Manhattan 
Teatro Ca' Foscari 2023, Proiezioni

Giovedì 9 marzo 2023, ore 19.00  
Teatro Ca' Foscari

(Stati Uniti d'America, 1979, 96’, v. o. s. ita.)

Regia Woody Allen

Ingresso ad accesso libero fino a esaurimento posti

Manatthan

Isaac Davis, interpretato dallo stesso Allen, è un autore televisivo quarantenne che abita a Manhattan. Da sempre cuore pulsante della città di New York, nel film ne emerge anche la decadenza, che ben si sposa con i turbamenti dell’animo umano che affliggono i diversi protagonisti. Isaac ha appena divorziato dalla moglie, Jill, che lo ha lasciato per un’altra donna e che sta scrivendo un libro sul fallimento del loro matrimonio. A sua volta, Isaac, frequenta una studentessa di 17 anni, di cui apprezza la tenerezza ma che ritiene davvero troppo giovane. Yale, il suo migliore amico, pur essendo sposato è innamorato di un’altra donna, la brillante giornalista Mary (Diane Keaton), che Isaac conoscerà presto a una mostra fotografica. Dopo una prima impressione negativa sulla donna, che appare troppo presuntuosa, Isaac tornerà presto sui propri passi e i due si innamoreranno, tra passeggiate sulle sponde dell’Hudson River e dissertazioni intellettuali intrise di cinico romanticismo. “Manhattan” ci mostra l’indefinibile imprevedibilità delle relazioni umane, servendosi di dialoghi costruiti con estrema naturalezza e dell’umorismo sottile tipico del cinema di Allen. 

Proiezione Urbana

Le inquadrature da cartolina di Manhattan – i grattacieli, le strade, le automobili, il ponte, i ristoranti –, debitrice delle sinfonie urbane degli anni Venti, vengono completate dalle prime parole balbettate dalla voce fuori campo: “‘Capitolo primo. Adorava New York. La idolatrava smisuratamente’. Ma no, è meglio: ‘la mitizzava smisuratamente. Per lui, in qualunque stagione, questa era ancora una città che esisteva in bianco e nero, e pulsava dei grandi motivi di George Gershwin’. Ah, no, fammi ricominciare da capo”. Le esitazioni, le revisioni e le contraddizioni di Allen riflettono la sua ambivalenza nei confronti di New York: alla ricerca di un punto di vista coerente da cui catturare la totalità della città in un solo paragrafo, è ovviamente destinato a fallire. Al contrario, il film è perfettamente riuscito a tramandare e al contempo innovare l’immaginario di New York, imprimendolo definitivamente nella memoria collettiva. 

Woody Allen

Woody Allen, statunitense nato da famiglia ebrea di origine russo-austriaco-tedesca, è regista, sceneggiatore, attore, comico, scrittore e anche musicista: il suo gruppo musicale si chiamava New Orleans Jazz Band. L’amore per la musica jazz, d’altronde, è anche uno dei marchi di fabbrica del suo cinema, spesso accompagnato dalle note di George Gershwin, proprio come nel caso di “Manhattan”. Difficile, se non impossibile, riassumere in poche righe la carriera di uno degli autori e umoristi più incisivi e memorabili che il cinema abbia mai conosciuto. Più di 50 pellicole all’attivo, con una media di circa un film all’anno, 4 premi Oscar, un Leone d’Oro alla Carriera alla Mostra del Cinema di Venezia arrivato già nel 1995. L’esordio cinematografico come sceneggiatore e interprete era avvenuto una trentina d’anni prima, con “Ciao Pussycat” (“What’s New Pussycat?”). Da quel momento in poi, la produzione di Allen non si è mai fermata, ruotando sempre attorno a temi ricorrenti: la crisi esistenziale dell’individuo nella società contemporanea, le relazioni umane, la critica auto-ironica e sagace alla comunità ebraica newyorkese e ai salotti intellettuali ad essa legati, la psicoanalisi, il ruolo della morte. I suoi personaggi rispecchiano il suo amore per la letteratura, la filosofia, la musica, il cinema europeo (citerà Bergman e Fellini tra le sue maggiori influenze). Da ricordare, tra i tantissimi: “Prendi i soldi e scappa”, “Amore e guerra”, “Io e Annie”, “Zelig”, “Crimini e misfatti”, “Harry a pezzi”, “Match Point”, “Vicky Cristina Barcelona”, “Blue Jasmine”.

Last update: 05/12/2023