Giorno della Memoria: Shoah, memorie collettive e individuali. Dal 12/01

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Dal 12 gennaio al 9 febbraio 2021 l’Università Ca’ Foscari organizza una serie di appuntamenti sul tema ‘Shoah: memorie collettive e individuali’, realizzati in occasione del Giorno della Memoria 2021.

Memoria ‘on air’

si parte martedì 12 gennaio, alle ore 17.30, con ‘Il diario di Renia 1939-1942 di Renia Spiegel’. Poi per tutti martedì e i giovedì, fino al 9 febbraio, Radio Ca’ Foscari ospiterà letture di studenti e studentesse dell’Ateneo e della Scuola Navale Militare Francesco Morosini, di Fucina Arti Performative Ca’ Foscari, di Elizabeth Bellak e Alexandra Bellak, dell’attrice Ottavia Piccolo e dello scrittore Tiziano Scarpa, con musiche di Michele Gazich.

Webinar

Sempre il 12 gennaio, alle ore 18.00, si terrà il primo webinar ‘I conti con la storia. Le leggi razziali tra televisione e storiografia di Leonardo Campus’, dove verrà presentato il WebDoc di Leonardo Campus, ricercatore del VeDPH dell'Università Ca'Foscari: www.iconticonlastoria.it  

Un viaggio interattivo nella memoria delle leggi razziali, attraverso testi, video, infografiche, link, etc. Un percorso di approfondimento innovativo, digitale, pensato sia per gli studiosi che per il pubblico, sul modo in cui una delle pagine più oscure della storia nazionale è stata analizzata e raccontata agli italiani dalla televisione pubblica, oltre che dalla storiografia e dalle istituzioni, dal Dopoguerra ad oggi. 

Grazie a uno speciale accordo con Rai Teche e a una lunga ricerca d'archivio, il WebDoc riporta alla luce e rende accessibili al pubblico estratti di preziosi documenti video, alcuni dei quali dimenticati, firmati da maestri come Sergio Zavoli, Liliana Cavani, Enzo Biagi, Arrigo Levi, o arricchiti dalle testimonianze Primo Levi, Nedo Fiano, Liliana Segre. 

Leonardo Campus - storico e autore tv di programmi storici - ne parlerà con Simon Levis Sullam (Università Ca' Foscari) e Gadi Luzzatto Voghera (direttore della fondazione CDEC - Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea).

Per partecipare è necessario registrarsi tramite Zoom al link bit.ly/37dMCC8 

Seguiranno il 19 gennaio, ore 15.30, ‘Dialogo e riflessioni su "Il Posto degli ebrei" di Amos Luzzatto’ e il 26 gennaio, ore 16.00, ‘Olga Blumenthal. Storia di una vita’. Gli incontri si svolgono su Zoom con registrazione obbligatoria.

Convegno internazionale

Il 3 febbraio, alle ore 16.30, si terrà il convegno ‘Memory, law and rights/ Memoria, diritto e diritti’, in occasione del 70° anniversario dell’entrata in vigore della Convenzione contro il genocidio. Incontro su Zoom con registrazione obbligatoria.

Programma completo alla pagina dedicata al Giorno della Memoria.


Il diario di Renia

Elizabeth e Alexandra Bellak

La prima puntata radiofonica dei "martedì e giovedì della memoria" è dedicata proprio al diario di Renia Spiegel (Il diario di Renia: 1939-1942, Neri Pozza Editore, ed. italiana, 2019) che dopo 70 anni di oblio e oscurità è stato riportato alla luce e donato al mondo.

Renia Spiegel è nata il 18 giugno 1924 a Uhryn´kowce, da una famiglia ebrea di estrazione borghese. Mentre la guerra infuriava, Renia iniziò un diario, che raccoglie le speranze, i sogni, le vicissitudini quotidiane di una ragazza adolescente, fino all’amore per Zygmunt Schwarzer. Quando nel luglio 1942 venne istituito il ghetto di Przemys´l, Renia vi si trasferì insieme ad altri 24.000 ebrei. Dopo poche settimane, Schwarzer fece evadere segretamente Renia dal ghetto e nascose lei e i suoi genitori nella soffitta della casa di uno zio, per aiutarli a evitare la deportazione nei campi di concentramento. Un informatore anonimo riferì del nascondiglio alla polizia nazista, che giustiziò la diciottenne Renia insieme ai genitori di Schwarzer, il 30 luglio 1942. La madre, la sorella e Schwarzer sopravvissero alla guerra ed emigrarono negli Stati Uniti, portando con loro il diario di Renia e mantenendolo segreto, fino ad oggi.

“Nell’ambito dello stage per il giorno della Memoria 2021, “Memorie collettive e individuali”, organizzato dalla Delegata Prof.ssa Sara De Vido, abbiamo avuto la preziosa occasione di parlare direttamente proprio con due parenti di Renia Spiegel, la sorella Elizabeth e la nipote Alexandra, che vivono a New York – raccontano i cafoscarini Letizia Massidda e Alessandro Barazza. - Dopo 70 anni, Elizabeth e Alexandra hanno riscoperto la straordinaria testimonianza di un'amata sorella scomparsa troppo presto e di una zia mai conosciuta, stretta tra le vicissitudini della sua vita di adolescente e una realtà ben più tragica imbevuta di guerra e odio. Una realtà che l’avrebbe portata a essere vista e sentirsi “altra”, separata dal resto del mondo, che avrebbe lentamente aggredito la sua esistenza fino a soffocarla in modo prematuro e crudele”.

Il diario di Renia rimase infatti chiuso nella cassaforte di famiglia per 70 anni. La sorella minore Elizabeth non vuole leggerlo, fino a che nel 2012 la figlia Alexandra Bellak - che non conosce la lingua polacca -  la sprona a far tradurre il diario in inglese.

“Abbiamo cercato con le nostre domande di rendere onore alla vita di una giovane donna rara per intelligenza e umanità, ma anche di trasformare le sue parole in un messaggio destinato a tutti. Durante il nostro incontro con la sorella Elizabeth e la nipote Alexandra Bellak, abbiamo conversato in primo luogo sulla genesi della pubblicazione del diario. Ci siamo soffermati sulla figura di Renia cercando, soprattutto attraverso il ricordo della sorella, di ricordarne la personalità e il talento letterario. Ci siamo confrontati sull’attualità, sul pericolo dell’antisemitismo e degli estremismi in generale, oltre che sul diario come strumento atemporale di introspezione e ascolto di sé. Abbiamo potuto toccare con mano la dedizione di Alexandra e Elizabeth nel mantenere viva la tragica storia di Renia, convinte che tra i suoi versi possa celarsi un antidoto alla violenza. La stessa Elizabeth, peraltro, afferma di avvertire in quell’America che l'ha accolta dopo la guerra un sentimento strisciante di intolleranza, talvolta fomentato da una colpevole spregiudicatezza politica. Della persona di Renia - per Elizabeth una “seconda madre” - entrambe sottolineano la profondità umana, il bagaglio culturale e la consapevolezza di sé stessa e del mondo. Ci ha colpito in particolare la loro disponibilità nel rispondere anche a domande intime e personali, che pure risvegliano in particolar modo in Elizabeth il ricordo vivo della sorella e di quei tragici anni. E proprio di Elizabeth, oggi novantenne, abbiamo apprezzato la simpatia e la gioia di vivere, a cui, ci svela, il suo ruolo di insegnante ha contributo fortemente.

In questo senso ci piaceva chiudere questo nostro breve contributo come lo abbiamo cominciato, prendendo in prestito le parole di Liliana Segre: numerose volte la senatrice ha sottolineato di aver “scelto la vita” ed essere in tal modo “diventata una Donna libera”.

Anche Renia, con la potenza delle sue poesie e dei suoi pensieri raccolti in quel diario da lei scelto come “amico” più prezioso, è diventata con le sue parole Donna libera. Nelle parole della nipote, Renia non voleva essere famosa, voleva essere riconosciuta. Siamo convinti che Alexandra ed Elizabeth Bellak, mantenendo vivo il Suo ricordo, onorino e seguano questa scelta”.

Ecco un breve estratto dell'intervista integrale, tradotto in italiano:

Alexandra: “Ho conoscito qualcuno a Varsavia, che fu capace di tradurre il diario, in modo molto rudimentale, e fu lì che riuscii a cogliere la profondità, la grandezza e la maturità di questa giovane donna Renia. Quindi, sai, non è stato...E’ stato un lungo processo quello che portò dalla lettura del diario alla sua pubblicazione”.

Elizabeth: “Circa tre anni”.

Alexandra: “Ci è voluto molto tempo. Ma ora è qui”.

Elizabeth: “Mia madre non lesse mai il diario. E’ rimasto nascosto nella cassaforte per 70 anni”.

Alexandra: “A dire il vero, mia madre (Elizabeth) ha letto il diario solo di recente, era troppo doloroso”.

Elizabeth: “Ho finito di leggerlo due mesi fa, non riuscivo a leggerlo, era troppo doloroso, troppi brutti ricordi...sai, la guerra...”.

Elizabeth: ” (Renia) iniziò a scrivere il diario poco prima dell’occupazione sovietica. L’occupazione sovietica cominciò nel settembre 1939 e lei iniziò a scriverlo a gennaio, perchè voleva avere un amico... Io non ero lì, non ho visto il diario fino a quando non è stato portato negli Stati Uniti. Il fidanzato di mia sorella lo portò e noi fummo scioccati che ci fosse un diario, mia madre ed io, e non chiedemmo come il diario venne salvato o cose del genere. A dire il vero, questo ragazzo divenne un dottore e io lo vidi diverse volte, non troppo spesso però, la moglie non era troppo contenta di vedermi (ride)... E’ il racconto del passato e lui teneva giù nel seminterrato una foto di mia sorella appesa al muro e il diario, era solito leggerlo più e più volte.... Immagino che l’amore che mia sorella provava per lui sia stato così immenso... e poi, ecco, ci trovammo davanti questo diario, non sapevamo cosa fosse, non lo avevamo mai visto durante il periodo della guerra”.

Federica Scotellaro