Terza e ultima puntata dell'analisi realizzata da Valeria Minghetti, senior researcher di CISET, a partire dai risultati dell’indagine di Banca d’Italia alle frontiere elaborati dal CISET -, centrata sulle scelte dei turisti internazionali riguardo all’alloggio, alle modalità di prenotazione dello stesso ed alla regione/area di destinazione del suo soggiorno, oltre che l’evoluzione del suo budget di spesa rispetto al pre COVID.
Preferiti alloggi in affitto, open air e ospitalità presso parenti e amici, ma cresce anche l’acquisto di seconde case
Considerando le diverse tipologie di alloggio e ordinandole in termini di spesa generata dai turisti nel 2022, la sistemazione alberghiera e assimilata mantiene la prima posizione, seguita dall’ospitalità presso parenti e amici, dalla casa in affitto, dal bed&breakfast e dall’alloggio su mezzo proprio (camper, caravan e tenda) in campeggi e aree attrezzate. Ma è l’affitto la modalità che presenta la dinamica più interessante rispetto al 2019, con un aumento sia del movimento turistico e della durata media del soggiorno (+6% arrivi e +23% notti) che soprattutto della spesa (+53%). Ottima la performance anche per l’ospitalità presso parenti e amici, per la vacanza all’aria aperta - rappresentata in questo caso dal soggiorno su mezzo proprio - e per la casa di proprietà. In tutti e tre i casi, la spesa generata dai turisti aumenta a due cifre rispetto a 2019 (+39%, +47% e +16%), a fronte di una crescita della permanenza media.
Riguardo alla casa di proprietà, interessante sottolineare come i dati di Banca d’Italia evidenzino un incremento, rispetto al 2019, dei turisti stranieri provenienti da alcuni paesi e con seconda casa in Italia. Tale tendenza è coerente con le indicazioni fornite da alcune società immobiliari nazionali ed internazionali in merito all’aumento di investimenti dall’estero in località turistiche nel corso del 2022. Gli investitori provengono soprattutto da Germania, Austria e Spagna, per quanto riguarda i Paesi europei, e da Stati Uniti e Dubai per gli extraeuropei.
In diminuzione, invece, l’evoluzione di tutti e tre gli indicatori per la sistemazione alberghiera e le altre tipologie di ricettività. Gli hotel, in particolare, vedono scendere la loro quota relativa in termini di spesa generata dalla clientela dal 59% al 52%, a favore di un aumento di quella degli alloggi di parenti e amici e dell’affitto. Tuttavia, anche negli alberghi la spesa cala meno rispetto al movimento turistico, e ciò si traduce in un aumento della spesa media pro capite per notte.
Mettendo a confronto l’evoluzione 2019-2022 della permanenza media e della spesa media pro capite giornaliera nelle diverse sistemazioni, alloggi in affitto, bed&breakfast e ricettività all’aria aperta con mezzo proprio evidenziano un aumento della spesa superiore all’incremento della durata media del soggiorno e quindi legato al fattore prezzo e alla maggiore capacità di spesa dei turisti. Per l’hotel la crescita della spesa fa addirittura da contraltare ad una contrazione della permanenza media. Per quel che riguarda, invece, l’ospitalità presso parenti e amici e le seconde case, la spesa cresce in proporzione meno della permanenza media.
In aumento la prenotazione tradizionale, ma chi va online usa soprattutto OTA e piattaforme travel
Nel 2022, il 56% dei turisti ha prenotato l’alloggio online generando il 63% della spesa totale, contro rispettivamente il 58% e il 66% nel 2019. Nonostante quindi il peso relativo dei canali digitali continui a prevalere, nell’anno passato è cresciuta in proporzione di più la consistenza e la spesa dei turisti stranieri che hanno prenotato la sistemazione a destinazione attraverso canali tradizionali.
Chi sceglie di usare internet evidenzia una netta preferenza per portali specializzati nell’offerta ricettiva oppure OTA e piattaforme travel in genere rispetto al sito web del fornitore: i turisti su queste piattaforme aumentano, infatti, del +17%, mentre i loro pernottamenti del +23% e la spesa del +59%. Aumento significativo, ma di entità inferiore (+26%) anche per la spesa dei turisti che ricorrono al sito web del fornitore, a fronte di un calo della loro numerosità. Di conseguenza, nel 2022 il 70% della spesa online è generata dai turisti che scelgono le piattaforme, con un aumento di oltre 6 punti percentuali rispetto al 2019. Questo perché probabilmente offrono maggiore trasparenza relativamente alle misure di sicurezza e sanitarie e, soprattutto, in molti casi garantiscono la cancellazione gratuita. Netto calo, invece, per chi prenota l’alloggio tramite portali di agenzie di viaggio e tour operator, destinazioni turistiche o altre organizzazioni.
Lombardia, Veneto e Lazio tra le destinazioni più gettonate, anche dai proprietari di seconde case
Ma quali sono le regioni preferite nel 2022, classificate in termini di spesa effettuata dai turisti a destinazione? La Top10 vede Lombardia, Veneto e Lazio nelle prime tre posizioni con, rispettivamente, il 17%, 15% e 13% della spesa totale incoming, seguite da Toscana, Trentino Alto Adige e Campania. Le prime 10 regioni concentrano oltre il 75% sia degli arrivi che della spesa e 6 su 10 sono localizzate al Nord.
La dinamica tra 2019 e 2022 evidenzia come Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige e Liguria registrino un aumento della spesa dei turisti a fronte di una contrazione sia dei flussi che delle notti, mentre per quanto riguarda Toscana, Emilia Romagna, Sicilia e Piemonte la contrazione della spesa è inferiore a quella del movimento turistico. Tra le altre regioni, da sottolineare l’ottima performance della Puglia, in undicesima posizione, e dell’Umbria, in quindicesima, che registrano un incremento a due cifre sia dei flussi dall’estero che della spesa.
Anche in questo caso, il confronto tra andamento della permanenza media e della spesa media pro capite giornaliera nelle prime 10 regioni mostra come tra 2019 e 2022 in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Liguria la crescita della spesa sia decisamente superiore all’aumento della durata del soggiorno. Nel caso del Piemonte, la spesa cresce a fronte di una leggera contrazione della permanenza media. Situazione inversa per Lazio e Campania, dove la spesa diminuisce rispetto al pre COVID a fronte di un aumento della durata del soggiorno. E questo è probabilmente legato al cambiamento della geografia dei principali mercati in queste due regioni, con la minore presenza di turismo extraeuropeo.
Una nota interessante riguarda i turisti nelle seconde case: considerando i tre Paesi europei che nel 2022 hanno fatto registrare un aumento di investimenti immobiliari nel nostro Paese, gli austriaci prediligono nettamente il Friuli Venezia Giulia seguito dal Veneto; i tedeschi si distribuiscono tra Lombardia, Trentino AA, Liguria e Veneto; gli spagnoli optano soprattutto per la Lombardia e poi per il Piemonte. Tra gli extraeuropei, gli statunitensi si dirigono soprattutto in Lombardia, Toscana ed Emilia Romagna, mentre gli emiratini scelgono in primi il Lazio e poi Lombardia, Liguria e Veneto.
Aumenta la spesa per l’alloggio e per i trasporti locali
La composizione del budget di spesa del turista internazionale per voce principale mostra un’evoluzione nel 2022 rispetto al 2019: in aumento l’incidenza relativa della spesa per l’alloggio, che sale dal 40,4% al 43,5%, e di quella per trasporti locali, dal 9,4% all’11,5%. In calo, invece, il peso del food&beverage in generale (dal 26,2% al 22,4%) e dello shopping (dal 18,5% al 16,6%).
Analizzando il comportamento di spesa del turista per tipo di struttura ricettiva, si nota come tale andamento sia dovuto ad un aumento della spesa per l’alloggio in valore assoluto, soprattutto per chi sceglie l’hotel, la casa in affitto oppure soggiorna con mezzo proprio in campeggi/villaggi o aree attrezzate. Inoltre, la crescita delle spese per trasporti locali si ricollega, oltre all’aumento dei prezzi, alla via di accesso per arrivare in Italia (vedi articolo del 13 luglio) e quindi all’incremento di coloro che scelgono il treno e che quindi poi utilizzano altri mezzi a destinazione.