Sguardo sulla Venezia contemporanea: narrazioni lagunari e visioni globali

condividi
condividi
Murazzi e Pellestrina sullo sfondo

L'insieme naturale e umano di Venezia e della sua laguna, con le sue peculiari caratteristiche insulari, è tra i sistemi urbani e ambientali più studiati al mondo. Su Venezia si addensa l’attenzione di studiosi da disparate discipline e provenienze.

Per fare il punto sul modello insulare che si è consolidato attorno al successo urbano ed economico della città lagunare, il comitato scientifico di una tra le più prestigiose riviste internazionali dedicate agli studi sull’insularità, Shima, ha proposto ai geografi cafoscarini Federica Letizia Cavallo, Francesco Vallerani e Francesco Visentin (nel frattempo trasferito all’Università di Udine), di curare un’edizione speciale, una special issue, su Venezia.

“La peculiare insularità lagunare - spiega Francesco Vallerani - costituisce un complesso contesto storico e ambientale che assomma in sé i caratteri distintivi di una situazione morfologica di transizione tra acque e terra, un graduale intersecarsi dinamico in cui i tempi della storia hanno nei secoli condizionato i tempi della natura. In genere le zone umide costiere, le lagune, con le isole al loro interno, e gli stretti cordoni litoranei che le separano dal mare sono modelli geomorfologici rinvenibili lungo tutti i tratti costieri di origine alluvionale del pianeta. Si tratta di aree di passaggio, ibridità e fragili soglie la cui materialità in continua evoluzione si è sempre caricata di valori simbolici, ma anche di ben più concrete interrelazioni tra umano e non umano, definendo la specificità di spazi vissuti decisamente anfibi”.

Laguna e Colli Euganei visti da Pellestrina

È in questo contesto che da tempo la letteratura scientifica globale ha elaborato il concetto di Aquapelago, ripreso nel volume.

“Aquapelago è un efficace strumento interpretativo per esprimere una coesistenza dinamica tra elementi acquatici e terrestri - spiega Federica Letizia Cavallo - un incerto confine dove il senso del mare si attenua in una realtà anfibia a diretto contatto con la terraferma. Qui si produce uno specifico spazio socio-economico dove il modello delle piccole isole può diventare efficace strumento di costruzione di una geografia umana che interagisce tra terra e mare”.

“Questi ambienti anfibi - continuano i geografi cafoscarini - sono stati spesso concepiti come laboratori territoriali con personalità ben definite o come sineddoche di più ampi processi di territorializzazione idraulica, una sorta di spazio archetipico ove leggere le fragili connessioni tra aree umide e gli adattamenti umani a tale precarietà morfologica”.

I contributi raccolti in questa special issue accompagnano attraverso l’articolato dipanarsi di diverse interpretazioni dell'abitare, narrare e rappresentare Venezia e la sua laguna, facendo emergere il ruolo esplicativo di punti di vista latenti e poco considerati, fatti emergere dalle memorie personali, dai processi di idealizzazione e di costruzione dell’immaginario, nonché dalle pratiche quotidiane, dalle esperienze e dalle biografie di abitanti e visitatori.

Si tratta dunque di un contributo che potrà offrire lo spunto per attivare ulteriori tracciati di ricerca in contesti simili, pesantemente accomunati dal rischio incombente dell’innalzamento globale delle acque marine.

Enrico Costa