Persone e passioni

Paolo Girardi
Statistica

Parlaci di te. Da dove provieni? Cosa insegni a Ca' Foscari? Quali sono i tuoi interessi e ambiti di ricerca?
Sono originario della provincia di Padova e quindi le mie radici sono profondamente legate al territorio del Veneto e alla città di Venezia. Sono laureato in statistica con un dottorato in bioscienze e mi sono sempre occupato di metodi e applicazioni della statistica nell'ambito di salute della popolazione, di epidemiologia e delle scienze dell'ambiente. Ho avuto modo di lavorare in diverse strutture sanitarie e amministrative in ambito pubblico, tuttavia il richiamo dell'Università è sempre stato forte e nel 2019 sono rientrato come ricercatore prima all'Università di Padova e poi qui a Venezia nel 2022.

Qual è stato il tuo percorso accademico?
Mi sono laureato in Statistica e Informatica a Padova. Dopo un anno da assegnista di ricerca ho compreso il mio interesse per la ricerca scientifica e ho intrapreso un dottorato di ricerca in Bioscienze all'Università degli Studi di Verona. Dopo il dottorato ho svolto prima un post-dottorato qui al DAIS e poi ho cominciato una serie di collaborazioni professionali con la Regione Veneto e le aziende sanitarie in qualità di statistico/epidemiologo. Sono rientrato nel 2019 in Università, con un contratto da ricercatore di tipo A a Padova e nel 2022  con un contratto da ricercatore di tipo B a Venezia.

Quali sono i tuoi punti di riferimento professionali?
Durante il dottorato ho avuto l'opportunità di studiare i metodi statistici più applicati nell'epidemiologia ed il mio punto di riferimento è sempre stato un libro ("Modern Epidemiology", Kenneth Rothman) che è stato fonte di ispirazione. Dal punto di vista professionale ammiro molto epidemiologi e statistici americani che sono stati tra i primi ad occuparsi delle complesse dinamiche legate all'interazione tra inquinamento, popolazione ed ambiente, come Joel Schwartz e Francesca Dominici. Dal punto di vista professionale ho avuto modo di lavorare con il Prof. Carlo Gaetan (ora collega al Dipartimento) e con il dottor Enzo Merler, ex responsabile del registro mesoteliomi del Veneto, che mi hanno trasmesso la passione e la dedizione per il lavoro e la ricerca scientifica.

Quali sono state le tue più grandi soddisfazioni professionali?
Durante il dottorato sono stato coinvolto in un grosso progetto di ricerca per valutare l'impatto dell'inquinamento industriale nei bambini e l'argomento mi ha portato a pubblicare il mio primo studio scientifico in cui il mio nome era posto come primo autore. L'accettazione del lavoro da parte della rivista scientifica mi ha dato molta soddisfazione e felicità. Da allora le mie più grandi soddisfazioni sono legate al fatto di poter contribuire alla comunità scientifica in tema di salute, ambiente e popolazione.

Qual è l'ambito di cui ti sei sempre voluto a occupare, ma non hai ancora avuto l'occasione di esplorare?
Sono un appassionato di gialli e thriller polizieschi, sia libri che di serie TV. Mi sarebbe piaciuto lavorare nella statistica forense, ossia nello sviluppo e applicazione di metodi statistici che aiutano a comprendere le dinamiche di reati o eventi catastrofici, dove il verdetto viene posto in termini "probabilistici". Non ho ancora avuto modo di cimentarmi in questo settore, ma spero di averne l'occasione.

Qual è l'aspetto che più ti appassiona del tuo ambito di ricerca?
La statistica offre l'opportunità di effettuare ricerca in diversi ambiti applicativi e questo mi permette di aumentare le mie conoscenze in settori scientifici anche talvolta molto distanti dal mondo dei numeri, della statistica e della matematica. La trasversalità della statistica è indubbiamente un argomento che mi appassiona del mio ambito lavorativo e ogni diversa "applicazione" diventa per me una nuova sfida professionale.

Hai sempre pensato che questa fosse la tua strada?
Ho avuto diverse opportunità lavorative. I laureati in statistica sono molto richiesti sia dalle istituzioni pubbliche che dalle aziende private, nonché hanno una capacità di creare nuove realtà lavorative. Per questo motivo sono stato molto combattuto su quale strada seguire, ma a livello inconscio ho sentito una forte passione per la statistica fin dai primi corsi universitari: tale era la curiosità per l'argomento che leggevo tutte le dispense e i libri ben prima della fine del corso. Ricordo con piacere e riconoscenza i professori del primo e secondo anno che mi hanno tramesso la loro passione per la materia.

Cosa significa per te insegnare e fare ricerca?
Nel mio mondo professionale l'attività didattica e quella di ricercatore sono due attività distinte, ma tra loro collegate. La sola statistica di base è fatta di formule e teoremi che talvolta sono noiosi e difficili da seguire, ma soprattutto non trasmettono la curiosità per la materia. Sono solito usare parti di ricerche scientifiche in corso o appena concluse per appassionare gli studenti alla statistica. Credo che questa sia una delle chiavi principali per far diventare la statistica più vicina allo studente e capirne l'utilità. L'attività di ricerca scientifica mi appassiona molto sia per la curiosità delle scoperte, la soddisfazione dei risultati e la possibilità di collaborare con altri statistici e non statistici.

Cosa diresti ai giovani che si avvicinano alla ricerca oggi?
Ai giovani neolaureati consiglierei di avvicinarsi alla ricerca scientifica con estrema curiosità e passione, senza dare nulla per scontato. Non è un lavoro per vecchi, senza i giovani non si riesce a fare ricerca, quindi non sentitevi fuori luogo. È importante trovare l'ambito di ricerca di interesse perché "se scegli il lavoro che ami non lavorerai mai, neanche per un giorno in tutta la tua vita" (Confucio).

Last update: 27/02/2024