Agnese, la figlia sconosciuta di Marco Polo

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Un particolare del manoscritto conservato all'Archivio di Stato di Venezia courtesy Archivio di Stato, diritti riservati

Le ultime volontà vergate il 7 luglio del 1319 a Venezia e affidate al padre Marco che di cognome faceva Polo, ci fanno scoprire l’esistenza di una figlia fino ad ora sconosciuta del celebre viaggiatore e autore del Milione. 

L’eccezionale scoperta è stata fatta da Marcello Bolognari, all’Archivio di Stato di Venezia, fonte ancora inesauribile di tesori del passato, che ne parla nel suo articolo appena pubblicato sulla rivista Studi Medievali III serie, 62 (2021) con il titolo «Agnes uxor Nicolai Calbo de confinio Sancti Iohannis Grisostomi»: un nuovo documento inedito sulla famiglia Polo. 

Finora la figlia più conosciuta di Marco Polo era Fantina Polo, degna discendente del viaggiatore veneziano, forte e determinata che non esita ad andare in tribunale per rivendicare l’eredità lasciatale dal padre. Ma i documenti ci raccontano anche un'altra storia e ci svelano l’esitenza di Agnese, nata prima del matrimonio di Marco Polo con Donata Badoer dal quale, come noto, nacquero Fantina, Bellela e Moreta.

Le circostanze della scoperta purtroppo sono tristi: vicina alla morte, Agnese Polo precisamente nella parrocchia di San Giovanni Grisostomo, affidò il compito al padre Marco Polo di far pervenire le sue ultime volontà al prete-notaio Pietro Pagano della chiesa di San Felice. 

“Il testamento che ne derivò – racconta Marcello Bolognari - ci restituisce un quadro familiare intimo e affettuoso; si parla del marito Nicolò, detto Nicoletto, e dei figli Barbarella, Papon (che sta per mangione) e Franceschino. I diminutivi con i quali la testatrice identifica i suoi bambini mostrano una madre, evidentemente giovane, che si preoccupava di lasciare qualcosa non solo al marito e alla prole ma, come si legge nelle righe successive della pergamena, anche al magister dei bambini Raffaele da Cremona, alla santola Benevenuta e alla famula Reni”. 

Questo testamento del 1319, pertanto, diviene un frammento sparso nel vasto (e ancora in espansione) insieme documentario sulla famiglia veneziana dei Polo e apre nuove prospettive sulla vicenda biografica di Marco Polo.

Ci dice che Marco ebbe una figlia prima del matrimonio, fuori dal matrimonio o frutto di un’unione precedente (ebbe una precedente moglie di cui rimase vedovo?), l’unione con Donata è infatti del 1300 circa.

E’ presumibile pensare che la nascita di Agnese si possa collocare fra il 1295 e il 1299, subito dopo la data del ritorno a Venezia di Marco, fissata al 1295. Marco Polo, pertanto, avrebbe dovuto avere questa figlia non appena ritornato in laguna e subito prima della prigionia genovese (1298-1299).

All’epoca del testamento Agnese doveva aver avuto circa 23-24 anni, era madre di tre figli che vengono citati per nome nel documento e morendo prematuramente lasciava il marito e affidava al padre, che le sopravviveva, le sue ultime volontà. Da queste poche indicazioni non si può certo delineare un ritratto preciso, ma si può intuire una figura femminile attaccata alla famiglia cui fa riferimento in modo affettuoso e preoccupata dell’educazione dei figli, visto che viene nominato anche il precettore. 

“Questo documento – ribadisce il ricercatore Marcello Bolognari - pertanto, apre sui Polo di San Giovanni Grisostomo diverse domande di non scarsa rilevanza, alle quali, ad oggi, le uniche risposte possibili sembrano essere quella di riprendere in mano i documenti noti fornendone nuove edizioni critiche e, contestualmente, quella di compiere approfondite ricerche d’archivio”.

Il testamento di Agnese Polo è stato rinvenuto nell’Archivio di Stato di Venezia (ASVe, Notarile. Testamenti, Testamenti, b. 830, n. 36, f. 11r. Protocollo membranaceo di Pietro Pagano pievano di San Felice in buono stato di conservazione di 375 x 297 mm) in occasione degli scavi archivistici intrapresi dal gruppo di ricerca dell’Università Ca’ Foscari (Dipartimento di Studi Umanistici) coordinato da Eugenio Burgio e Antonio Montefusco, per approfondire la ricezione domenicana del Devisement dou Monde di Marco Polo.

Federica Ferrarin