Pier Mario Vescovo è il nuovo direttore del Teatro Stabile di Verona

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Pier Mario Vescovo, ordinario di Discipline dello spettacolo all'Università Ca’ Foscari, è stato nominato direttore del Teatro Stabile di Verona. Studioso, accademico, da sempre attivo sulla scena teatrale nazionale, Vescovo subentra nella direzione a Paolo Valerio, al quale è legato da un lungo rapporto di collaborazione e amicizia.

Con i teatri ancora chiusi e dopo un anno molto duro per il mondo della cultura in generale, gli abbiamo chiesto se il Teatro deve ripensare alla sua formula e puntare, per esempio, sullo streaming. La sua posizione è chiara: “Il digitale offre possibilità relative, al Teatro serve il pubblico in carne e ossa e credo che anche le persone abbiano voglia di ritornare a sedersi in sala.”

Come sarà allora la gestione ‘targata’ Vescovo? “Dopo un anno di blocco, dovremo vedere cosa recuperare delle attività già in programma e saltate per Covid. Per prima cosa incontrerò le altre istituzioni veronesi, a partire dal Comune e dall’Università. Mi muoverò in continuità con la gestione di Paolo Valerio, che passa a dirigere lo Stabile del Friuli Venezia-Giulia. Punto alla sinergia tra teatri a livello regionale ma non solo, e intendo cogliere l’opportunità degli spazi aperti per una programmazione estiva, in collaborazione con l'Estate teatrale veronese, storica rassegna organizzata dal Comune. Il Teatro di Verona presenta da lungo tempo due rassegne, “Il grande teatro”, in collaborazione col Comune, e “Divertiamoci a teatro”, sostenuta da vari sponsor, e inoltre dedica al teatro di ricerca una terza rassegna, “Theatre-art”, alla quale sono molto legato”.

Proprio a Verona, Vescovo ha portato nel corso degli anni due spettacoli: al Teatro Stabile e al Teatro Romano La bisbetica domata di William Shakespeare, per il 61° festival shakespeariano – Estate teatrale veronese 2009, con Natalino Balasso e Stefania Felicioli, diretto con Paolo Valerio. Nel 2018 ha curato la riduzione per Le baruffe chiozzotte di Carlo Goldoni, per il Teatro Stabile del Veneto, con la regia di Paolo Valerio, che hanno debuttato ancora al Teatro Romano. Il suo ultimo lavoro è del 2020, L’augellino belverde di Carlo Gozzi, una coproduzione Teatro dell’orso in peata - Teatro Stabile del Veneto (cofinanziato dalla Regione Veneto), diretto con Antonella Zaggia - Venezia, Teatro a l’Avogaria (visibile in streaming il 16 febbraio nel sito del Teatro Stabile del Veneto – video realizzato col Master in filmmaking di Ca’ Foscari).

Vescovo si è avvicinato al mondo del teatro dal 1978, frequentando parallelamente all’Università la scuola del teatro l’Avogaria di Venezia, allora diretta da Giovanni Poli. Ha collaborato con lo stesso teatro fino al 1983, prima come attore della compagnia, poi come aiuto-regista e infine come insegnante. Negli anni seguenti, ha cominciato con l’esperienza di regista. Con Eugenio Facchin ha organizzato, dal 1989 al 2012, un laboratorio teatrale presso il Comune di Mirano (Venezia). Negli ultimi due decenni si è dedicato con Antonella Zaggia e con la compagnia Teatro all’insegna dell’orso in peata al teatro di figura. 

Ha collaborato nel triennio 2006-2008 alla programmazione della Biennale Teatro, diretta da Maurizio Scaparro: nel 2006 ha curato la sezione degli incontri e convegni per il festival «Goldoni e Gozzi Europei»; nel 2007, insieme a Carmelo Alberti, il programma del «Campus – Goldoni e il teatro nuovo», che ha riunito a Venezia oltre mille studenti provenienti da Università e Scuole di teatro italiane e straniere; nel 2008 ha collaborato al programma di «Mediterraneo – Laboratorio internazionale di teatro», e curato la prima conferenza di ENPARTS (European Network of Performing Arts), sostenuta dal programma Cultura dell’Unione Europea, di cui ha curato anche gli atti. 

Ha messo in scena dalla fine degli anni ‘80 una trentina di spettacoli, con particolare riferimento alla tradizione teatrale veneta, da Ruzante (Pastoral), ad Andrea Calmo (La Spagnolas), a Goldoni e Gozzi, a Gallina-Selvatico (l’inedita Pessi fora de aqua, di cui ha ritrovato e pubblicato il testo) e con alcune incursioni nel moderno (Beckett, Pinter), coltivando tra gli interessi principali quello del teatro di figura. Tra gli attori con cui ha lavorato ci sono Paola Borboni, Arnoldo Foà, Donatella Ceccarello, Stefania Felicioli, Natalino Balasso, Eleonora Fuser, Giorgio Bertan, Michela Martini, Stefano Scandaletti. Produzioni o coproduzioni hanno visto coinvolti: Napoliteatrofestial, Biennale di Venezia, Teatro Stabile di Verona – Estate teatrale veronese, Teatro Stabile del Veneto, Mittelfest. 

Federica Scotellaro