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Da Venezia a Delhi. Sei mercanti sulle Vie della seta

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Sei mercanti sulle Via della seta, un viaggio favoloso durato tre anni dal 1338 al 1341 da Venezia a Delhi, una pergamena su pelle di capra, due ricercatori appassionati dell’Archivio di Stato di Venezia: questi gli elementi della storia che, come in un film, materializza davanti ai nostri occhi uno spaccato dell’essenza del commercio veneziano nella prima metà del XIV secolo.

Marcello Bolognari, ricercatore dell’Università Ca’ Foscari Venezia e Luca Molà, Direttore del Warwick Venice Centre rintracciano in un documento che riporta la sentenza di un processo che coinvolge un gruppo di nobili veneziani partiti nel 1338 per un viaggio commerciale verso Delhi, in India. 

La pergamena del 1350, trovata in condizioni di conservazione precarie e restaurata dall’Università di Warwick, riporta a noi attraverso le fasi del processo intentato da Alberto de Calle ai figli di Giovanni Loredan, suo genero, per ottenere i soldi che aveva investito nell’impresa commerciale, una miriade di informazioni preziose sul viaggio e le vicende che lo accompagnano.

Nel tentativo di ristabilire l’intricata verità giuridica, vengono raccolte durante il processo una serie di testimonianze sia dei compagni di viaggio di Loredan sia di altri mercanti incontrati in Asia che ci consentono di ricostruire tutte le circostanze del favoloso itinerario.

I mercanti erano partiti da Costantinopoli dove erano giunti in nave, avevano poi proseguito verso il Mare di Azov, a Tana, sempre più dentro la Russia, verso Saray, Astrakan e poi avevano puntato a sud, verso l’Uzbekistan per poi andare in Pakistan ed arrivare in India. La pergamena descrive tutto: i prodotti che avevano trovato, le condizioni di viaggio, come il gelo che li aveva sorpresi ad Astrakan, dove si erano scaldati con un tipico sistema di stope, le stufe per difendersi dal grande freddo. Ci racconta di come abbiano aspettato 50 giorni per trovare il Volga ghiacciato e poterlo attraversare, e di come soltanto quattro di loro fossero riusciti a tornare a Venezia dopo questa lunga impresa.

 

L'itinerario del viaggio compiuto dai 6 mercanti

L’obiettivo finale, dopo aver attraversato il Pakistan, era raggiungere Dehli, dove i mercanti incontrarono il Sultano Muhammad ibn Tughluq, famoso per la sua crudeltà, ma anche per la magnificenza, la munificenza e la predilezione per gli stranieri. I Veneziani gli portano in dono un orologio meccanico e una fontanella. L’orologio era stato costruito a Venezia da un cremonese che ne aveva già fatto uno per il re di Cipro ed era probabilmente stato portato fino a lì smontato, mentre la fontanella era un’altra meraviglia meccanica, capolavoro dell’oreficeria di allora che attraverso il fluire di un liquido faceva suonare varie campanelle e muovere delle rotelline. Il Sultano apprezzò molto i doni che ritenne all’altezza del proprio splendore, tanto da elargire ai veneziani una cifra favolosa, 200.000 monete d’argento che essendo intrasportabili vennero convertiti in perle dal grande valore e dal piccolo ingombro. Il viaggio di ritorno si concluderà poi a Venezia nel 1341 con solo 4 dei 6 viaggiatori che erano partiti dalla Laguna. Da qui iniziano le vicende giudiziarie che ci consentono di venire a conoscenza degli avvenimenti.

 

Modello di orologio simile a quello che possono aver portato i mercandti. Di Pippa Luigi (costruttore) - Catalogo collezioni (in it). Museoscienza.org. Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci, Milano., CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=47866496

La ricostruzione di questa straordinaria impresa offre l’occasione per approfondire gli sviluppi del commercio tra Venezia e l’Asia a pochi anni dalla morte di Marco Polo. La vicenda mette in luce anche il modo di commerciare del Medioevo: le imprese venivano finanziate in una sorta di joint venture, i mercanti mettevano una quota per finanziare il viaggio a chi partiva, “scommettevano” sul fatto che riuscissero a moltiplicare i soldi investiti e al ritorno venivano redistribuiti i guadagni, che in questo caso erano stati del 166%. Dalla pergamena si ricava anche che Giovanni Loredan, prima di partire per l’India, era da poco tornato dalla Cina: questa impresa era stata finanziata in gran parte da donne.

Di questa impresa commerciale si era occupato anche Gino Luzzatto, rettore di Ca’ Foscari ed esperto economista, nei suoi studi di storia economica.

“La società medievale italiana, e in particolare quella di città effervescenti come Venezia e Genova – spiega Marcello Bolognari - era propensa al viaggio e dotata di un apparato economico e giuridico in grado di sostenere le spedizioni d’oltremare. In particolare, il ceto mercantile era quello che possedeva la flessibilità mentale e gli strumenti finanziari necessari per spingersi in Persia e in Asia Centrale, fino in india e in Cina, attratto dalla possibilità di profitti altissimi e preparato da un punto di vista logistico a sopportare la ruvidezza di un itinerario che attraversava mari, fiumi, steppe, deserti e montagne, con il sole più infuocato, il vento più sferzante, la pioggia più battente e il freddo quasi insopportabile. Perle, pietre preziose, oro, argento, spezie, tessuti: erano tutte ragioni più che valide per partire e lasciarsi alle spalle, anche per vari anni, la propria città natale”.

“Il viaggio della compagnia veneziana è un episodio eccezionale – continua Bolognari - ma nel contempo paradigmatico e a lungo trascurato, che pensiamo invece rappresenti una delle tessere più brillanti del complesso mosaico storico-sociale e politico-economico che da sempre fa da sfondo allo strettissimo legame tra Europa e Asia”.

Per chi volesse ammirare dal vivo la pergamena restaurata, sarà possibile farlo fino al 4 maggio 2025, presso il Museo d’Arte Orientale di Venezia dove la pergamena trecentesca resterà esposta con un esaustivo apparato scientifico e didattico che permetterà ai visitatori di viaggiare nel tempo e nello spazio, in particolare verso l’India e le meraviglie dell’Asia. 

L'intera vicenda è ricostruita nel volume “1338. Da Venezia a Delhi. Sei mercanti sulle Vie della seta”, Quaderni della Direzione regionale Musei nazionali del Veneto, autori Luca Molà, Marcello Bolognari.

Il progetto, patrocinato dal Consolato generale dell’India a Milano, è promosso dalla Direzione regionale Musei nazionali Veneto-Museo d’Arte Orientale, dall’Archivio di Stato di Venezia e dall’Università di Warwick.

Curatori della mostra: Luca Molà, Marcello Bolognari.

Federica Ferrarin