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Caigo

Immaginate di attraversare una fitta nebbia veneziana e di emergere improvvisamente in un mondo di idee brillanti e prospettive sorprendenti. Benvenuti a Caigo, il podcast che trasforma l'incertezza in una fonte di conoscenza.

Caigo spazia tra vari argomenti, dalla cultura alla tecnologia, esplorandoli sotto la guida di docenti universitari ed esperti. Caigo prova a rendere accessibili temi complessi, stimolando il pensiero critico ma mantenendo un approccio informale.

A cura della redazione di Caigo
Frequenza di pubblicazione: ogni giovedì
Categoria: Dialoghi

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Edoardo Rivola è una figura straordinaria e molto conosciuta nel veneziano; ha portato avanti, come chiunque, un lavoro “normale”, facendo carriera nel settore bancario, ma parallelamente si è sempre impegnato in ambito sociale e sportivo.

Tra le sue iniziative di solidarietà, per esempio, ricordiamo la promozione dell'Associazione Il prossimo ODV - di cui è presidente -, con cui ha creato il Centro di Solidarietà Cristiana "Papa Francesco", ormai punto di riferimento nell'area di Mestre come centro di smistamento di vestiti e mobili di seconda mano, oltre che come banco alimentare.
Ma oltre a questo è ben noto nel mondo dello sport come presidente dell'ASD Mestrina nuoto e come storico collaboratore del Venezia FC, di cui è stato per oltre 20 anni team manager e addetto agli arbitri.

Assieme a lui inizia l'avventura di Caigo: Rivola si mette a disposizione per condividere le sue esperienze e raccontare di come - arrivando dalla provincia di Bergamo - è arrivato in Veneto e ha saputo ritagliarsi un ruolo di rilievo all'interno di una comunità.

Laura Lorenzoni fa la gallerista alla Galleria dello Scudo di Verona da ormai trent’anni.

Si è avvicinata all’arte contemporanea da giovane, quando ha studiato storia dell’arte all’università, laureandosi con una tesi contemporaneista, dopodiché quasi per caso si è trovata a lavorare presso la Galleria dello Scudo, dove è poi rimasta.

La Galleria dello Scudo è punto di riferimento per l’arte italiana: aperta dal 1968, è stata una delle prime gallerie in Italia ad organizzare mostre in collaborazione con gli spazi pubblici, allargando così il proprio pubblico anche a chi era fuori dai normali circoli di compravendita artistica. Questo passo, come ci spiega Laura Lorenzoni, è stato fondamentale per rivedere la funzione della galleria. Se un tempo erano punti di riferimento per la formazione del gusto artistico del contemporaneo, di proposta degli artisti e di conoscenza agli acquirenti, con il proliferare delle avanguardie dello scorso secolo, l’arte e le sue abitudini sono molto cambiate. Di conseguenza, anche le gallerie hanno dovuto adeguare la loro destinazione: deve essere un punto intermedio tra l’artista, il critico, e il pubblico, tre elementi che sono sempre più complessi e diversificati al loro interno. Parallelamente la galleria è chiamata a svolgere un lavoro di approccio verso il pubblico, anche quello estraneo al mercato dell’arte in senso ampio.

Questo porta spontaneamente ad una riflessione: in che modo quindi l’arte e le gallerie sono influenzate dal contesto socio-politico? E che ruolo ha l’artista nella società contemporanea?
Queste le tematiche che vengono sviscerate in questo episodio di Caigo.

John Bleasdale è un dottore in letteratura romantica, un autore di romanzi che ha anche contribuito a testate come The Times e The Guardian, un prolifico blogger e podcaster e soprattutto un critico cinematografico con anni di esperienza.

All’inizio della sua carriera universitaria pensava ai film come qualcosa consumato per puro divertimento, non meritevole di analisi accademica. Poi qualcosa cambia per sempre il suo approccio al cinema: dopo essersi prestato ad un lavoro di traduzione riesce ad ottenere un accredito per la Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia del 2009. Bleasdale pensa che sarebbe un peccato partecipare senza qualcosa che parli della sua esperienza, e da lì comincia a scrivere e non si ferma più.

Lo accogliamo ai microfoni di Radio Ca’ Foscari per definire il suo percorso personale, ma anche per discutere dell’essere un critico in un panorama in cui un singolo tweet può influenzare drasticamente l’opinione delle masse, del declino della “media literacy” degli ultimi anni, dei festival del cinema che ama frequentare e del futuro di una Hollywood soffocata dalle produzioni dei giganti dello streaming a contrasto con la rivalutazione del cinema asiatico ed europeo degli ultimi anni.

Nella quarta puntata di Caigo, vi presentiamo il Professor Roberto Pastres, Professore Associato presso il nostro Ateneo.
Questa chiacchierata andrà ad approfondire temi legati alla sostenibilità della filiera alimentare del pesce, analizzando le problematiche ma soprattutto evidenziando le possibili soluzioni come il progetto BeBlue, di cui il Professore è coordinatore.

Davvero tutto il pesce viene "pescato"?
Il colore del salmone è davvero così in Natura?
Quanto pesce si consuma di media all'anno?
Possiamo migliorare la sostenibilità di questo settore?
 

In questo episodio, il team di Caigo dialoga con Marco Bravetti, cuoco e fondatore di Tocia!,un progetto che reinterpreta la tradizione culinaria veneziana.
Una conversazione ricca di sapori e storie, tra riflessioni sulla cucina come forma d'arte, l'importanza della convivialità e il legame profondo con la cultura gastronomica del territorio.

Il progetto Tocia! ha attirato le attenzioni anche di Gambero rosso, che a proposito scrive:

"Cuochi, osti, contadini, raccoglitori, pescatori, attivisti, ricercatori, artisti, artigiani. Tutti chiamati a ritrovarsi in un collettivo interdisciplinare fondato sulla condivisione di idee, esperienze e, soprattutto, obiettivi. L’approccio progettuale è la chiave di un gruppo di ricerca che fonda sull’azione (e sull’interazione) la possibilità di avere un impatto positivo sul territorio e sulla comunità locale. L’orizzonte di riferimento è quello di Venezia e della sua Laguna, il progetto si chiama Tocia, e da qualche mese ha trovato ospitalità presso la sede dell’associazione Spiazzi Isolab. L’idea ha preso forma poco prima che il mondo cambiasse con l’arrivo della pandemia per iniziativa di Marco Bravetti, cuoco autodidatta che ha girato diverse cucine del mondo, prima di rientrare a Venezia per lavorare al Ridotto. Proprio gli anni di vita in brigata, però, l’hanno portato a maturare un concetto di ricerca e azione gastronomica che esula dalla ristorazione convenzionale: - Ho sentito la necessità di staccare dalla cucina in brigata, volevo trovare la formula per portare avanti un lavoro di ricerca che fosse aperto a più stimoli esterni, e potesse coinvolgere soggetti diversi, facendo in modo che l’indagine gastronomica non fosse fine a se stessa. Così è nato Tocia, un progetto fondato su un approccio umanistico, che ha un’attitudine attivista rispetto al modo di vivere il territorio, interagire con la comunità e con l’ambiente naturale-."