STORIA DELLA LINGUA ITALIANA SP.

Anno accademico
2024/2025 Programmi anni precedenti
Titolo corso in inglese
HISTORY OF THE ITALIAN LANGUAGE
Codice insegnamento
FM0192 (AF:509011 AR:291550)
Modalità
In presenza
Crediti formativi universitari
6
Livello laurea
Laurea magistrale (DM270)
Settore scientifico disciplinare
L-FIL-LET/12
Periodo
II Semestre
Sede
VENEZIA
Spazio Moodle
Link allo spazio del corso
L'insegnamento è una delle attività caratterizzanti del corso di laurea magistrale in Filologia, linguistica e letteratura italiana.
L'obiettivo dell'insegnamento è fornire competenze avanzate nell'analisi linguistica di testi scritti, antichi e moderni, e nella loro contestualizzazione storico-culturale. Il raggiungimento dell'obiettivo consentirà agli studenti di applicare in autonomia le metodologie e la strumentazione proprie della linguistica storica, dell'analisi del discorso e della stilistica a testi del passato e contemporanei, letterari e non letterari.
1. Conoscenza e comprensione:
1.1 Conoscenza dei principali meccanismi d'invenzione linguistica in letteratura e delle funzioni di parole ed espressioni in lingue inventate nell'economia del testo letterario.
1.2 Conoscenza degli autori della letteratura italiana che, da Dante a oggi, hanno fatto ricorso a lingue inventate e del posto che l'invenzione linguistica occupa nella loro produzione.
1.3 Comprensione dei rapporti che, nei vari periodi, legano l'invenzione linguistica e l'ideazione di grammatiche immaginarie alle idee linguistiche coeve.
2. Capacità di applicare conoscenza e comprensione:
2.1 Capacità di distinguere tra le varie forme d'invenzione linguistica in letteratura e le diverse funzioni degli elementi d'invenzione secondo il testo e il genere.
2.2 Capacità di contestualizzare gli autori e i testi presentati a lezione e di mettere in relazione le forme d'invenzione linguistica impiegate con le idee linguistiche coeve.
3. Capacità di giudizio:
3.1 Capacità di valutare criticamente l'originalità e l'efficacia degli elementi linguistici d'invenzione all'interno di un testo letterario del passato o contemporaneo.
4. Abilità comunicative:
4.1 Abilità di comunicare con un linguaggio tecnico appropriato meccanismi e funzioni degli elementi d'invenzione linguistica nei testi letterari.
5. Capacità di apprendimento:
5.1 Saper studiare criticamente i testi di riferimento, gerarchizzando le informazioni e istituendo collegamenti fra le varie nozioni.
Conoscenza delle nozioni fondamentali della Storia della lingua e della letteratura italiane, acquisita attraverso gli insegnamenti di base di ambito linguistico e letterario del triennio del corso di laurea in Lettere.
Aver raggiunto gli obiettivi formativi di Storia della lingua italiana I e II e Letteratura italiana (secc. XIII-XX).
Titolo del corso: "Lingue inventate nella letteratura italiana"
Nella letteratura italiana, così come in altre letterature europee, non sono rari i casi di parole, espressioni, frasi e persino interi testi in lingue inventate, dal "Raphèl maì amècche zabì almi" urlato dal gigante Nimrod nell'Inferno dantesco fino all'"Aga magéra difúra natun gua mesciún" del componimento in pseudopersiano nel "Dialogo dei massimi sistemi" di Landolfi. A questi esempi di invenzione linguistica "pura" se ne aggiungono altri di codici, pastiches e gerghi elaborati per contaminazione e/o deformazione di lingue storico-naturali: il più noto è il macaronico in voga tra la fine del Quattrocento e il primo Cinquecento, in cui al lessico volgare è applicata la morfologia del latino, ma anche in tempi più recenti non mancano sperimentazioni di artificiale commistione fra lingue e persino di innesti di lessico inventato su elementi grammaticali dell'italiano (come nella poesia "metasemantica" di Fosco Maraini). Infine, specie nella letteratura fantastica del Novecento, non è inconsueta la descrizione di grammatiche immaginarie, spesso improbabili - se non del tutto impossibili -, la cui ideazione risente in buona parte delle teorie linguistiche coeve.
Nel corso delle lezioni si passeranno in rassegna le opere in cui ricorrono, a vario titolo, elementi linguistici d'invenzione e i loro autori, dal Medioevo all'età contemporanea. Per ciascun testo (estratti di poemi, romanzi, opere teatrali, oppure singoli componimenti, o ancora racconti brevi) si rifletterà sui meccanismi d'invenzione linguistica e sulla loro funzione nell'economia del testo, aggiungendo qualche considerazione sull'autore e il suo tempo, specie per quel che riguarda le idee linguistiche prevalenti. Inevitabilmente occorrerà guardare anche al più ampio contesto europeo, cioè a quegli autori, come Rabelais e Carroll, che hanno fatto uso di elementi linguistici d'invenzione nelle loro opere e che hanno influenzato esempi analoghi in Italia. Ambizione del corso è quella di tematizzare un fenomeno ricorrente nella letteratura medievale, rinascimentale e contemporanea e, tuttavia, non ancora studiato in modo organico, nel tentativo di pervenire a una classificazione delle forme e delle funzioni degli elementi d'invenzione e di
individuare, se possibile, una diacronia dell'invenzione linguistica nella letteratura italiana.
Per il corso si indica non un libro di testo, bensì una lista di articoli e saggi, quelli elencati di seguito, che verranno tutti resi disponibili in pdf sulla piattaforma Moodle di Ateneo:

1. Alessandro Bausani, Lingua e invenzione, in Id., Le lingue inventate. Linguaggi artificiali – Linguaggi segreti – Linguaggi universali, Roma, Ubaldini editore, 1974, pp. 11-49.
2. Peter Dronke, I giganti dell’«Inferno», in Id., Dante e le tradizioni latine medioevali, Bologna, il Mulino, 1990, pp. 65-96.
3. Lorenzo Renzi, Un aspetto del plurilinguismo medievale: dalla lingua dei Re Magi a «pape Satàn aleppe» [1993], in Id., Le piccole strutture. Linguistica, poetica, letteratura, a cura di Alvise Andreose et al., Bologna, il Mulino, 2008, pp. 298-312.
4. Alessio Decaria, «Il filo di un ragionamento»: lettura del «sonetto ebreo» di Burchiello, «Per leggere», a. X n. 18 (primavera 2010), pp. 15-29.
5. Daniele Baglioni, Le ottave 'esotiche' del "Ciriffo Calvaneo". Un «viaggio ai confini ultimi della lingua», in Valerio Vianello, Alberto Zava (a cura di), «L'umanesimo della parola». Studi in memoria di Attilio Bettinzoli, Venezia, Edizioni Ca' Foscari, 2023, pp. 95-106.
6. Paola Bottalla, Un caso estremo di traduzione impossibile: il «Jabberwocky» di Lewis Carroll, in Gianfelice Peron (a cura di), Premio “Città di Monselice” per la traduzione letteraria e scientifica, Monselice, il Poligrafo, 2003, pp. 164-172.
7. Valeria Caruso, Traduzioni senza senso, in Cristina Vallini et al., Traduttori e traduzioni, Napoli, Liguori, 2011, pp. 63-92.
8. Beatrice Stasi, La lingua impossibile: il problema estetico «spaventosamente originale» del “Dialogo dei massimi sistemi”, «Chroniques italiennes», 81-82/2-3 (2008), pp. 139-159.
9. Daniele Baglioni, Poesia metasemantica o perisemantica? La lingua delle “Fànfole” di Fosco Maraini, in Valeria Della Valle, Pietro Trifone (a cura di), Studi linguistici per Luca Serianni, Roma, Salerno ed., 2007, pp. 469-480.
10. Daniele Baglioni, Lingue inventate e nonsense nella letteratura italiana del Novecento, in Giuseppe Antonelli, Carla Chiummo (a cura di), Nominativi fritti e mappamondi. Il nonsense nella letteratura italiana. Atti del Convegno di Cassino (9-10 ottobre 2007), Roma, Salerno ed., 2009, pp. 269-287.
10. Daniele Baglioni, Odeporica fantastica e lingue immaginarie: su "Viaggio in Drimonia" di Lia Wainstein, in Alessandro Cinquegrani, Ilaria Crotti (a cura di), "Un viaggio realmente avvenuto". Studi in onore di Ricciarda Ricorda, Venezia, Edizioni Ca' Foscari, 2019, pp. 175-187.

Alla preparazione andranno aggiunti gli appunti presi a lezione e i testi commentati. Anche queste ultime letture verranno rese disponibili sulla piattaforma Moodle.
La verifica dell’apprendimento avviene attraverso una prova orale di 20-30 minuti. Nel corso della prova lo studente deve dimostrare di conoscere gli argomenti trattati a lezione e di saperli integrare con le nozioni contenute nei testi di riferimento.
Griglia di valutazione:
28-30L: padronanza degli argomenti trattati a lezione e nelle letture in programma; capacità di gerarchizzare le informazioni; uso della terminologia tecnica appropriata;
26-27: buona conoscenza degli argomenti trattati a lezione e, in minor misura, nelle letture in programma; discreta abilità nell'ordinare le informazioni e presentarle oralmente; familiarità con la terminologia tecnica;
24-25: conoscenza non sempre approfondita degli argomenti trattati a lezione e nelle letture in programma; esposizione orale ordinata ma con uso non sempre corretto della terminologia tecnica;
22-23: conoscenza spesso superficiale degli argomenti trattati a lezione e nelle letture in programma; esposizione orale poco chiara e carente sul piano della terminologia tecnica;
18-21: conoscenza a tratti lacunosa degli argomenti trattati a lezione e nelle letture in programma; esposizione orale confusa, con scarso ricorso alla terminologia tecnica.
Corso frontale che si avvale anche di materiali resi disponibili sulla piattaforma di e-learning di Ateneo moodle.unive.it. Benché il corso non abbia struttura seminariale, gli interventi degli studenti a lezione saranno sollecitati di frequente, secondo una concezione il più possibile dinamica e interattiva della didattica.
Italiano
Gli studenti non frequentanti dovranno concordare un programma alternativo con il docente.
orale
Programma definitivo.
Data ultima modifica programma: 06/03/2024