Chimica verde, premiato Fabio Aricò alla conferenza mondiale IUPAC

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Fabio Aricò (quarto da destra) alla consegna del premio, accanto al premio Nobel per la Chimica (1987) Jean-Marie Lehn

Per il suo contributo nella Green Chemistry, il cafoscarino Fabio Aricò, professore di Chimica organica del Dipartimento di Scienze Ambientali, Informatica e Statistica, ha ricevuto il premio IUPAC-Zhejiang NHU International Award for Advancements in Green Chemistry.

La consegna del premio è avvenuta a Parigi durante il 47° Congresso Mondiale dell’ International Union of Pure and Applied Chemistry - IUPAC (8-12 Luglio 2019) che quest’anno ha celebrato il secolo di attività.

Con Aricò, sono stati premiati anche tre giovani ricercatori (early career chemists) Mingxin Liu dalla canadese McGill University, Xiaofu Sun della Chinese Academy of Sciences di Pechino e Julian West della Rice University, Texas.

La motivazione ha riconosciuto i risultati ottenuti da Aricò nello studio della reattività di composti derivati da sostanze rinnovabili con i dialchil carbonati e nello sviluppo di bio-molecole ‘piattaforma’ da impiegare come sostitute di composti di origine petrolifera.

Il ricercatore cafoscarino lavora nel campo della chimica verde dal 2005, dopo avere conseguito nel 2003 il dottorato di ricerca presso l’Università di Reading (UK) e aver ricoperto una posizione di post-dottorato presso l’Università della California - Los Angeles (2003-2005) nel gruppo di Sir. J.-F. Stoddart - premio Nobel per la Chimica 2016.

Con la sua ricerca, punta a impiegare la chimica dei dialchil carbonati - noti reagenti e solventi ecocompatibili - per la sintesi di nuovi composti da substrati di origine naturale al fine di sostituire molecole derivanti dal petrolio. Il suo studio è focalizzato su nuovi processi di reazione che non impiegano la chimica del cloro e dei composti alogenati - generalmente molto inquinanti.

La sua ricerca nel campo della bioraffineria lo ha portato ad investigare diverse molecole-piattaforma di origine naturale (derivati di carboidrati), con interessanti risvolti applicativi.

Recentemente ha inoltre iniziato a studiare una nuova famiglia di carbonati, chiamati carbonati ‘Mostarda’ per le analogie con i gas Mostarda, notoriamente impiegati - per la loro elevata tossicità - come armi chimiche nella Prima guerra Mondiale. Ebbene, la ricerca ha dimostrato che le nuove molecole mantengono l’alta reattività dei gas mostarda, ma non sono tossiche e possono essere quindi impiegate in tutta sicurezza per la sintesi di intermedi di reazioni prima non facilmente ottenibili.

Enrico Costa