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Al via REWASTER, progetto per sviluppare trattamenti circolari innovativi degli scarti del processo conciario

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Studiare nuove strategie in grado di consentire la riduzione del carico inquinante nella lavorazione conciaria, sperimentando nuovi processi produttivi e nuove tecnologie di depurazione. E’ il primo obiettivo di “REWASTER – Trattamenti circolari innovativi degli scarti del processo conciario”, progetto di ricerca e sviluppo cofinanziato della Regione Veneto, attraverso i fondi PR Veneto FESR 2021–2027, con un finanziamento di 765.000 euro, su una spesa complessiva di progetto pari a 1.450.154 euro.

Oltre all’abbattimento degli inquinanti, il progetto mira a valorizzare gli scarti solidi conciari finiti, come rifili e rasature, attraverso lo studio e la sperimentazione e la messa a punto di una tecnologia innovativa per la produzione di nuovi materiali in fibre di pelle. Guardando alla circolarità concreta del settore, attraverso la collaborazione fattiva tra soggetti pubblici e privati, tra imprese, istituti di ricerca e impianti di depurazione, “REWASTER” affronta alcune delle sfide più attuali per il distretto conciario: la riduzione dei solfati e la loro possibile depurazione, la riduzione del cromo, il recupero e il riutilizzo delle acque di rifinizione, la valorizzazione degli scarti solidi.  

Ca’ Foscari è partner con i due dipartimenti scientifici: il Dipartimento di Scienze Ambientali, Informatica e Statistica e il Dipartimento di Scienze Molecolari e Nanosistemi. L’altro partner scientifico è il CNR di Padova. Sette le aziende conciarie che parteciperanno attivamente alla sperimentazione dei nuovi processi e alla fornitura di scarti conciari per la fase di test (Corradi, Euroconciaria, Laba, Leonica, Ma.Bo.Pell, Olivieri Danilo, 3C).
 

"Ci occupereremo delle prove di trattamento biologico a fanghi attivi associato ad un sistema di filtrazione a membrana (Ultrafiltrazione) sui reflui conciari selezionati, mediante impianto dedicato in scala laboratorio, per i successivi trattamenti di ossidazione avanzata (AOP). - spiega Francesco Valentino, professore di Impianti chimici e responsabile scientifico per l’unità del Dipartimento di Scienze Ambientali, Informatica e Statistica, che comprende anche il professor Paolo Pavan e il ricercatore Marco Gottardo. Inoltre, la seconda parte delle attività verterà sullo sviluppo e ottimizzazione di processi anaerobici di solfato-riduzione (SRB) su acque reflue conciarie. Il tutto sarà corredato da analisi di caratterizzazione chimico – fisica e test respirometrici sulle matrici acquose pre o post trattamento".

Il team del Dipartimento di Scienze Molecolari e Nanosistemi, coordinato dalla professoressa Valentina Beghetto, si occuperà di fornire supporto ai partner di progetto per l’identificazione di tecnologie chimiche innovative mirate a ridurre la presenza di inquinanti nei reflui prodotti da specifiche fasi lavorative (concia, riconcia, tintura e ingrasso).

“L’opportunità data dal bando di ricerca e sviluppo è davvero un’occasione importante per lavorare assieme a tutta la filiera per l’individuazione di nuove tecnologie che possano rendere il nostro settore sempre più sostenibile. – afferma il direttore del Distretto Veneto della Pelle, Matteo Macilotti – “L’aver messo assieme la Stazione Sperimentale (SIP), Acque del Chiampo (azienda pubblica che si occupa della depurazione), le aziende conciarie, il mondo delle aziende chimiche, Ca’ Foscari e il CNR, per ragionare e sviluppare assieme nuove conoscenze e tecnologie è un segnale davvero importante che questo terroritorio lancia sul suo desiderio di essere sempre più performante”.

Edoardo Imperiale, direttore generale di SSIP: “Ci occuperemo dello studio e la mappatura delle sostanze critiche ed interventi sul processo conciario per il loro contenimento; la ricerca e sperimentazione di nuove tecniche di depurazione avanzata per il miglioramento della qualità del refluo; il recupero delle acque provenienti dalla rifinizione e la valorizzazione degli esuberi di pelle finita attraverso trasformazioni in TNT (Tessuto Non Tessuto) da reimpiegare nell’industria manifatturiera, in un processo di circolarità virtuosa della filiera pelle. Un processo ad oggi imprescindibile per l’intero settore”.