Persone e passioni

Andrea Marin
Informatica

Parlaci di te. Da dove provieni? Cosa insegni a Ca' Foscari? Quali sono i tuoi interessi e ambiti di ricerca?
Per quanto riguarda gli aspetti di ricerca, i miei interessi riguardano l’analisi delle prestazioni del software o delle reti di comunicazione. Lo scopo è sia quello di misurare le prestazioni di sistemi esistenti (per esempio tempi di risposta, consumo energetico) che di sviluppare modelli in grado di predire e spiegare determinati comportamenti. La complessità delle architetture software moderne rende questi metodi molto importanti specialmente per stabilire le proprietà di scalabilità del software, cioè quanti utenti è in grado di gestire il sistema mantenendo prestazioni accettabili.
Dal punto di vista della didattica ho l’opportunità di insegnare corsi su tematiche che mi appassionano, cioè la programmazione e, appunto, la valutazione delle prestazioni dei sistemi.

Qual è stato il tuo percorso accademico?
Mi sono laureato in Informatica presso l’Università Ca’ Foscari e ho svolto qui anche il dottorato di ricerca. Durante questo periodo sono stato ospitato presso l’Imperial College di Londra. Quindi ho proseguito la mia carriera accademica presso Ca’ Foscari dove sto rivestendo il ruolo di presidente del corso di studi. Ho sempre dato alle relazioni internazionali un’importanza centrale nel mio percorso.

Quali sono i tuoi punti di riferimento professionali?
Quello che cerco di trasmettere sia tramite le mie pubblicazioni scientifiche che nelle mie attività didattiche è il forte legame che esiste tra gli aspetti metodologici e pratici dell’informatica. Quella che spesso viene chiamata impropriamente “teoria” è importante al pari della pratica sia perché forma un metodo di approccio ai problemi sia perché consente una lettura della realtà razionale ed efficace. L’ambito della valutazione delle prestazioni dei sistemi è ricco di leggi ed osservazioni controintuitive che possono essere comprese e sfruttate solo con un approccio metodologico rigoroso.

Quali sono state le tue più grandi soddisfazioni professionali?
Dal punto di vista scientifico, probabilmente l’ammissione all’IFIP working group su “Computer Performance, Modeling, Measurement and Evaluation”. È stato un riconoscimento da parte della comunità scientifica internazionale della qualità del lavoro di ricerca svolto negli anni. Sotto il profilo didattico, sono sempre molto soddisfatto quando ex-studenti hanno successo lavorativo e mi contattano per ringraziare della formazione ricevuta.

Qual è l'ambito di cui ti sei sempre voluto a occupare, ma non hai ancora avuto l'occasione di esplorare?
Mi piacerebbe occuparmi di aspetti probabilistici nell’ambito della sicurezza informatica.

Qual è l'aspetto che più ti appassiona del tuo ambito di ricerca?
Sono certamente un appassionato del mio ambito di ricerca dove il collegamento tra varie aree della matematica applicata e dell’informatica si combinano per supportare l’ingegnerizzazione dei sistemi. La dimensione internazionale della comunità di ricerca fornisce un terreno fertile per coltivare nuove idee e sviluppare confronti proficui.

Hai sempre pensato che questa fosse la tua strada?
Sebbene abbia sempre amato molto le discipline scientifiche, quando cominciai il dottorato di ricerca non pensavo di continuare con la carriera accademica. Per me si trattava principalmente di un’esperienza per poter coltivare la mia passione per lo studio ma successivamente pensavo di ritornare a lavorare nell’ambito industriale. Col tempo, le opportunità di crescita e la dimensione internazionale della ricerca, mi hanno convinto che era una strada da percorrere.

Cosa significa per te insegnare e fare ricerca?
L’insegnamento e la ricerca sono due facce della stessa medaglia. Tramite la ricerca sviluppo e coltivo il mio approccio alla disciplina e con la didattica cerco di trasmetterlo agli studenti. L’aggiornamento dei temi dei corsi che, specie per il corso magistrale, avviene annualmente mi consente di interrogarmi su quale sia stata l’esperienza di apprendimento degli studenti e quali abilità sia necessario sviluppare maggiormente per renderli competitivi nel mercato del lavoro.

Cosa diresti ai giovani che si avvicinano alla ricerca oggi?
Avrei tre raccomandazioni: la prima è intrecciare da subito relazioni con gruppi di ricerca internazionali. Questo aiuta ad aprire la propria visione della materia di ricerca. La seconda raccomandazione è di non trascurare la propria formazione di base della disciplina. Qualsiasi sia l’ambito di ricerca in cui qualcuno svilupperà le sue competenze, non dovrà dimenticare di essere innanzitutto un informatico. La terza raccomandazione e, forse la più importante, è di occuparsi di qualcosa che appassioni e che ponga dei problemi che riescano ad assorbire completamente in modo da poterci dedicare tutto il tempo necessario.

Last update: 17/04/2024