Infodemia, una nuova sfida per la sanità pubblica

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Obi Onyeador on Unsplash

Come affrontare la diffusione massiccia di informazioni, a volte scorrette, sulla pandemia in atto? E come misurare il loro effetto nella gestione stessa della pandemia? Queste i temi a cui vuole dare una risposta un commento dal titolo “Infodemics: A new challenge for public health”, appena pubblicato sulla prestigiosa rivista Cell da un team internazionale di cui ha fatto parte Fabiana Zollo e Matteo Cinelli, ricercatori del Dipartimento di Scienze Ambientali, Informatica e Statistica di Ca’ Foscari..

Il termine infodemia, secondo la più aggiornata definizione dell'OMS, si riferisce alla “sovrabbondanza di informazioni, accurate e meno accurate, durante una pandemia”.

Uno dei primi punti evidenziati nel contributo su Cell è la differenza tra il fenomeno epidemico e quello infodemico: il processo di diffusione dei virus non gode dell’opzionalità, caratteristica che invece hanno le informazioni. A differenza di un virus, infatti, possiamo decidere di accogliere o di non accogliere un'informazione.

Questa peculiarità rende i rispettivi processi di modellazione e previsione completamente diversi. Il gruppo di ricercatori ha evidenziato differenze essenziali e punti cardine dei due sistemi, sottolineandone però le forti interconnessioni e le possibilità che si influenzino vicendevolmente. Per gestire meglio la pandemia - si evidenzia nel testo - è necessario tener conto delle dinamiche che mettiamo in atto quando processiamo le informazioni.

Questi gli elementi chiave da cui partire secondo i ricercatori:

  • confirmation bias, cioè la tendenza a cercare informazioni che confermino le nostre convinzioni e tendiamo ad ignorare informazioni contrastanti;
  • echo chamber, ovvero la creazione di comunità omofile che condividono una stessa narrativa (visione), rinforzandola;
  • polarizzazione.

Di fronte a questo processo è necessario, inoltre, tener conto delle nuove potenzialità offerte dalla data science applicata ai contesti sociali per cogliere meglio, ed eventualmente prevedere, l’evoluzione dell’opinione pubblica e i suoi effetti sulla società e sulle politiche per la gestione della pandemia.

L’analisi è stata realizzata grazie alla collaborazione di un pool di esperti data scientist, epidemiologi computazionali, rappresentanti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e dei vari Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie (americano, cinese e africano). Ha coordinato Walter Quattrociocchi, professore alla Sapienza Università di Roma, e hanno partecipato oltre a Fabiana Zollo per Ca’ Foscari, esperti di INSERM (Institut national de la santé et de la recherche médicale) e Università Sorbona di Parigi.

Enrico Costa