Dodici cafoscarini raccontano l'INPS con i linguaggi dell'arte

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Una delle sedi INPS di Venezia.

Raccontare l’INPS - Istituto nazionale della previdenza sociale del Veneto utilizzando i linguaggi dell’arte - scrittura, teatro e cinema - è stata una sfida, durata due mesi, che ha impegnato dodici studentesse e studenti cafoscarini del Minor in Management artistico

Ne è risultato un percorso di visita multimediale dell’INPS, digitale e creativo, accessibile e nuovo, capace di raggiungere un vasto pubblico e dedicato in particolare alle giovani generazioni. Il team cafoscarino ha così risposto concretamente ad una delle sollecitazioni che arrivano più spesso alle Università: ibridare linguaggi tecnici e umanistici per formare professionalità in grado di affrontare la complessità con il pensiero creativo. 

Dando sostanza al metodo dello storytelling - che a Ca’ Foscari si preferisce chiamare narrazione aziendale - gli studenti accompagnano i visitatori attraverso 10 tappe digitali alla scoperta dei valori aziendali dell’Ente. Ogni tappa è il frutto di un approfondito lavoro laboratoriale, dove il materiale raccolto attraverso incontri e interviste è stato rielaborato con linguaggi e forme nuove: video, monologhi in formato TedTalk, podcast, fiabe, fumetti e gialli. Si sfatano luoghi comuni, come nella tappa “I Veneti sono tutti Casa, Ciesa e Capanòn” e “l'INPS è una noia mortale”, oppure si riflette sul lavoro di sportello come nel podcast surreale “abbiamo bisogno di un fonico”. L’audio guida è pubblicata su izi.TRAVEL, piattaforma digitale e gratuita, pensata per la visita in remoto dei beni culturali. 

“Non succede solo nelle mitiche ‘Università americane’, quindi. – spiega il prof. Fabrizio Panozzo, docente di management della cultura del Dipartimento di Management di Ca’ Foscari. - Da tempo a Ca’ Foscari con il Minor in Management artistico facciamo didattica fortemente innovativa e multidisciplinare, unendo la preparazione manageriale a competenze artistiche e umanistiche. Formiamo i manager del futuro, che possiedono competenze narrative, tra le più richieste dal mercato del lavoro. Lo facciamo ormai da quattro anni e sempre applicando teorie e metodi ad aziende del territorio, in sintonia con la terza missione dell’Università a ribadire la capacità, tutta cafoscarina, di lavorare con le imprese”.

Gli studenti che hanno partecipato al Minor, Emma Bellentani, Alessio Barbazza e Chiara Chiancone, hanno raccontato così la loro esperienza: “È stata un’esperienza formativa interessantissima. Da una parte ci ha fornito degli strumenti utilissimi e trasversali per l’inserimento nel mondo del lavoro di domani, in ambiti anche non strettamente legati esclusivamente al management. Dall’altra ha permesso a tutti noi di scoprire nuove passioni, nuove amicizie, di mettere alla prova le nostre capacità e, infine, di relazionarci con importanti professionisti del settore e di creare un proficuo rapporto con i vari docenti coinvolti. Un’esperienza consigliatissima per tutte le menti creative e che non vogliono mai smettere di immaginare.

Inoltre l’analisi dei diversi linguaggi del mondo della comunicazione moderna, e la possibilità di poter mettere in pratica le conoscenze acquisite in un progetto finale collettivo, ci ha permesso non solo di comprendere meglio i forti legami che possono esistere tra arte e management, ma anche di esprimere la nostra creatività, la nostra immaginazione e di mettere alla prova le nostre capacità”.

Il progetto è stato apprezzato anche dai vertici della sede INPS regionale. “È stata per noi un’esperienza estremamente interessante e utile” afferma il direttore, dott. Antonio Pone “Il lavoro di questi studenti ha consentito di operare una descrizione e al tempo stesso una riscoperta di molti assunti fondanti la nostra cultura organizzativa, di superare uno sguardo autoreferenziale all’amministrazione per valorizzare, invece, il potere del linguaggio delle arti e della creatività per raccogliere, sintetizzare ed esprimere ciò che si è in concreto, e poterlo trasmettere all’interno e all’esterno dell’organizzazione. Ad esempio, questi materiali si prestano molto bene ad un utilizzo in chiave di recruiting per farci conoscere meglio e per stimolare la ricerca di impiego nell’ambito dell’INPS, facendo capire chi siamo, quali sono i nostri valori, la nostra missione, qual è l’ambiente di lavoro e il vissuto di chi appartiene all’organizzazione. Ed è significativo anche il fatto che si sia potuto scegliere una pubblica amministrazione, perché si tratta di strumenti e linguaggi potenti, pervasivi e trasversali, come tali idonei a superare le specificità idiosincratiche afferenti specifiche realtà organizzative, private e pubbliche indistintamente”.

Federica Scotellaro