Chimica verde: i cafoscarini T-Cube selezionati a BioInItaly

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Vent’anni di ricerca incentrati sulla valorizzazione delle biomasse vegetali in un’ottica di economia circolare,  volta al recupero di quelli che oggi sono considerati scarti di lavorazione così da ridurre l’impatto sul pianeta: è da qui che parte il progetto del gruppo di ricerca cafoscarino T³ (T-Cube), formato dalla prof.ssa Claudia Crestini, dal ricercatore Matteo Gigli, dal cafoscarino Daniele Massari e dal prof. Heiko Lange dell'Università di Milano-Bicocca. Come ci aveva già anticipato la professoressa, i residui di processi industriali e agroindustriali di valorizzazione del legno e di prodotti agricoli, che nella maggior parte dei casi vengono inceneriti o comunque utilizzati in processi a basso valore aggiunto, sono il punto di partenza ideale per lo sviluppo dei materiali del futuro, dato che questi polimeri naturali offrono delle grandissime potenzialità.

A conferma di quanto sostenuto dalla professoressa, la squadra cafoscarina è stata selezionata nel corso della tappa di Venezia del BioInItaly Investment Forum & Intesa Sanpaolo Start-up Initiative, un’occasione di networking tra realtà innovative nell’ambito delle scienze della vita e dell’economia circolare ed operatori finanziari specializzati. T³ si è qualificato tra i 25 selezionati in tutta Italia per un percorso formativo cui seguirà una nuova selezione ed eventualmente la possibilità di presentare davanti a investitori internazionali.

Nell’ambito di una svolta verde per la difesa dell’ambiente, la chimica ha un ruolo fondamentale”, spiega la prof.ssa Crestini, “perché soltanto attraverso un’ottica  sostenibile si può pensare di sviluppare tecnologie e materiali che non solo siano rispettosi dell’ambiente, ma che permettano anche di avere prestazioni elevate a costi competitivi. Il nostro lavoro va proprio in questa direzione: ottenere materiali eco-friendly e sicuri  a partire da prodotti di scarto. In questa sfida, le soluzioni sviluppate nei processi naturali sono sempre state la fonte costante di ispirazione per lo sviluppo di materiali ad elevate prestazioni.”

Vista l'impossibilità di muoversi, le piante hanno sviluppato sistemi difensivi contro l’attacco di agenti esterni quali insetti, microrganismi, raggi UV ecc. Milioni di anni di evoluzione hanno portando allo sviluppo della lignina e dei tannini che contribuiscono alla funzione difensiva della pianta  sviluppando una pluralità di caratteristiche interessanti quali schermo solare, antinfiammatorie, antimicrobiche e antiradicaliche.

Prendendo spunto dalla natura e da essa prendendone anche la materia di partenza, Il gruppo di ricerca cafoscarino si è concentrato sulla messa a punto una serie di processi che permettano di ottenere dei materiali micro e nanostrutturati ad alto valore aggiunto quali microcapsule, nanoparticelle e nanofibre derivati da tannini e lignine.  Questi materiali sono caratterizzati da un’estrema versatilità per quanto concerne il loro campo di applicazione.  Le microcapsule, per esempio, sono in grado  di  rilasciare in maniera controllata nel tempo dei principi attivi e hanno potenziali applicazioni sia in campo farmaceutico e nutraceutico come drug delivery per farmaci o integratori, sia  nel campo cosmetico per trattamenti antiaging e creme solari. Il risultato sono prodotti in cui, associate ad un rilascio del principio attivo costante nel tempo rimangono invariate le proprietà naturali della lignina quali schermo contro le radiazioni UV, proprietà lenitive, antimicrobiche ed antinfiammatorie. L’applicabilità di questi materiali, però, non si limita all’ambito farmacologico e cosmetico: questi materiali potrebbero essere usati, con benefici analoghi, anche in agricoltura come coadiuvanti della crescita, così come i film potrebbero essere usati anche per un packaging attivo, cioè per un confezionamento dei prodotti che non si limiti a proteggerli, ma che ne prolunghi in maniera naturale la loro conservazione, limitando quindi gli sprechi.

Tutto ciò è reso possibile dal fatto che i processi usati per realizzare questi materiali si concentrano su processi fisici e non chimici: le molteplici proprietà  che la lignina ed i tannini presentano in natura rimangono inalterate così come vengono i preservate le  caratteristiche di matrici naturali e biodegradabili i. In altre parole, oltre alle svariate funzioni svolte da questi materiali, l’uso dei derivati della lignina e dei tannini consente di sostituire materiali sintetici solitamente nelle lavorazioni industriali e, quindi, di sostituire prodotti che normalmente possono influire negativamente sull’ambiente e sull’organismo.

T³ è nato proprio per portare i risultati delle ricerche di  laboratorio ad una fase industriale: BioInItaly è stata la prima tappa importante in questo processo. Vincendo a Venezia, per esempio, la squadra di T³ si è assicurata un periodo di supervisione da parte di Bill Barber - consulente aziendale ma anche coach e responsabile valutazione e accelerazione startup dell’Intesa Sanpaolo Innovation Center - per migliorare la propria presentazione a potenziali clienti e imparare a interagire con le altre startup creando un network di impresa. Questo coaching durerà fino a fine marzo.

Rachele Svetlana Bassan