Se questo è Levi 
Teatro Ca' Foscari a Santa Marta 2023, Asteroide Amor

Lunedì 30 gennaio e martedì 31 gennaio 2023

con Andrea Argentieri
regia Luigi De Angelis
drammaturgia Chiara Lagani
organizzazione Maria Donnoli, Marco Molduzzi
comunicazione e promozione Maria Donnoli
produzione Fanny & Alexander / e production

Spettacolo premiato con il Premio speciale Ubu 2019 e Premio Ubu 2019 Miglior attore/perfomer under 35 ad Andrea Argentieri.

Iniziativa realizzata in occasione delle celebrazioni per il Giorno della Memoria 2023.

Se questo è Levi

In occasione del Giorno della Memoria 2023 e parte della rassegna teatrale Asteroide Amor, verranno presentate due performance della Compagnia Fanny & Alexander con Andrea Argentieri, regia di Luigi De Angelis, drammaturgia di Chiara Lagani.

Se questo è Levi. Il sistema periodico  
Lunedì 30 gennaio, ore 11.00 - M9 - Museo del '900, Auditorium Cesare De Michelis

La performance sarà rivolta agli studenti delle Scuole Superiori di secondo grado di Mestre – Venezia.

A cura di Asteroide Amor (Fondazione di Venezia, Università Ca’ Foscari Venezia, Università IUAV di Venezia, Teatro Stabile del Veneto - Teatro Nazionale)

Ingresso gratuito su prenotazione e fino a esaurimento posti, scrivendo a  ufficiogruppi@m9museum.it.

Se questo è Levi. I sommersi e i salvati  
Martedì 31 gennaio, ore 11.00 e ore 19.00 - Teatro Goldoni

Ore 11.00: performance per le scuole superiori di secondo grado di Venezia
Ore 19.00: performance per gli studenti universitari e la cittadinanza

A cura di Asteroide Amor (Fondazione di Venezia, Università Ca’ Foscari Venezia, Università IUAV di Venezia, Teatro Stabile del Veneto - Teatro Nazionale)

Ingresso gratuito su prenotazione e fino a esaurimento posti:

A partire dai documenti audio e video delle teche Rai, Andrea Argentieri veste i panni dello scrittore Primo Levi, assumendone la voce, le gestualità, le posture, i toni, i discorsi in prima persona. È un incontro a tu per tu, in cui lo scrittore, a partire dal vincolo di verità che lo ha ispirato nelle sue opere, testimonia la sua esperienza nei lager con una tecnica di testimonianza lucidissima, di scrematura della memoria, con la trasparenza di uno sguardo capace di esprimere l’indicibile a partire dal perimetro apparentemente sereno della ragione. Grazie alla tecnica del "remote acting", dell’eterodirezione, Andrea Argentieri compone un ritratto dello scrittore che si basa sulla vertigine di una domanda: quanto questa testimonianza è ancora urticante e capace di parlarci tramite la sensibilità di un attore che si lascia attraversare dai materiali originali a noi rimasti di quello scrittore? Può l’epifania di una voce, di un corpo-anima, imprimendosi nel corpo di un attore molto più giovane del modello-impronta che persegue, far sgorgare in maniera ancora più cogente la potenza e la necessità della sua testimonianza? 

Se questo è Levi è un ritratto d’attore. È il tentativo di concretizzare l’esperienza del resoconto, a tu per tu con lo scrittore.

"Primo Levi, nel suo libro "I sommersi e i salvati", a proposito della traduzione in tedesco di "Se questo è un uomo", parla di un tentativo quasi ossessivo di super-realismo, in cui vuole che la traduzione sia una specie di magnetofono diretto dell’esperienza, una specie di retrovisione alla lingua o restauro a posteriori… Questa ossessione è stata il motore propulsivo del progetto "Se questo è Levi" e la sua linea guida. Mettere un interprete, un attore nella condizione di essere attraversato dalla voce registrata di un’altra vita, di vestirne la voce come una pelle, di fare un bagno animico in essa, facendosi imbevere, come una matassa di lana che si imbeve di acqua. Dentro la voce di uno scrittore dalla personalità poliedrica come quella di Primo Levi si annida un mondo ricchissimo, fatto di emozioni, trattenute o rilasciate, si intravede in essa una complessa filigrana; nella grana della voce sono nascosti i traumi dell’esperienza, ma soprattutto scaturisce tutta la forza del carattere, della ragione, della missione. In "Se questo è Levi" l’interprete non legge, ma è “letto” da una voce straniera che lo attraversa, fa reagire in sé – come in un processo chimico – il materiale sonoro che gli viene proposto tramite un auricolare, che lui restituisce all’istante, avendo studiato la prossemica dello scrittore, le sue espressioni facciali, le sue emozioni interiori e esteriori, avendo fatto abitare in lui quell’altra vita, quell’altra pelle animica, tramite un bagno sonoro. È una forma di mimetismo per vicinanza, in cui bisogna saper fare spazio, accogliere, cercare le somiglianze interiori, le corrispondenze col proprio vissuto, rispettare, riverberare; è una forma di osservazione meditativa, in cui non bisogna avere tentazioni volitive, affermative, ma piuttosto bisogna sapere captare, farsi antenna, intercettare, farsi attraversare, lasciar fluire. Come fa notare Marco Belpoliti in Primo Levi di fronte e di profilo, si avverte nella scrittura di Levi la forza dell’oralità, come se Levi fosse prima di tutto uno scrittore orale che scrittore di penna. Si risente nella scrittura la sua necessità di testimonianza, come se i suoi testi fossero stati prima “testati” in un viaggio in treno, in casa, in delle conferenze, davanti alle varie comunità di uditori che gli capitava di incontrare e a cui mai si sottraeva… E viceversa le sue interviste radiofoniche o televisive sono incredibilmente lucide, sembrano scritte nel momento in cui vengono enunciate, c’è una continuità tra l’oralità e la scrittura nelle due direzioni. Per questo abbiamo scelto di non mettere in scena le opere letterarie di Primo Levi, a parte alcuni passi dal Sistema Periodico, ma abbiamo preferito sostare nella travolgente forza della sua lingua orale, da cui scaturiscono concetti vivissimi che sembrano pronunciati per la prima volta nell’istante stesso in cui vengono enunciati dall’interprete, facendo sì che sembrano parole di oggi, delle frecce acuminate, delle risposte politiche alla zona grigia di questi tempi".

Luigi De Angelis

Fanny & Alexander

La compagnia, nell’arco di trent’anni di attività, ha realizzato oltre ottanta eventi, tra spettacoli teatrali e musicali, produzioni video e cinematografiche, installazioni, azioni performative, mostre fotografiche, convegni e seminari di studi, festival e rassegne.
Tra i suoi lavori si ricordano il ciclo dedicato al romanzo di Nabokov "Ada o ardore" vincitore di due premi Ubu; il progetto pluriennale dedicato a "Il Mago di Oz" (2007-2010) e l’affondo dedicato alla retorica pubblica con le serie dei "Discorsi" per indagare il rapporto tra singolo e comunità.
Nell’ambito di trent’anni di carriera, Fanny & Alexander ha ricevuto importanti riconoscimenti tra cui: Premio Giuseppe Bartolucci 1997, Premio Coppola Prati 1997, Premio speciale Ubu 2000, Premio di Produzione TTV 2002, Premio Lo Straniero 2002, Premio Speciale 36mo Festival BITEF di Belgrado 2002, Premio Sfera Opera di Ricerca Cortopotere Anno Tre 2003, Premio Speciale Ubu 2005, Premio dello Spettatore 2010/11 Teatri di Vita. Nel 2017, inoltre, la drammaturga Chiara Lagani si è aggiudicata il Premio Speciale dedicato all’Innovazione Drammaturgica assegnato nell’ambito del Premio Riccione. Nel 2019 a "Se questo è Levi" viene assegnato il Premio Ubu nella categoria Progetto speciale e il Premio Ubu come Miglior attore / performer under 35 ad Andrea Argentieri.

Last update: 30/08/2023