STORIA DELL'EUROPA BALCANICA
- Anno accademico
- 2025/2026 Programmi anni precedenti
- Titolo corso in inglese
- HISTORY OF SOUTHEASTERN EUROPE
- Codice insegnamento
- LM5890 (AF:559975 AR:323361)
- Lingua di insegnamento
- Italiano
- Modalità
- In presenza
- Crediti formativi universitari
- 6
- Livello laurea
- Laurea magistrale (DM270)
- Settore scientifico disciplinare
- M-STO/03
- Periodo
- I Semestre
- Anno corso
- 1
- Sede
- VENEZIA
Inquadramento dell'insegnamento nel percorso del corso di studio
Grazie al suo impianto storico, il corso contribuisce agli obiettivi multidisciplinari del corso di laurea magistrale. Il suo focus geografico sull'Europa balcanica contribuisce inoltre al rafforzamento dell'offerta formativa specifica per gli studenti magistrali interessati ad approfondire le loro conoscenze su quell'area. Il focus tematico sulla guerra permette di approfondire le proprie conoscenze su temi storici e legati al dibattito pubblico.
Risultati di apprendimento attesi
II risultati di apprendimento attesi sono pertanto:
- conoscenza e capacità di comprensione dell’evoluzione storica di alcune guerre e casi di violenza collettiva
- inserimento dell’Europa balcanica in un’ottica internazionale comparata
- conoscenza del dibattito storiografico più recente intorno ai temi del corso
- capacità di applicazione di queste conoscenze ad una lettura critica della contemporaneità
- affinamento delle abilità comunicative
Prerequisiti
Guido Franzinetti, I Balcani: 1878-2001, Carocci, Roma 2006 (o edizioni successive).
Francesco Guida, L’altra metà dell’Europa. Dalla Grande guerra ai giorni nostri, Laterza 2015, in modo particolare le pp. 33-84.
Per uno sguardo di lungo periodo:
Egidio Ivetic, I Balcani. Civiltà confini, popoli (1453-1912), Bologna, il Mulino, 2020.
Armando Pitassio, Corso introduttivo allo studio della storia dell'Europa orientale, Perugia, Morlacchi Editore, 2011 (le parti relative all'Europa sudorientale).
Giulia Lami, Storia dell'Europa orientale. Da Napoleone alla fine della Prima guerra mondiale, Firenze, Le Monnier, 2019 (le parti relative all'Europa sudorientale).
Contenuti
Il corso intende osservarela penisola balcanica attraverso la lente degli episodi di violenza collettiva che hanno caratterizzato la sua storia contemporanea. Verranno presi particolarmente in considerazioni i seguenti aspetti:
- questioni interpretative in relazione a fenomeni violenti: come si sono evoluti nel tempo i discorsi pubblici a questo riguardo
- in che misura la guerra e la violenza, soprattutto paramilitare, si intreccia alla costruzione degli stati balcanici
- in che misura si può parlare di forme di violenza specificamente balcaniche
- qual è l'utilità di questa riflessione per una migliore comprensione della storia recente di questa regione, in un'ottica comparata internazionale
Testi di riferimento
- Wolfgang Höpken, Performing Violence. Soldiers, Paramilitaries and Civilians in the Twentieth-Century Balkan Wars, in Alf Lüdtke, Bern Weisbrod (eds.), No Man’s Land of Violence. Extreme Wars in the 20th Century, Wallstein Verlag, Göttingen 2006, pp. 211-49.
- Xavier Bougarel, Hannes Grandits and Marija Vulesica (eds), Local Dimensions of the Second World War in Southeastern Europe, Routledge, London, 2019 (alcuni capitoli).
- Lynda E. Boose, Crossing the River Drina. Bosnian Rape Camps, Turkish Impalement, and Serb Cultural Memory, in “Signs”, xxviii, 1 (Autumn), 2002, pp. 71-96.
- Xavier Bougarel, Yugoslav Wars: The “Revenge of the Countryside” between Sociological Reality and Nationalist Myth, East European Quaterly, vol. XXXIII, n° 2, June 1999, pp. 157-175.
- Ivan Čolović, Campo di calcio, campo di battaglia. Il calcio, dal racconto alla guerra. L’esperienza jugoslava, Mesogea, Messina 1999 (pagine da definire).
- Beryl Nicholson, L’occupazione austro-ungarica di Mallakaster in Albania e le sue ripercussioni sulla popolazione civile (1916-1918), in Bruna Bianchi (a cura di), La violenza contro la popolazione civile nella Grande Guerra. Deportati, profughi, internati, Unicopli, Milano 2006, pp. 127-46.
- Petra Svoljsak, La popolazione civile nella Slovenia occupata, ivi, pp. 147-63.
- Bruna Bianchi, Gli stupri di massa in Serbia durante la prima guerra mondiale, in Marcello Flores (a cura di), Stupri di guerra. La violenza di massa contro le donne nel Novecento, Franco Angeli, Milano 2010, pp. 43-60.
- Karen Engle, Feminism and Its (Dis)contents. Criminalizing Wartime Rape in Bosnia and Herzegovina, in “The American Journal of International Law”, 99, 4 (October), 2005, pp. 778-816.
- Roy Gutman, david rieff, Crimini di guerra. Quello che tutti dovrebbero sapere, Contrasto-Internazionale, Roma 2003 (ed. or. 1999), alcuni lemmi.
- Wendy Bracewell, Rape in Kosovo. Masculinity and Serbian Nationalism, in “Nation and Nationalism”, 6, 4 (October), 2000, pp. 563-90.
Modalità di verifica dell'apprendimento
1. Presentazione di gruppo in classe (30 minuti max.) su un testo in programma.
L'obiettivo è di valutare le abilità comunicative orali, nonché la capacità di lavorare in maniera sinergica con altri studenti (10% del voto finale)
2. Test scritto (90% del voto finale)
L'esame scritto avrà tre obiettivi principali:
1) verificare la conoscenza dei principali fatti e processi storici, nonché delle personalità più rilevanti, in relazione ai temi trattati
2) verificare la capacità di analisi e riflessione rispetto alle questioni storiografiche affrontate
3) verificare la conoscenza di alcuni elementi comparativi nel quadro dello spazio europeo centro- e sud-orientale.
La prova scritta (durata: un'ora e mezza) mira così a verificare anche le abilità comunicative scritte dello/a studente/essa.
Per coloro che non hanno la possibilità di completare la loro preparazione in aula:
solo la prova scritta (vedi sopra, punto 2).
Gli appunti delle lezioni non sono ammessi all'esame. E' possibile consultare la bibliografia d'esame solo i primi 5 min. dell'esame.
Modalità di esame
Graduazione dei voti
Metodi didattici
Altre informazioni
Obiettivi Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile
Questo insegnamento tratta argomenti connessi alla macroarea "Cooperazione internazionale" e concorre alla realizzazione dei relativi obiettivi ONU dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile