Benvenuti a Petali, un programma di storie romantiche, tutte narrate con passione e sentimento. Cucito, musica, cucina, letteratura sono le tematiche principali.
Sono gli hobby di Rosa, la voce narrante, che in ogni puntata vi racconterà una storia - ogni tanto da sola, e ogni tanto accompagnata da ospiti speciali. In ogni episodio strapperà via un petalo dal fiore delle sue passioni e affiderà al vento le sue storie da raccontare.
A cura di: Rosa Brancaccio
Frequenza di pubblicazione: ogni giovedì
Categoria: Società
Avete mai assaggiato la parmigiana col cioccolato?
È un piatto tipico della costiera amalfitana, e a dispetto della consistenza particolarmente impegnativa, si mangia ovviamente quando le melanzane sono di stagione: in estate, meglio ancora se a Ferragosto.
Si crea una crema densa e gustosa con cioccolato, cacao e latte, a cui si possono aggiungere vari ingredienti e un po' di rosolio. E poi?
E poi scoprite tutti i procedimenti in questo episodio in cui Rosa ci farà entrare nella sua cucina, rivelandoci una vera e propria ricetta per la felicità attraverso la storia di un piatto molto particolare nato da un insolito abbinamento.
Eduardo De Filippo confessa, pubblicamente, nero su bianco – in una sua poesia – che il vero ragù lo mangiava soltanto a casa di sua mamma, mentre quello di sua moglie, più che ragù, era «carne ca pummarola». E quindi come si fa il ragù napoletano? E cosa lo distingue da quello bolognese - che, ancora a fine Ottocento, quando ne scrive Artusi, non si faceva nemmeno col pomodoro?
In questa puntata, Rosa parlarà delle dispute che sorgono quando si parla di uno dei grandi caposaldi della cucina italiana e di quanto questo piatto – fatto secondo le proprie tradizioni – è in grado di scaldare anche i cuori più freddi. E adesso che è arrivato l'autunno, è proprio l'ora di prepararne uno buono.
Cosa si cela dietro ad una foto di un qualsiasi piatto che si vede nel menù di un ristorante? A spiegarlo è Riccardo Mordenti, stella nascente del mondo della Food photography.
In questa prima puntata a tema culinario, Riccardo racconterà il suo percorso e i segreti del suo mestiere che lo hanno portato a specializzarsi in questo settore di 'nicchia' della fotografia. Rosa resterà ammaliata dai racconti di Riccardo, scoprendo una nuova forma artistica tutta da contemplare.
La foto in copertina è tratta dal portfolio di Riccardo Mordenti.
Chi non ha mai avuto un periodo in cui, svegliandosi la mattina, ha ossessivamente in testa una determinata canzone? Per quest'ultima storia a suon di musica verrà inaugurata una nuova rubrica: la serie Penso per canzoni.
Le barre che Rosa ultimamente canta in continuazione sono quelle di Geolier. Si chiude in bellezza questo ciclo di storie proprio con questo cantante, che racchiude in sé i temi degli scorsi episodi: il rap e il neomelodico.
Per questa puntata la nostra Rosa ha deciso di raccontarvi un caso sconvolgente, che le ha stravolto l'estate (forse la vita?) mentre era in vacanza.
Il tutto parte da uno dei misteri che aleggiano intorno a una delle canzoni portanti dell'infanzia di Rosa: Annarè di Gigi D'Alessio; una canzone che lo stesso D'Alessio, durante un concerto a piazza del Plebiscito ha definito con estrema modestia “l’inno di Napoli”. La canzone compare per la prima volta nel quarto album del cantante - Passo dopo Passo del 1995 - e fin qui la storia sembra lineare.
Annarè, però, non è solo una canzone: è anche un film del 1998, girato da Ninì Grassia, che vede protagonista Gigi d’Alessio nel ruolo di sé stesso! La trama: Gigi, rientrato a Napoli dopo un lungo tour in America (ovviamente fittizio), scopre che l’ex fidanzata Anna, dedicataria della fortunatissima canzone, sta per sposarsi. Dopo una prima scena iniziale in cui vediamo Gigi scendere dal palco dopo un concerto e andare nel backstage, inizia un lunghissimo flashback che spiega l’origine di questa canzone e la travagliata storia dei due innamorati.
Ecco allora la scelta azzardatissima di Rosa: dedicare un'intera puntata a questa canzone e al film, ripercorrendone alcuni momenti salienti e commentando i versi delle canzoni più belle, se così si può dire, della colonna sonora.
Un famoso spot pubblicitario degli anni '90 recita così: «Sorprendila con un diamante al di là dei suoi sogni. Un diamante è per sempre». L'idea dell'amore eterno — secondo questa celebre pubblicità — è legata al diamante, conosciuto proprio per la sua durevolezza. Ma esiste, in sartoria, qualcosa di altrettanto duraturo?
Non solo i diamanti sono per sempre - anche i cappotti, se fatti bene, possono durare una vita.
Quando Rosa ha deciso di confezionare il suo quasi le è salita l'ansia: quale tessuto, colore, forma? Deve durare per sempre!!
Per fortuna è soccorsa in suo aiuto la Dispensatrice di tessuti già citata nello scorso episodio, Vittoria, che non possiede solo i tessuti, ma sa anche scovare quello che più si adatta alla tua personalità.
Ed infatti, una volta pronto e finito, Rosa ha guardato il suo cappotto e ci ha visto se stessa. Ma anche chi la vede per strada con il cappotto addosso, si rende conto che quel cappotto dice qualcosa di lei.
Pensandoci dunque: sarà meglio regalare un diamante o un cappotto alla nostra dolce metà?
In questa seconda puntata, Rosa avrà a che fare con una grande sfida sartoriale: cucire un cappotto. Nonostante le varie indecisioni e perplessità, questo sarà l'inizio di una nuova e grande avventura.
Oggi viene inaugurata una nuova rubrica all’interno delle storie musicali: la serie “Penso per canzoni”. Tutti hanno avuto periodi delle proprie vite (o almeno si spera che siano condivisi) in cui ci si sveglia e improvvisamente si inizia a pensare per versi di canzoni: iniziamo allora dalle barre con cui Rosa si sveglia in questo ultimo periodo, e da chi quelle parole le ha scritte, ovvero il protagonista di questo episodio.
Ecco il suo identikit: Emanuele Palumbo, 24 anni, Secondigliano, in arte Geolier, è un rapper. Come suggerisce il suo nome, che in francese significa “secondino” ed è il modo in cui vengono designati gli abitanti di Secondigliano, è un ragazzo di quartiere che si esprime attraverso la musica nella sua lingua madre: il napoletano. Ha esordito nel 2018, quando ha esordito con il singolo "P Secondigliano - interpretato assieme a Nicola Siciliano - e da quel momento la sua carriera ha preso slancio, attirando l'attenzione del pubblico. Nel 2019, ha firmato un contratto con BFM Music, che ha segnato l'inizio di una serie di collaborazioni significative; è passato poi ad Island Records fino al 2022, fino al salto definitivo nel mondo delle major e alla firma con Columbia Records e, nel 2023, con Warner Music Italy.
Rosa partirà dai testi del suo ultimo album per concentrarsi principalmente su due filoni ricorrenti nella sua discografia: Napoli e l'amore; due temi che, nei brani dell'artista, hanno un confine sottile.
Che cosa c’entra una come Rosa con il rap? Assolutamente niente! Anche se in realtà qualche mese fa si è trovata in mezzo ad una battaglia di freestyle, che ovviamente ha perso amaramente, ma nella quale si è divertita assai!
A stracciarla è stato The Doge, rapper mestrino che ha invitato a parlare per questo episodio, assieme ad un altro rapper promettente della scena veneta, Franco da Mestre.
Dopo anni a fare piccole battle di freestyle tra amici, entrambi i rapper durante il covid hanno iniziato a produrre testi più strutturati, fino ad arrivare all’incisione di qualche pezzo, pubblicato su iCloud.
Come ci insegna Franco, l’aspetto interessante del rap non è solo fare il gangster con i pantaloni larghi e la catena dorata: quello che scrivere il rapper ha sempre uno sfondo di denuncia di aspetti critici della società. Poterlo esprimere con la musica e lo stile, dà molta soddisfazione.
Rosa dopo la débale si è messa a studiare: ha capito che cos’è una barra, e che cos’è un dissing, e finalmente è riuscita a comprendere perché i rapper si offendono di continuo. Non sono tanto gli insulti, quanto più il divertimento che ne deriva nel farli e riceverli, basta avere un po’ di autoironia!
Inaspettatamente, Rosa ci ha preso talmente tanto gusto che ha iniziato addirittura ad improvvisare qualcosa sotto la doccia.
NB: ascoltare fino alla fine per una sorpresa!
Musiche: Requiem for a Dream by Beat Mekanik da freemusicarchive.org (Attribution 4.0 International License).
Tendenzialmente “tagliare” qualcosa (una conversazione, un rapporto) lo associamo a qualcosa di brutto, in sartoria invece, “tagliare” non è per niente una roba brutta! Rosa ci spiega il perché passo passo.
Nuova idea che prende forma.
Happy scissors è un leitmotiv!
Partiamo innanzitutto dallo strumento per tagliare, le forbici. Secondo voi, quante forbici deve avere una sarta? Tante! Quelle per tagliare la carta, quelle per tagliare il tessuto, e le forbicine per tagliare i fili sono le tre obbligatorie per iniziare: se poi vuoi diventare pro te ne servono molte di più!
E poi? Eh, bisogna avere un’idea di ciò che si vuole fare, ovviamente. Come un pittore sceglie il formato del suo quadro e la tecnica pittorica, così la sarta si trova davanti due elementi essenziali: il modello e il tessuto.
Una volta scelti questi due elementi si inizia con il Piazzamento: si posiziona il modello sul tessuto, dove vanno tracciati i punti lenti (che non sono degli spazi dove si smerciano lenti a contatto, ma delle prime cuciture che servono da linee guida). Si passa poi al Dettaglio, primo momento in cui le idee prendono forma. Si inizia poi a cucire i pezzi tagliati, chiamati Imbastiture. Finalmente si arriva così alla Prova, ovvero la prima volta in cui indossiamo il capo, per capire se i calcoli sono giusti: ma non alzate troppo le vostre aspettative, perché molto probabilmente ci sarà qualcosa da disfare e rifare per un’altra prova.
D’altronde, dice Rosa, la pazienza è una delle prime virtù della sarta. Una volta che siamo sicure, possiamo finalmente cucire a macchina le imbastiture.
Ultimo importantissimo passaggio: le Rifiniture, che volendo possiamo anche ignorare lasciandole fatte male sotto il vestito, ma diciamo che è un po’ come nascondere la polvere sotto il tappeto.
Tagliare dunque non è una sconfitta, ma è cambiamento, ci permette di vedere le cose da un altro punto di vista, per ottenere poi qualcosa di nuovo e unico.
In questa prima puntata si introdurranno i personaggi di queste storie di cucito: Rosa, una giovane apprendista, la Maestra di cucito, Vittoria la Dispensatrice di tessuti, e, infine, Enesia la Sarta.
Prima ospite del programma è Marina Mannucci, la Maestra, che ci spiegherà cosa significa cucire al giorno d’oggi, dandoci qualche consiglio sulla sartoria e sulla vita.
Si parlerà dell'inizio delle avventure sartoriali di Rosa, una ragazzina dodicenne che, in un fredda mattinata di novembre, entrò in un laboratorio di cucito. Da lì, “il resto è storia”.
L'estratto del racconto letto in puntata è tratto da: Le tre P. – racconto di cucito (parte 1)