Artificiale è il tema della nuova edizione di Future of Management, che intende esplorare la relazione tra intelligenza manageriale e pensiero artistico attraverso keynote speech, sessioni laboratoriali guidate da artiste, danzatrici e musicisti e una mostra che utilizza l’intelligenza artificiale per immaginare una società ed un’economia ‘a base artigianale’.
In programma il prossimo 17 ottobre dalle 14:30 in Aula Magna Cazzavillan al Campus Economico di San Giobbe la seconda edizione di Future of Management della Venice School of Management di Ca’ Foscari, e realizzato con il supporto di iNEST, Spoke 6 - [“progetto iNEST - Interconnected Nord-Est Innovation Ecosystem, cod. progetto ECS 00000043 - CUP H43C22000540006"].
L’iniziativa raccoglie imprese, istituzioni, associazioni professionali per confrontarsi su temi e opportunità che il mondo delle imprese e la società civile si trovano ad affrontare. Si inizierà con una sessione plenaria aperta dal keynote speech di Roberta Comunian, docente al King's College London che parlerà di come educare la prossima generazione di changemakers, tra complessità e creatività. Seguiranno tre sessioni laboratoriali parallele, dove il pubblico verrà invitato a “pensare come” una produzione artistica, esplorando quali possono essere le implicazioni per la gestione delle imprese.
Abbiamo chiesto a Fabrizio Panozzo, docente di Politiche culturali a Ca’ Foscari e referente di questa edizione, di raccontarci com’è nata l’idea del tema.
‘Il tema di quest’anno nasce dalla congiunzione di due interessi: il primo è una riflessione sull'educazione, sulla formazione life long learning dei manager e più in generale delle figure d’impresa. Questo evento si interseca con le attività trasversali del progetto PNRR iNEST - nel quale noi di Ca’ Foscari governiamo lo spoke 6 dedicato a turismo, cultura e creatività. Una di queste attività trasversali è l'educazione: ci viene chiesto di riflettere su quali possano essere nuove forme di formazione, nuovi contenuti e nuovi stimoli al life long learning.
In questa riflessione si inserisce l’altro aspetto, il tema della creatività e tutte le sollecitazioni di saperi che arrivano alle aziende da un settore convenzionalmente distante come quello della produzione culturale e creativa. A Ca’ Foscari sperimentiamo e studiamo l’incrocio fra discipline manageriali e discipline umanistiche e artistiche da anni - si pensi alla laurea in Economia e gestione delle arti attiva ormai da 25 anni - nel tempo abbiamo cominciato a chiederci qualcosa di diverso rispetto agli esordi: se prima ci si interrogava su cosa ha il management da dare alla cultura, come ‘managerializzare’ musei e teatri, col tempo abbiamo provato a rovesciare la domanda. Oggi ci chiediamo: cosa ha la cultura che può dare al management? Cosa possono insegnare le produzioni culturali a chi lavora nel mondo delle imprese? Ed è questo che vogliamo provare a dimostrare con Artificiale. Interagire con le esperienze ideative di chi fa lavoro culturale porterà una serie di provocazioni e offrirà alle figure manageriali uno sguardo laterale, una prospettiva che io reputo fondamentale. L’artista arriva - in un contesto avulso dal proprio- equipaggiato con una serie di considerazioni nuove, vede delle cose che magari chi sta nel modo del lavoro non vede, anche se fanno parte del suo panorama quotidiano. Questa capacità di avere uno sguardo laterale, di evidenziare altre cose, di riformulare i problemi in modo diverso è quello che vorremmo testare in questa forma di apprendimento che presentiamo il 17 ottobre.’
Il titolo richiama volutamente l’intelligenza artificiale?
Nel titolo abbiamo voluto giocare con la parola artificiale, tornando al suo senso originale che ha poco a che fare con l’intelligenza artificiale. Parliamo di artificio, delle cose artigianali, fatte ed arte, della dimensione creativa, del processo artistico che aiutano ad aprire nuove prospettive.
Non si parla di AI, ma è stata utilizzata per la mostra che inaugurerà in occasione di Future of Management e resterà negli spazi espositivi di San Giobbe. La mostra è la manifestazione estetica di quello che vogliamo dire: il collettivo artistico D20 Art Lab si è interrogato su cosa sarebbe successo se l'artigianato avesse continuato ad essere pratica dominante come accadeva prima della rivoluzione industriale. Il collettivo ha dialogato con degli storici economici, ha elaborato materiale concettuale che ha consegnato all’AI per realizzare delle immagini. La mostra è fatta di immagini di una storia che non è successa, di un futuro che non c’è stato e che però è collegato a questa idea immaginaria in cui l’artigianato, il fare a mano, il fare ad arte caratterizza il modo di produrre e di vivere. In questo caso l’AI viene usata come mero strumento: l'immaginazione è umana, e l’intelligenza artificiale ne è al servizio, ‘quasi un rimettere a posto le cose’, oserei dire.
Nel programma sono previsti anche dei laboratori esperienziali con artisti e artiste. Sono racconti di attività già sviluppate o eventi inediti?
Il pensiero artistico è l’altra parola chiave dell’evento. E’ sempre stato poco indagato. Ci si concentra sempre su l'artefatto, sulla bella cosa da vedere. Durante Artificiale Sara Bonaventura, Davide Tiso e Wanda Moretti vengono a parlarci di come pensano, come costruiscono il loro prodotto: il loro mezzo è il visivo, è il suono, è il movimento. Scopriremo cosa vuol dire pensare attraverso il suono, attraverso il movimento o le immagini.
Sono convinto che il pensiero artistico possa essere un elemento che vada a rendere il lavoro manageriale ancora più intelligente perché mette a disposizione le visioni di più esseri umani che pensano in maniera diversa. I dialoghi saranno inediti, le connessioni nuove e osserveremo, interagendo, le reazioni e gli stimoli durante queste sessioni.
Ha in mente, fra i tanti, un esempio ben riuscito di formazione manageriale creativa durante i suoi anni di ricerca?
Penso senz’altro ad una produzione culturale di qualche anno fa che vede Ca’ Foscari in prima linea. L’azienda di serramenti di lusso OIKOS ci ha chiesto di aiutarli a creare una connessione culturale in grado di affermare la loro identità aziendale.
Abbiamo pensato con la compagnia La Piccionaia di Vicenza ad una produzione teatrale rielaborando due concetti emersi con forza durante il confronto con l’azienda: il rinascimento e il mecenatismo. E’ nato così lo spettacolo Effetto Rinascimento: una storia in quattro atti in cui Andrea Palladio parla dell’evoluzione del suo percorso di artista e di creativo. lo spettacolo non parla mai dell’azienda, parla della vita dell'artista e del suo rapporto con i committenti. Si chiude con una riflessione sulla sua eredità che in qualche modo conduce all’idea del Made in Italy. OIKOS ha utilizzato questa produzione teatrale per fare formazione ai propri clienti, portando lo spettacolo in 20 tappe per tutta Italia, coinvolgendo un migliaio di professionisti e professioniste.
A chi è rivolto Future of Management?
A tutte le persone che lavorano in azienda, alumni dell’Ateneo, ma non solo; vorremmo parlare anche ad altri agenti dell'educazione permanente manageriale, le associazioni di rappresentanza come Confindustria e Confartigianato.
Il Programma
ore 14,30
Saluti di benvenuto
Alessio Cotugno, Prorettore alla Comunicazione e alla Valorizzazione delle Conoscenze
Anna Comacchio, Direttrice Venice School of Management
Franco Bonollo, Presidente Consorzio iNEST
Fabrizio Panozzo, Venice School of Management e Spoke 6 iNEST
ore 15,00
Keynote Speech
Creatività e complessità: educare la prossima generazione di (change) makers
Roberta Comunian, King's College London, Department for Culture, Media and Creative Industries
ore 15,30
Laboratori di Art-thinking
Think like Visual
Progettare e realizzare un’opera d’arte per immaginareun’impresa
Sara Bonaventura, Visual Artist, in dialogo con Massimiliano Mirabella, Head Of Marketing and DTC di SIDI Sport e Alumno VSM.
Think like Music
Accordi creativi: come i processi musicali ispirano l’innovazioneaziendale
Davide Tiso, Musicista in dialogo con Marco Benvegnù, Head of Corporate Brand Management di Arper SPA e Alumno VSM.
Think like Dance
L’espressione corporea come gesto artistico, la coreografia come azione organizzativa
Wanda Moretti, Vertical Dancer in dialogo con Cinzia Scarbolo, Head of Omnichannel, TradeMarketing & Digital Retail di Vodafone e Alumna VSM.
ore 17
Tavola rotonda conclusiva
Modera: Monica Calcagno, Venice School of Management
ore 17,30
Presentazione della mostra
Brave New World. A Craft Utopia
Marta Gasparin, Copenhagen Business School
Sergio Marchesini e Raffaella Rivi, D20 Art Lab & Copenhagen Business School
ore 17,45
Inaugurazione della mostra
Spazi espositivi - Campus Economico San Giobbe
ore 18,15
Aperitivo di networking
Per maggiori informazioni visita la pagina dedicata o registrati direttamente all’evento.
La mostra Brave New World. A Craft Utopia è a cura di D20 Art Lab resterà aperta dal 17 ottobre al 20 dicembre 2024 negli Spazi espositivi Campus Economico San Giobbe con i seguenti orari:
Lunedì - venerdì: 9 - 19
Sabato: 9 - 12
Domenica chiuso
Chiusura per festività: 1 novembre, dal 21 al 23 novembre
La mostra è nata nell'ambito del progetto Horizon Europe Hephaestus (Project ID 101095123). L’esposizione a Venezia è realizzata con il supporto di "Progetto iNEST - Interconnected Nord-Est Innovation Ecosystem, cod. progetto ECS 00000043 - CUP H43C22000540006".