Persone e passioni

Agostino Cortesi
Informatica

Parlaci di te. Da dove provieni? Cosa insegni a Ca' Foscari? Quali sono i tuoi interessi e ambiti di ricerca?
L'ambito delle mie ricerche rientra sotto il grande ombrello dell'Ingegneria del Software. In particolare mi interessano le tecniche di analisi e verifica dei programmi, attraverso le quali è possibile ricavare informazione sul comportamento degli stessi una volta inseriti in un ambiente operativo. Tali tecniche sono utili ad esempio per identificare vulnerabilità che possono essere sfruttate per attacchi alla sicurezza dei sistemi.
Per quanto riguarda la didattica, oltre all'insegnamento di "Ingegneria del Software" per la triennale in Informatica tengo tre corsi a livello magistrale: "Software Correctness, Security and Reliability" per gli informatici e in area economica i corsi di "Data Programming" e "Reti e Sistemi Informativi".


Qual è stato il tuo percorso accademico?
Mi sono laureato in Matematica a Padova, dove ho conseguito anche un dottorato di ricerca in matematica computazionale ed informatica matematica. A questo è seguito un post-doc negli Stati Uniti, alla Brown University. Poi sono rientrato in Italia, avendo vinto un posto di ricercatore nel neo-nato corso di laurea in Informatica a Venezia. Quattro anni dopo sono diventato professore associato e dopo altri quattro, a 39 anni,  professore ordinario. A Ca' Foscari ho avuto l'opportunità di ricoprire diversi ruoli: presidente di corso di laurea, direttore di dipartimento, direttore di scuola interdipartimentale, coordinatore di dottorato, pro-rettore... occasioni preziose che mi hanno consentito di avere rapporti proficui con colleghi di tutte le aree scientifiche presenti in ateneo.


Quali sono i tuoi punti di riferimento professionali?
L'informatica non ha confini, quindi sul fronte della ricerca l'obiettivo è competere a livello internazionale con chi si occupa di metodi e strumenti di analisi del software.
Sulla didattica l'obiettivo per me è quello di appassionare gli studenti, perché si impara solo se si intuisce l'importanza di quello che si studia.
Sul fronte della comunità accademica l'obiettivo è contribuire a far sì che l'ambiente sia vivace, attivo, piacevole, stimolante. Si lavora meglio se c'è un bel clima di collaborazione, e in questo la mia esperienza a Ca' Foscari è sempre stata estremamente positiva.


Quali sono state le tue più grandi soddisfazioni professionali?
Aver coordinato un progetto europeo, il progetto H2020 Families Share, è stata una bellissima sfida, che mi ha dato molto dal punto di vista professionale. Ma la mia più grande soddisfazione è vedere i miei ex studenti ed ex dottorandi procedere nei loro percorsi di crescita umana e professionale, sia in Italia che all'estero.


Qual è l'ambito di cui ti sei sempre voluto a occupare, ma non hai ancora avuto l'occasione di esplorare?
Un ambito che non ho mai "toccato" è quello dell'arte digitale... magari prima o poi ci sarà occasione di mettere il naso anche lì!


Qual è l'aspetto che più ti appassiona del tuo ambito di ricerca?
Non ce n'è solo uno.... la dimensione internazionale, il lavoro di team, il poter spaziare da aspetti più teorici e matematici ad aspetti più tecnici ed implementativi, la sfida continua nel sottomettere i propri lavori al giudizio di altri. E' impagabile la soddisfazione quando ti viene accettato un lavoro sottomesso ad una conferenza internazionale, o quando ti viene pubblicato un articolo su una rivista scientifica di riferimento a livello mondiale, o quando ottieni il finanziamento di un progetto di ricerca!


Hai sempre pensato che questa fosse la tua strada?
Nemmeno per idea. Nell'estate dopo il diploma di Liceo Classico ho quasi tirato a sorte nella scelta del corso universitario tra Matematica, Filosofia e Beni Culturali... poi si sono aperte di volta in volta nuove opportunità, nuovi incontri importanti, nuove sfide.


Cosa significa per te insegnare e fare ricerca?
Sono due aspetti che devono andare a braccetto. Penso che sia questa la grande sfida che caratterizza l'università: continuare con umiltà e determinazione ad aggiornarsi perché le competenze siano allineate all'avanzare della produzione scientifica a livello mondiale, continuare con tenacia e ostinazione a cercare di produrre risultati scientifici di qualità, e continuare a trasmettere con passione agli studenti non solo competenze solide ma anche l'intuizione di possibili traiettorie per la ricerca.


Cosa diresti ai giovani che si avvicinano alla ricerca oggi?
Direi loro di guardarsi attorno, di scegliere nel contesto internazionale quali sono i centri di ricerca e i docenti dove poter essere meglio stimolati e accompagnati nel loro lavoro. E soprattutto direi di curare le relazioni, le reti di collaborazione, le occasioni di scambio di idee: la ricerca non è una cosa che si fa da soli, e sono gli altri che ci aiutano a dare il meglio di noi.

Last update: 17/04/2024