Considerare come il cibo venga prodotto e distribuito è fondamentale per poter valutare e affrontare le sfide per la sostenibilità di un’area metropolitana. Lo dimostra una ricerca guidata dall’Università Ca’ Foscari Venezia che, utilizzando metodi avanzati di valutazione multivariata, ha analizzato i fattori socio-demografici, economici e ambientali che influenzano la sostenibilità della città metropolitana di Venezia, con un focus particolare sulla domanda e l'offerta di cibo.
Pubblicato su Environmental Science and Policy, lo studio mette in luce le complesse relazioni fondamentali tra i sistemi alimentari e gli obiettivi di sostenibilità nelle aree metropolitane. L’articolo, intitolato "Valutazione multivariata della sostenibilità metropolitana con un focus sugli aspetti della domanda e dell'offerta di cibo: approfondimenti sulla città metropolitana di Venezia," è stato realizzato dai ricercatori Nicola Camatti, Paola Ferretti, Mirco Grandi e Maria Bruna Zolin delle Università Ca' Foscari di Venezia e Maastricht.
Nonostante sia spesso un aspetto trascurato, il cibo ha un impatto rilevante sullo sviluppo sostenibile delle città metropolitane. Utilizzando indicatori sociodemografici, economici e ambientali, e indicatori della domanda e dell'offerta locale di cibo, lo studio valuta la sostenibilità della fragile città metropolitana di Venezia, sede di un inestimabile patrimonio naturale e culturale minacciato dal cambiamento climatico e da una forte pressione turistica.
I ricercatori hanno utilizzato un metodo in due fasi per capire come diversi aspetti della sostenibilità, compresi i sistemi agroalimentari, siano tra loro connessi sia nelle aree urbane che rurali. Secondo i risultati della prima fase, nei comuni rurali è più frequente la presenza di indicatori appartenenti ai vari pilastri della sostenibilità, dimostrando una maggiore complessità di queste aree, se confrontate con quelle urbane.
Per contro, gli attributi alimentari sembrano non giocare un ruolo importante nell’influenzare la sostenibilità dell'area metropolitana. Per far emergere questo aspetto, i ricercatori hanno elaborato un indice sintetico (normalizzato) basato su importanti aspetti della domanda e dell’offerta di alimenti. In particolare, dal lato della domanda, la spesa alimentare dei residenti e la spesa dei turisti; dal lato dell’offerta, il numero delle imprese coinvolte nell’attività di pesca, il numero degli agriturismi e le giornate di lavoro prestate dai lavoratori in agricoltura.
Venezia è il comune con il più alto valore dell’indice (0,9), seguito da Chioggia (0,42), Cavallino-Treporti (0,35) e Jesolo (0,32) grazie soprattutto ai flussi turistici, alle imprese di pesca e al lavoro dedicato al settore primario nei comuni costieri.
Nella seconda fase, nuove e articolate connessioni tra l’indice sintetico utilizzato come espressione del sistema agroalimentare e gli altri indicatori di sostenibilità diventano così evidenti. Solo a titolo di esempio, in gran parte delle municipalità si rilevano le forti connessioni tra il valore dell’indice sintetico del sistema agroalimentare e l’indice di turisticità (presentando una limitazione superiore rispettivamente pari a 0,2 e a 27,3).
Nel complesso, esaminando i ruoli dei tre pilastri della sostenibilità e le interconnessioni tra i diversi indicatori che li compongono, i ricercatori sottolineano l’importanza dei fattori sociodemografici e ambientali e tra gli indicatori, l'uso del suolo, la pressione turistica e l’istruzione. Ricordano, però, che, se alcuni cambiamenti, come la riduzione dell'intensità del turismo e il miglioramento dell'istruzione, possono essere perseguiti anche nel breve-medio termine, altri, come affrontare l'invecchiamento della popolazione, richiedono sforzi nel lungo periodo.
"Alla luce delle sfide identificate dalla città metropolitana di Venezia e dei risultati di questa analisi, - commentano gli autori, Nicola Camatti, Paola Ferretti e Maria Bruna Zolin, professore e professoresse di economia applicata, matematica applicata ed economia agraria a Ca’ Foscari, e Mirco Grandi, ricercatore a Maastricht - dovrebbero essere implementate o rafforzate misure ad hoc, in particolare quelle relative all'allarmante tasso di consumo di suolo e all'aumento del flusso turistico che domina e impatta una parte significativa del territorio”.
Gli autori aggiungono: "I risultati possono suggerire strategie volte a migliorare la sostenibilità delle aree metropolitane come quella di Venezia. Considerando gli aspetti legati al cibo insieme ad altri fattori di sostenibilità, le sfide dei diversi territori che compongono le aree metropolitane possono essere meglio individuate e, quindi, affrontate.”
Questa ricerca, supportata dal programma di ricerca e innovazione Horizon 2020 dell'Unione Europea attraverso il progetto CITIES2030, offre un modello per altre aree metropolitane che affrontano sfide di sostenibilità simili. Le intuizioni ottenute da questo studio dovrebbero contribuire a una politica più efficace e a uno sviluppo urbano sostenibile, tenendo conto che più della metà della popolazione vive nelle metropoli, e che si stima che nel 2050 quasi il 70% della popolazione mondiale vivrà nelle aree urbane.