Il giro del mondo tra gli Alumni in lockdown: Dubai e New York

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Silvia Vianello / Daniela Pavan

Il Covid-19 ha svuotato i luoghi simbolo delle città di tutto il mondo. In questa puntata sugli Alumni in lockdown ‘voliamo’ dal deserto di Time Square, New York, dove vive Daniela Pavan (General Manager dell'agenzia di comunicazione The Ad Store NYC, Co-Founder della piattaforma di storytelling e podcasting Creative Pois-On, Co-Founder del Chapter Newyorkese di Ca' Foscari Alumni e Forbes Contributor) a quello delle immense superstrade di Dubai, con Silvia Vianello (Director Innovation Center SPJain School of Global Management).  

Come rispondono gli Stai Uniti e Dubai all’emergenza Coronavirus?

PAVAN (New York): Negli Stati Uniti inizialmente non si era percepita la gravità della situazione. Sembrava un problema lontano, dato che la maggior parte dei contagi erano in Asia e in Europa. Dal 16 marzo, seguendo l’esempio dell’Italia, con l’aumentare del numero delle persone positive al tampone, New York è stata messa in lockdown fino a data ancora da definirsi. Decisione necessaria per cercare di contenere il numero dei contagi, numero che continua inesorabilmente a salire, dato che purtroppo in molti qui continuano a sottovalutare la situazione e continuano ad andare a correre al parco senza guanti e mascherine. Dal punto di vista sanitario, il virus sta mettendo a dura prova il sistema. Come in Italia, i medici stanno cercando di fare il possible per curare tutti coloro che ne hanno bisogno e, dato che gli ospedali iniziano a non avere più posti disponibili, il Centro Congressi della città è stato adibito a ospedale da campo. Come in Italia, la solidarietà nei confronti del personale medico è molto forte. Il Four Season ad esempio [hotel 5 stelle nel cuore di Manhattan ndr] ha messo a disposizione le proprie camere a medici e infermieri che ne hanno bisogno; e ogni sera alla 7 ci affacciamo tutti alle finestre per un applauso collettivo a supporto del personale medico.

VIANELLO (Dubai): La risposta di Dubai è stata simile a quella Italiana, ma è arrivata prima. Prima di chiudere tutti i voli passeggeri hanno iniziato a testare tutti quelli che arrivavano in aeroporto da zone a rischio, in questo modo facendo molti più test per milioni di persone che in molte altre parti del mondo. In modo da facilitare un’azione di isolamento immediato delle persone contagiate. Siamo anche qui da tempo in lockdown totale ma le pene sono molto più severe per i trasgressori. Abbiamo un vantaggio qui rispetto all’Italia, l’età media della popolazione e molto più bassa. Per questo il tasso di mortalità ad oggi è più basso qui rispetto al resto del mondo. 

Accade qualcosa di curioso in città?

PAVAN: Il fenomeno più strano per New York è probabilmente vedere Time Square deserta, come è apparsa in molte foto recenti che hanno fatto il giro del mondo. I teatri di Broadway chiusi, i negozi sulla 5th Avenue con le serrande abbassate. La “Città che non dorme mai” ora è completamente ferma, parchi a parte dove le persone continuano ad andare a correre.

VIANELLO: L’immensità delle strade di Dubai, che hanno anche 14 corsie, ora completamente deserte. Si può proprio dire che dal deserto alla strade deserte è stato un attimo.

Strade di Dubai

Giornata ‘tipo’ in lockdown?

PAVAN: Gestendo un’agenzia che si occupa di comunicazione, fortunatamente continuo a lavorare. In questo periodo mi occupo prevalentemente di comunicazione su canali digitali dei brand che hanno deciso di investire nella produzione di contenuti, per accompagnare i propri clienti durante queste settimane di quarantena. Molto del mio tempo lo passo anche a leggere ricerche e fare previsioni per i prossimi mesi, cercando di identificare quali possibili scenari potrebbero presentarsi dopo il lockdown. Ho cercato comunque di costruirmi una routine anche per questo periodo, stabilendo degli orari per allenarmi in casa, e del tempo da dedicare alla famiglia e agli amici, in modo che il lavoro, che già assorbe la maggior parte della mia giornata, non si appropriasse di tutte le 24 ore.

VIANELLO: Continuo ad insegnare alle aziende, e ai miei studenti MBA, continuo a fare consulenze, ma tutto rigorosamente online. Manca quella relazione più forte che si forma nelle aule. Quella sorta di magia che si forma quando ti affezioni agli studenti e un po’ anche loro a te. Manca un po’ il contatto umano. Quell’energia che si emana quando sei tutti nella stessa stanza insomma. 

Parliamo di mondo del lavoro. Come sta cambiando, a partire dal tuo settore?

PAVAN: In questo periodo sta cambiando il modo in cui lavoriamo, in cui ci alleniamo, in cui facciamo acquisti, in cui interagiamo con altre persone, pensiamo ai social distance happy hour o alle lezioni di fitness via Zoom. I canali digitali stanno assumendo un ruolo ancora più preponderante rispetto a pochi mesi fa, anche in un mercato come gli Stati Uniti. A mio avviso, sta emergendo una forte richiesta di produzione di contenuti che possano essere fruiti da computer o da cellulare. Contenuti di entertainment o di condivisione di competenze (e-learning). Pensiamo alle visite virtuali ai musei o ai live Instagram di performer internazionali. Anche il concetto di branded content (come il corto di Coppola per Coppola Wines, intitolato "The Red Stain"), assumerà un ruolo sempre più importante nelle strategie di comunicazione, cosí come a mio avviso crescerà sempre di più il podcasting, branded e non, che qui negli Stati Uniti conta già 144 milioni di ascoltatori.

VIANELLO: In questo momento vedo che sta funzionando molto di più il corso on demand, o la call di consulenza on demand. In altre parole mi coinvolgono più spesso per fare lezioni o consulenze personalizzate. Le persone vogliono usare questo tempo in casa per crescere, ma non vogliono farlo tramite un corso in cui il docente parla a tutti allo stesso modo, voglio un’esperienza a stretto contatto con l’insegnante che diventa un vero e proprio consulente personale. 

Cosa ha portato di buono questa crisi? Molte più persone hanno deciso di rimettersi a studiare, ed è proprio da qui che si può costruire un’Italia migliore. Avremo sempre più bisogno di medici, infermiere, scienziati, chimici, biologi e tanto tanto altro ancora. Solo una popolazione istruita potrà finalmente aiutare nel rivedere una crescita consistente del nostro Paese, perchè è proprio nelle situazioni di crisi che possono nascere incredibili opportunità. Non le abbiamo sfruttate nella crisi precedente del 2008, è arrivato il momento di sfruttarle ora. Con studio, passione, dedizione e con un piano d’attacco l’Italia potrà rinascere più forte di prima. E se proprio non ne volete sapere di studiare materie scientifiche e vi sentite più propensi per le materie economiche, ho la possibilità di farvi avere delle borse di studio a copertura totale delle fee universitarie per studiare a Dubai, Singapore e Sydney. Potete far domanda per partecipare alle selezioni per i nostri corsi di Master e MBA. Ho anche appena pubblicato un libro su come trovare lavoro su LinkedIn non appena tutto questo sarà passato. Una miniera d’oro per i giovani, disponibile gratuitamente su Amazon Kindle

Questa crisi ha anche portato già via tante cose, delle quali forse non ci rendiamo ancora molto conto perchè siamo vicini ma lontani. Ha portato via molta arroganza, ha portato più umiltà. Ha portato via il desiderio di guardare solo il proprio smartphone invece che guardarsi negli occhi e parlarci. 

Ha portato via anche molte coppie, che in verità erano probabilmente già scoppiate ben prima di essere costretti a stare in lockdown, coppie che divorzieranno non appena potranno uscire di casa. Ma contestualmente porterà anche tante nuove nascite facilitate dalla presenza e vicinanza di molte coppie che per motivi di lavoro erano spesso troppo distanti durante la settimana. 

Questa crisi ci ha anche fatto capire quanto inutile e dannosa sia molta tecnologia, a cosa ci serve tutta questa tecnologia se non ci salva la vita e ci allontana come essere umani? Avremo molta meno voglia di tecnologia quando usciremo di casa e avremo molta più voglia di parlarci, toccarci, sentirci, ascoltarci, il che non potrà far altro che bene all'umanità intera. 

Ci sarà meno tecnologia inutile, più tecnologia che migliora la vita.Meno tempo perso in cose inutili, più valore al tempo. E alla vita intera. 

Federica SCOTELLARO