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Untitled

Untitled è un podcast che esplora il mondo complesso, contraddittorio, surreale, affascinante e magico dell’arte contemporanea. Un progetto dedicato a chi pensa di non poter capire l’arte contemporanea e a chi la respira nella propria vita quotidiana.
In ogni puntata, si mette sotto la lente d’ingrandimento l’opera di un artista per suscitare curiosità, provocare nuove riflessioni e guardare la realtà da punti di vista inaspettati.

A cura di: Sofia Paggioro
Frequenza di pubblicazione: programma completo
Categoria: Cultura

Scopri gli episodi

Quinto appuntamento del ciclo Arte contemporanea e Cultura indigena di Untitled. In questo episodio Sofia analizza l'opera di un’artista di origine inuit, Annie Pootoogook, purtroppo anche lei prematuramente scomparsa . Nello specifico, si concentra sul Bringing Home Food, lavoro realizzato fra il 2003 e 2004. Quest’opera è molto rappresentativa dello stile dell'artista, in quanto nei suoi lavori racconta in modo sincero la quotidianità del popolo inuit, dove usi e costumi occidentali si mescolano a tradizioni antiche. Il suo stile apparentemente naïf denuncia problematiche sociali e prova a destrutturare alcuni stereotipi ancora radicati nella visione occidentale del popolo Inuit.

A questo link potete trovare un'immagine di Bringing Home Food di Annie Pootoogook. 

Nel proseguire serie dedicata ad Arte contemporanea e Cultura indigena, Sofia si addentra idealmente nella foresta amazzonica brasiliana, per conoscere Jaider Esbell e la sua opera Kanaimé. Esbell, purtroppo scomparso nel novembre del 2021, faceva parte del popolo macuxi ed è stato anche un grande attivista oltre che un grande artista.

Ha raggiunto il successo professionale grazie anche a due esposizioni alla Biennale di Venezia, senza però mai smettere di lottare per reclamare i diritti del suo popolo e per diffonderne la cultura, messa a repentaglio da violenza, discriminazione e sfruttamento massivo delle risorse.

Qui il link per vedere un'immagine di Kanaimé mentre ascoltate l'episodio di Untitled.

Nel 28° episodio del podcast si continua ad indagare il tema "Arte Contemporanea e Cultura indigena". In questa puntata si approfondisce il lavoro "A Time for Change" (2020) dell'artista Jeffrey Gibson, discendente dalle tribù Choctaw e Cherokee.
Uno dei suoi obiettivi è portare il punto di vista delle minoranze di nativi americani nel contesto mainstream delle istituzioni culturali e rielabora in modo contemporaneo elementi della cultura indigena, dando vita a delle opere dalla potenza comunicativa estremamente forte.

Vedi l'opera A Time for Change

Nel suo percorso dedicato ad arte e cultura indigene, Sofia si sposta nell’Africa occidentale per parlare del lavoro di Wole Lagunju, artista di origine yoruba. Lagunju nasce nel 1966 a Osogbo, una città nell’area sud ovest della Nigeria, e nel 2006 si trasferisce negli Stati Uniti per indagare i complessi rapporti fra Africa e Occidente.
Questo episodio si focalizza sul dipinto “Of Race, Mythology, and Redefinitions of Storytelling” del 2014, che racchiude perfettamente la ricerca dell’artista sui temi del colonialismo, dell’identità e della rappresentazione del potere.

Prima di iniziare ad ascoltare la puntata, date un'occhiata all'opera (trovate qui sopra il link all'immagine): attraverso questo dipinto Wole Lagunju si interroghi sulle logiche alla base della narrazione visiva al servizio del potere, mescolando elementi della ritrattistica occidentale e della cultura yoruba. Il soggetto è una figura femminile rappresentata a mezzo busto, seduta in una posa che riprende quella di innumerevoli ritratti dell'élite europea del periodo tardo cinquecentesco. Il vestito di broccato, le collane di perle, le pietre preziose sul bustino, i guanti ricamati e la gorgera, che le incornicia il volto, rimandano in particolare ai ritratti del periodo elisabettiano. Nel quadro l’artista decostruisce questo tipo di iconografia, inserendo elementi propri della cultura yoruba. In questo caso dove il pubblico si sarebbe aspettato di trovare il volto di una testa coronata, trova invece una maschera Gelede.

Da qualche anno numerosissime istituzioni  culturali occidentali stanno vivendo giustamente un momento di sensibilità nei confronti dell’arte di gruppi minoritari, soprattutto ci si comincia a interrogare sul tema della decolonizzazione, cercando di dare voce a culture e popoli messi a tacere da secoli dal pensiero dominante. C’è una cosa da premettere. Dal mio punto di vista, spesso il risultato di questo interessamento sfocia in esotismi,  atteggiamenti buonisti e sembra che le diverse istituzioni culturali che per anni, anni e anni hanno promosso un certo tipo di arte, si lavino la coscienza esponendo determinati artisti; però c’è anche da dire che le intenzioni sono da premiare e a volte decidendo di ascoltare degli artisti appartenenti a una cultura sottorappresentata si possono scoprire dei veri e propri diamanti dell’Arte contemporanea.

Una fra questi è sicuramente l’artista sami Britta Marakatt-Labba, che dopo quarant’anni di produzione artistica straordinaria è riuscita a fare il cosiddetto breakthrough nel mondo dell’Arte Contemporanea. È un’artista che usa soprattutto il ricamo per dare forma alle sue idee e nell’episodio di oggi approfondiremo forse il suo lavoro più maestoso, “Historija”, un arazzo lungo 23,5 metri, presentato a Documenta 14 nel 2017, che rappresenta una narrazione della storia e della mitologia sami. 

Con questo 25° episodio si conclude la miniserie dedicata al tema "Arte e Viaggi". Questa puntata affronta il tema del viaggio in maniera metaforica e trascendente. Il lavoro in questione si intitola “Un hombre que camina”, una video installazione di 21 minuti realizzata dall’artista Enrique Ramirez. Questo progetto è stato realizzato in un posto unico al mondo, il Salar de Uyuni, la più grande distesa salata del pianeta che si trova su un altopiano sulle Ande boliviane.
Enrique Ramirez e il suo team si sono recati in questo remoto luogo del mondo, un luogo dove terra e cielo si incontrano, per costruire una storia, o meglio una poesia, sul viaggio apotropaico per ricucire il confine fra la vita e la morte.

In questo 24° episodio di Untitled, si continua a parlare di viaggi. Nelle scorse due puntate si è raccontato del viaggiare camminando o a bordo di un'Apecar, in questo episodio, invece, si viaggia idealmente su un autobus, in un'opera intitolata proprio "El Autobús", realizzata nel 2019 dall'artista venezuelana Sol Calero.
Attraverso quest'installazione immersiva, l'artista indaga la tensione fra la percezione che si può avere di un luogo prima di partire e di come questa cambi una volta che ci si va a scontrare con il contesto reale. Inoltre attraverso un linguaggio satirico e giocoso, ci fa riflettere sul tema della disuguaglianza sociale, sulle ipocrisie dello storytelling e sugli stereotipi legati all'immaginario dell'America Latina diffusi in Occidente.

Questo episodio è il secondo appuntamento della miniserie "Arte e Viaggi". Si racconta dell'opera La Decollazione dell'artista Simon Stirling, presentata nel 2018 in occasione di Manifesta a Palermo.
L'artista in maniera molto originale ci mostra la sua personalissima interpretazione della "Decollazione di Giovanni Battista" (1608) di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio. Ispirato dalla vita travagliata del grande artista e dalle peripezie legate alla genesi di quello straordinario dipinto, Stirling intraprende un viaggio molto particolare attraverso l'Italia a bordo di un'apecar del 1967.

In questo 22 episodio del podcast si comincia una nuova miniserie dedicata al tema "Arte e Viaggi".
Cominciamo con un progetto che esplora il modo più antico per viaggiare, ossia il camminare. L'opera in questione è Senza Titolo (Gloria) dell'artista veneziano Giorgio Andreotta Calò. Che nell'estate del 2019 ha percorso il cammino da Venezia ad Amatrice, lungo la Faglia Gloria. In un mondo veloce e iperconnesso, l'atto del camminare si fa gesto politico di ascolto del territorio, di identità e comunità e diventa strumento d'indagine di nuovi possibili confini.

Questo è il quarto e ultimo appuntamento della miniserie dedicata al tema Arte e Antropocene e nei prossimi minuti esploreremo l’installazione In Pursuit of Bling dell’artista Otobong Nkanga. 
Nella sua pratica, l'artista indaga gli effetti del neocolonialismo, dei disastri ambientali e parla dell’importanza del rispetto dell’ambiente attraverso uno stile estremamente elegante e minimale. Nell’installazione IN In Pursuit of Bling denuncia il tema dell’estrazione indiscriminata di materie prime, facendo riflettere su una problematica che caratterizza molti dei paesi del continente africano e non solo e sui complessi legami di interdipendenza che connettono i mercati globali così come quelli che legano insieme gli individui alla Terra.

In questa 20° puntata di "Untitled", nonchè terzo appuntamento della miniserie Arte e Antropocene, si racconta il progetto esposto all'interno del Padiglione Giapponese della Biennale di Venezia del 2019, dal titolo "Cosmo-Eggs". Questo progetto corale, che vede il contributo dell'artista Motoyuki Shitamichi, del compositore Taro Yasuno, dell'antropologo Toshiaki Ishikura, dell'architetto Fuminori Nousaku e del curatore Hiroyuki Hattori, prende come punto di partenza gli tsunami-ishi, enormi massi scaraventati sulle coste giapponesi dalla potenza dei maremoti. La storia delle rocce dello tsunami viene letta come metafora di un nuovo possibile paradigma sul rapporto fra umano e non umano.

Nell'episodio di oggi e secondo appuntamento della miniserie Arte e Antropocene, si parla dell'opera "Elegancia y Renuncia" dell'artista Daniel Steegmann Mangrané. In questo lavoro estremamente poetico, una foglia si fa metafora di un intero ecosistema, facendoci riflettere sulle condizioni della Mata Atlantica e sul concetto di umanità.

Con questo 18° episodio, si comincia una nuova miniserie dedicata al tema Arte e Antropocene. Negli ultimi anni si è posta una grandissima attenzione sul tema dei cambiamenti climatici e probabilmente la maggior parte di noi si è imbattuta almeno una volta nella parola Antropocene. Questo termine è stato coniato da diversi scienziati per designare l’epoca geologica attuale, nella quale l'essere umano con le sue attività sarebbe riuscito ad incidere su processi geologici.
Dato il tema, la prima opera di questa miniserie è "Iroojrilik", una videoinstallazione, che indaga il paesaggio contemporaneo dell’Atollo di Bikini. Attraverso questo lavoro, l'artista Julien Charriere ci fa riflettere su questo angolo di mondo così remoto e al tempo stesso così potenzialmente profetico.

Questo episodio è il quarto e ultimo appuntamento della miniserie dedicata al tema microcosmi e macrocosmi. In questa 17° puntata si parla della video-installazione Grosse Fatigue dell'artista francese Camille Henrot. Grosse Fatigue è una sorta di collage sonoro e visuale dal ritmo incalzante, che mescola insieme teorie sull’universo e saperi differenti, condensando in modo estremamente efficace le molteplici credenze ed evidenziandone le contraddizioni.

In questo 16 episodio, nonché terzo appuntamento delle 4 puntate dedicate a microcosmi e macrocosmi, si parla dell’opera Cosmorama di Dominique Gonzalez-Foerster, realizzata in collaborazione con l’artista Joi Bittle. Traendo ispirazione dai romanzi di fantascienza e dal concetto di fuga, Dominique Gonzalez-Foerster ci fa riflettere sul tema di come noi esseri umani costruiamo il nostro immaginario rispetto all’altrove, muovendosi sul confine fra realtà e finzione.