Esposizioni temporanee

Durante le visite di Ca' Foscari Tour è possibile scoprire parte del patrimonio del Fondo Storico di Ateneo e Archivio Documentale esposto nelle teche allestite al piano terra di Ca' Foscari. Utilizzando il QR code, posizionato accanto alle teche, è possibile collegarsi facilmente alla presente pagina e approfondire le informazioni sugli oggetti esposti.

Esposizione in corso: Marco Polo e l'Oriente tra gli scaffali di Ca' Foscari 
Consulenza: Eugenio Burgio

Il Fondo Storico di Ca’ Foscari che custodisce il patrimonio bibliografico della Scuola fin dalla sua fondazione, rispecchia nella ricchezza e varietà delle sue collezioni l’ambizione della Regia Scuola di Commercio, fondata nel 1868, di formare dei cittadini del mondo in grado di intessere relazioni - commerciali, diplomatiche, culturali - con genti dai differenti idiomi, usi e costumi… insomma, dei novelli Marco Polo. Oltre alle materie commerciali veniva data particolare importanza alle materie linguistiche e agli studi geografici.

Nella prima teca esponiamo alcuni libri antichi che testimoniano l’interesse dei fondatori della Scuola agli studi legati alla storia del commercio: volumi sul viaggio (A, B), la geografia (D) e un antico tariffario (C).

L’Archivio Storico di Ca’ Foscari, custode di documenti legati alla vita dei protagonisti e ai luoghi della Regia Scuola Superiore di Commercio, offre l’opportunità di ripensare ad uno spazio fortemente voluto dai fondatori della Scuola: il Museo Merceologico - sorto dove ora si trova l’Aula Baratto - ispirato all’analogo di Anversa - già nel 1869 ricevette dal Ministero di Agricoltura Industria e Commercio un sussidio governativo.

Nella seconda teca esponiamo un antico erbario (G) e delle testimonianze vive del Museo Merceologico. Grazie ad una foto d’epoca (E) e all’inventario (F) del materiale esposto possiamo farci un’idea delle collezioni di campioni che questo luogo custodiva: un vero e proprio tour didattico per gli studenti cafoscarini.

Teca 1 - Lo sguardo ad oriente della Regia Scuola di Commercio

A - Secondo volume delle nauigationi et viaggi, raccolto gia da m. Gio. Battista Ramusio, et hora in questa nuoua editione accresciuto: [...]In Venetia: nella stamperia de Giunti, 1574

Tra il 1550 e 1557 l’umanista Giovan Battista Ramusio curò le “Navigationi et viaggi”, grande raccolta in tre libri dei resoconti dei viaggi degli occidentali in Asia e nelle Americhe fra il XIII e il XVI secolo. È qui esposta la terza edizione “giuntina” del secondo volume (uscito postumo nel 1559) di questo “best-seller” della letteratura di viaggio, che raccoglie la versione del viaggio di Marco Polo ricostruita dal Ramusio, testo che “può essere considerato il principale responsabile della nascita moderna del mito di Marco Polo” (E. Burgio). 

Nelle prime Notizie sulla Scuola presentate all’Esposizione di Napoli del 1871 (p. 158), citando i volumi di pregio della Biblioteca rispetto alla sezione di “de’ Viaggi, della Geografia, della Statistica” il primo titolo ad essere menzionato è proprio la “famosa edizione del Ramusio (Giuntina, vol. 3, in folio)”.

Il volume è quindi parte di quella collezione di ANTICHI del Fondo Storico donati da vari mecenati proprio nel momento della sua Fondazione. 

Sul sito di Phaidra è possibile sfogliare virtualmente il volume, qui aperto sul frontespizio. 

B - I viaggi di Marco Polo tradotti per la prima volta dall'originale francese di Rusticiano di Pisa e corretti ... da Vincenzo Lazari pubblicati per cura di Lodovico Pasini ... 1847  con Appendice in lingua giapponese

Questa edizione in lingua italiana del Devisament du Monde del 1847 fu voluta e pubblicata da Ludovico Pasini (Schio 1804-1870) patriota e geologo veneto che fu uno degli intellettuali fondatori del Regio Istituto Veneto di Scienze Lettere e Arti. La cura dell’opera (traduzione del testo franco-italiano trasmesso dal codice parigino  fr.1116) fu affidata a Vincenzo Lazari (Venezia, 1823-1864), erudito veneziano con la passione della filologia e della numismatica. 

Questo volumetto è conservato nella sezione di Geografia della Biblioteca di Area Economica Gino Luzzatto: infatti l’originario nucleo della sezione “Geografia” della Biblioteca Generale confluì in parte nel Fondo Storico (con le mappe più antiche, gli atlanti, i portolani e i libri di pregio come le cinquecentine) ma per lo più venne tenuto compatto come sezione di Geografia prima nella biblioteca dipartimentale di Scienze Economiche, poi confluito nell’attuale Biblioteca di Area Economica.

La copia qui in mostra è particolarmente interessante perché è stata rilegata - verosimilmente tra fine '800 e inizi del '900 - insieme ad un opuscoletto didattico di lingua giapponese edito dalla Litografia Antonio Pellizzato. Questa litografia tra 1895 e 1944 curò parecchie dispense e sussidi didattici per gli studenti Cafoscarini: resta da studiare come mai queste 60 tavole che riportano i tre alfabeti in uso per la scrittura giapponese (hiragana, katakana, kanji) siano state rilegate proprio alla fine di questa edizione dei Viaggi di Marco Polo. Per certo, l’insegnamento di lingua giapponese fu istituito per la prima volta in Italia con una cattedra ad hoc proprio presso la Regia Scuola superiore di commercio in Venezia nel 1873: il primo insegnante fu Yoshida Yōsaku (che era interprete dell’ambasciata giapponese a Venezia e fu poi funzionario del Ministero degli Affari Esteri a Tokio). Nella raccolta “Notizie e Dati” presentata all’esposizione Nazionale di Milano del 1881 (p.200), è esposto il programma d’insegnamento adottato da Kawamura Kiyō, terzo docente incaricato dalla fondazione della cattedra.

C - Tariffa de i pesi, e misure corrispondenti dal leuante al ponente, e da una terra, e luogo allaltro… Composta per m. Bartholomeo di Pasi da Vinetia... - In Vinetia, 1540 (In Vinegia: nelle case di Pietro di Nicolini da Sabbio, 1540 dil mese di genaio)

Questo testo, pubblicato per la prima volta nel 1503, fu concepito dal matematico Bartolomeo Pasi (attivo tra XV-XVI secolo) come una sorta di guida pratica per i mercanti veneziani: vi sono indicate le tariffe delle singole merci, le corrispondenze di pesi e misure nelle varie città rispetto a quelle veneziane, tasse da pagare, rotte da seguire e i mezzi di trasporto più idonei.

Questo prezioso libriccino fu acquistato dalla Biblioteca nel 1916: tra il 1908 e il 1932 Pietro Rigobon fu ininterrottamente parte della Commissione biblioteca a cui dedicò cura e particolare attenzione cercando di aggiungere alla contemporaneità delle collezioni anche alcuni rari pezzi di prestigio. Grazie all’ex-libris posto sul piatto anteriore del volumetto, sappiamo che questa copia appartenne al matematico modenese Pietro Riccardi (1828-1898) autore del catalogo bibliografico Biblioteca matematica italiana (1870-1891). 

Qui abbiamo aperto il volume in corrispondenza dell’inizio delle prima tavola che elenca in ordine alfabetico luoghi e materiali citati nel manuale con l’indicazione della pagina dove vi si trovano descritti: un vero e proprio indice.

D - La  geografia di Claudio Tolomeo alessandrino, nuouamente tradotta di greco in italiano, da Girolamo Ruscelli, con Espositioni del medesimo, particolari di luogo in luogo, ... - In Venetia: appresso Vincenzo Valgrisi, 1561

Prima edizione della traduzione italiana dal greco dell'erudito Girolamo Ruscelli (1518-1566) della Geografia di Claudio Tolomeo (100-168 ca.). Il trattato si sviluppa in 8 libri che espongono le basi teoriche della geografia matematica e tracciano la descrizione dettagliata dell’ecumene conosciuto fornendo le latitudini e longitudini di oltre 6000 località. Oltre al testo questa edizione è corredata di tavole geografiche sia del mondo antico, che del mondo “novo” conosciuto alla metà del ‘500.

Il volume è parte della sezione ANTICHI del Fondo Storico e deriva probabilmente da una di quelle donazioni fatte al tempo della fondazione della Regia Scuola, giacché si trova citato come prima fonte “notevole” della sezione “Geografia” nelle “Notizie e Dati” del 1871, p. 158.

Presentiamo qui la tavola XII dell’Asia, con l’annotazione moderna del Ruscelli che scrive “In questa duodecima et ultima Tavola dell’Asia et di tutto il volume di Tolomeo si descrive l’Isola di Taprobana, che oggi i moderni chiamano Samotra e dicono essere la maggior isola…”

Teca 2 - Il museo merceologico: un viaggio tra le merci

E - Foto del Museo Merceologico

L’antica Biblioteca dell’Università Ca’ Foscari sorge con la fondazione dell’allora Scuola Superiore di Commercio nel 1868. A quest’epoca la biblioteca e la sala di lettura si trovano al primo piano di Ca’ Foscari, nei locali che si affacciano sul cortile; il salone del primo piano e le due stanze sul Canal Grande “sono riservate al Municipio per il caso che esso voglia fare inviti agli spettacoli che si danno sul Canal Grande”, mentre il salone del secondo piano sul Canal Grande ospita il Museo di Merceologia.

Il Museo di Merceologia, che sorge sul modello di quello di Anversa, ottiene fin dalle origini dei sussidi ministeriali. Presso l’Archivio Centrale dello Stato, fondo del Ministero di Agricoltura Industria e Commercio, si conservano documenti che riguardano la Scuola Superiore di Commercio di Venezia dal 1868 al 1892. Nel fascicolo Contabilità c’è un carteggio del 1869 che riguarda appunto il sussidio per il Museo Merceologico.

I corsi universitari di Geografia, di Statistica industriale e di Merceologia si giovano delle merci esposte nel Museo Merceologico, e la biblioteca dell’università si arricchisce, anche tramite doni, di volumi che illustrano e spiegano dal punto di vista scientifico ciò che vi viene esposto: “Lo studio della Chimica ne' suoi rapporti con l'industria, e della storia naturale relativamente al commercio, trovano pure nella nostra libreria fonti eccellenti e recentissime. Citeremo soltanto il Traité de Chimie générale industrielle et agricole di Peleuze e Fremy. Questa classe, che è il complemento indispensabile del Museo Merceologico, sarà costantemente aumentata delle migliori opere di chimica applicata e di tecnologia.” (Notizie e dati, 1871, p.159)

F - Inventari  del Museo Merceologico - Inventario dei campioni esistenti nel Museo Merceologico, eseguito dal Dr. Giacomo Soave, assistente [manoscritto, sine data]

L’inventario del museo merceologico tiene traccia di tutto ciò che veniva esposto al suo interno, in teche o in cassetti. Alcuni sottofascicoli dell’inventario sono mancanti, ma con quelli conservati si può capire quali merci venivano mostrate.

Il primo sottofascicolo è tra quelli mancanti. Sul frontespizio del secondo vediamo apparire i “Coloniali”, per esempio svariati tipi di caffè (ben 62 tipi) tra cui il “Caffè S. Domingo”, il “Caffè Rio I, II, III, IV”, il “Caffè Moka giallo”, il “Caffè Moka verde”, diversi tipi di zuccheri, come per esempio "Zucchero gregio Avana”, “Zucchero gregio Bahia” e ancora la “Cannella fiori Caffia”, il “Pepe Singapore”, “Pepe nero Puang”. Nel terzo sottofascicolo vengono inventariati i “Legni” e qui troviamo “Abete comune”, “Abete comune di Cadore”, “Agro di Friuli”. Nel quarto le “Materie da concia” e possiamo vedere che in esposizione c’erano la “Galla d’Istria”, “Corteccia di gregia giovane” e anche la “Corteccia di quercia”.  Nel quinto le “Gomme e resine” e troviamo “Lacca bianca”, “Lacca fegato”, "Incenso di Giava", "Incenso Indie” e “Incenso Egitto naturale”. Nel settimo le "Materie bituminose” come per esempio ”Asfalto” e “Catrame di carbon fossile”. Nell’ottavo troviamo le “Gelatine” e qui appaiono per esempio “Gelatine di Francia I, II bianca” e ancora la “Colla garavella di Francia”.

Nel nono invece “Materie coloranti” come il “Legno giallo Cuba” o il “Legno campeggio di Spagna” e il “Nero vite”, il “Violetto Vittoria” e “Arancio”.

Nel decimo vediamo le “Materie tessili ed imballaggio” e qui come non citare la “Seta gregia elastica” ma anche la “Lana artificiale Italiana”, “Lana vicentina lavata”.

Nell’undicesimo incontriamo i “Semi oleosi olii ed altre materie da illuminazione”; tra i semi “Ricino maraguax rosso e nero”, “Semi di lino d’Itaca” mentre tra gli oli vengono menzionati ad esempio “Olio d’oliva veronese (Valpolicella)”, “Olio d’oliva prima e seconda risiera”. Nel dodicesimo scopriamo le “Materie grasse - cere - saponi”. Nel tredicesimo troviamo “Droghe medicinali, essenze naturali ed artificiali”. Nel quattordicesimo ed ultimo sottofascicolo troviamo “Materie minerali” come i “combustibili fossili”, “minerali di Rame”, “Minerali di ferro”,  i “Metalli”, “Altri ossidi e sali minerali”, “Altri materiali da costruzione” ed infine i “Tabacchi” come per esempio il “Virginia” e “Havana”.

G - I discorsi di m. Pietro Andrea Matthioli sanese, medico cesareo, et del serenissimo principe Ferdinando archiduca d'Austria &c. Nelli sei libri di Pedacio Dioscoride… In Venetia: appresso gli heredi di Vincenzo Valgrisi, 1573 (Stampato in Venetia: nella bottega delli heredi di Vincenzo Valgrisi, 1573)

Pietro Andrea Mattioli (1501-1578) umanista, medico e botanico redasse uno dei testi botanico-farmaceutici  più noti e diffusi del XVI secolo. Alla traduzione del De materia medica di Dioscoride Pedacio, il Mattioli accostò un commento che arricchì il testo greco con l’aggiunta di molte piante “nuove” in quanto importate dall’Oriente e dalle Americhe, e l’integrazione di aneddoti e notizie legati alla tradizione popolare. Dal 1554, anno dell’edizione Valgrisi (Venezia) in latino con le xilografie di Giorgio Liberale da Udine, l’opera del Mattioli fu stampata infinite volte, tradotta in più lingue e sempre corredata di corredi iconografici, tanto da essere identificata volgarmente come “l’erbario del Mattioli”.

Questo particolare esemplare è una delle ristampe italiane corredate di illustrazioni fatte dai figli di Vincenzo Valgrisi. Questo stampatore, grazie alla sua rete commerciale ed esperienza libraria, contribuì a rendere l’erbario del Mattioli il “più importante libro di botanica del suo tempo” (Pesenti, p. 97). Vista l’importanza di questo titolo, segnaliamo che il Fondo Storico possiede anche una traduzione latina curata dal botanico svizzero Gaspar Bauhin (1560-1624) e stampata in Basilea da Joannis König, 1674 (FS ANTICHI 11.C.51).

Presentiamo qui le carte 404 e 405 con varie illustrazioni di tipi di Pepe.

Bibliografia

Esposizione in corso

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