variare le concentrazioni di microinquinanti nei sedimenti superficiali sia ad opera della degradazione della biomassa stessa che per alterazione fisico-chimica del substrato prodotto da frequenti crisi anossiche. Dopo la riduzione delle macrofite si è studiato anche la variazione di questi inquinanti nei sedimenti superficiali dovuti agli effetti della pesca delle vongole.
5) STUDIO DELLA PESCA ALLE VONGOLE FILIPPINE TAPES PHILIPPINARUM ADAMS & REEVE E DEI SUOI EFFETTI AMBIENTALI (FLUSSI DI SEDIMENTAZIONE E RIMOBILIZZAZIONE DI INQUINANTI E NUTRIENTI).
Gli effetti della pesca alle vongole filippine sulla risospensione e ridistribuzione dei sedimenti, sui tassi di sedimentazione, sui flussi di nutrienti e di inquinanti, sui processi di erosione e sull’accrescimento delle macrofite in tutta la Laguna Veneta sono stati studiati in vari programmi finanziati dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, dalla Provincia di Venezia e dalla Regione del Veneto. Nell’ambito di questi programmi sono stati studiati anche gli effetti dell’esposizione di seme di Tapes philippinarum ad elevati tassi di inquinamento nelle lagune di Venezia e di Marano per valutare le modalità di assunzione dei microinquinanti organici (DDTs, PCBs, PAHs, diossine, pesticidi, e loro prodotti di degradazione) ed inorganici (metalli pesanti) da parte di seme di vongole filippine prelevato da schiuditoio ed immesso in aree ad elevato livello di contaminazione in modo da identificare le vie (sedimento o particellato) e i tempi di assunzione dei vari inquinanti.
In collaborazione con il Comune di Chioggia, Il Comune di Venezia e con le CONFCOOPERATIVE-FEDERCOOPESCA VENETO è stato coinvolto in un programma finanziato dalla Regione Veneto “Azioni integrate di promozione della veneri coltura sostenibile per la tutela della laguna di Venezia (VE.LA)” per studiare e praticare metodologie di preingrasso di seme di Tapes philippinarum ai fini di una sua produzione e distribuzione agli allevatori della laguna veneta.
Sfriso attualmente è partner di un progetto sulle vongole “Bridging the gap between science and producers to support the European marine mollusc production sector, acronimo: EUROSCHELL” per la gestione della pesca nei molluschi in vari ambienti europei e ha presentato come partner un Progetto Life+ Environment, Policy and Governance Project Application dal titolo “Clam Aquaculture Rendered Environmentally-Friendly, Acronimo: CARE” in cui è affrontato il problema della produzione e preingrasso delle vongole filippine ai fini di creare una filiera produttiva che cominci a svincolare l’approvvigionamento del seme da una pesca selvaggia in natura con enormi danni ambientali. Il progetto non è stato finanziato.
ATTIVITÀ DIDATTICA
Sfriso, ha iniziato la sua carriera nel 1980 nel ruolo di "Agente Tecnico" e successivamente di “Funzionario tecnico”, coaudiuvando i docenti dei corsi di "Ecologia", "Ecologia Applicata" e "Fondamenti di Analisi di Sistemi Ecologici" e tenendo seminari specifici sulle relazioni tra macrofite, nutrienti e microinquinanti .
Nel ruolo di ricercatore nel sottogruppo disciplinare E03A (Ecologia), dal 1993 Sfriso ha svolto la sua attività didattica nel corso di "Fondamenti di Analisi di Ecosistemi Ecologici" (Corso di Laurea in Scienze Ambientali) organizzando numerosi esperimenti di laboratorio inerenti la tassonomia macroalgale e le determinazioni di nutrienti e parametri ambientali coinvolti nella produzione primaria.
Dall’anno accademico 1993-94 Sfriso ha partecipato in qualità di docente al Laboratorio Interdisciplinare in laguna e in mare (Corso di Laurea in Scienze Ambientali) con attività in campo ed in laboratorio.
Dall'anno 1996-97 fino alla recente riforma universitaria Sfriso ha tenuto un corso fondamentale del quarto anno “Indirizzo marino” dal titolo "Laboratorio di Ecologia Applicata" dove ha fornito agli studenti le basi pratiche per poter studiare le aree costiere dal punto di vista chimico-biologico. Nel corso venivano effettuate lezioni introduttive su varie tematiche ambientali seguite da prove pratiche in laboratorio.
Con la riforma universitaria, in cui la laurea quinquennale è stata sostituita con la triennale e con la specialistica, il corso è stato suddiviso in due parti che essenzialmente corrispondono a:
• un corso pratico “Laboratorio di Ecologia Applicata” tenuto nel triennio che tratta determinazioni analitiche e strumentali negli ambienti acquei in generale, identificazione di macrofite e specie fitoplanctoniche, prove di campionamento e di produzione primaria;
• un corso teorico “Ecologia Applicata all’Ambiente Marino”, tenuto nel biennio per la laurea specialistica dove vengono approfondite le problematiche degli ambienti di transizione attraverso casi di studio ed attività di ricerca in corso mettendo in evidenza soprattutto le relazioni tra l’ambiente e i comparti macroalgale, delle fanerogame marine, fitoplanctonico e del microfitobentos.
Attualmente sono in corso di revisione sia la laurea specialistica che quella triennale e Sfriso sta tenendo vari corsi o parti di corsi sulle stesse tematiche:
2010-11: un corso di Ecologia II e laboratorio di 9 crediti di 114 ore ed un corso dei Esercitazioni multidiscilplinari in campo di 2 crediti e 22 ore.
2011-12 Sfriso ha tenuto lo stesso corso “Ecologia II" e un corso multidisciplinare in campo di 22 ore;
2012-13: corso di Ecologia II di 66 ore e 6 crediti e un "Laboratorio di biodiversità”, di 6 crediti e 66 ore, focalizzato sulla biodiversità degli organismi vegetali marini (phytoplancton, macroalghe, fanerogame marine e terrestri), delle barene e delle dune.
2013-2014: un corso di Ecologia II di 60 ore e 6 crediti, un corso di Biologia Marina di 6 crediti e 60 ore e un corso multidisciplinare in campo di 22 ore.
Tutto quanto contenuto nel presente elenco corrisponde a verità ai sensi degli articoli 2 e 4 L. 15/68 e successive modifiche
Venezia 5 Agosto 2014
Adriano Sfriso